È un modo di dire molto comune, ma perché
lo utilizziamo? Da dove deriva? Ecco la risposta dell'Accademia della Crusca
MILANO – Stasera usciamo con i nostri
amici e quando è il momento di pagare qualcuno propone per rendere le cose più
pratiche e svelte e di pagare alla romana, ossia di pagare dividendo il totale
del conto secondo il numero delle persone che si sono sedute alla tavola, e non
secondo cosa ogni persona ha effettivamente ordinato. È un metodo di pagamento
di pagamento che utilizziamo abbastanza spesso, ma perché pronunciamo questa
espressione? Da dove deriva? L’Accademia
della Crusca cerca di fare chiarezza circa
questo comune modo di dire.
Un modo di dire popolare
Si può dire sia “pagare alla romana”,
sia “fare alla romana” se vogliamo spartire equamente tra amici una
spesa comune, ma perché ci esprimiamo così?
Nel Grande Dizionario della Lingua Italiana si legge che tra le attestazioni letterarie dell’Ottocento l’espressione “alla romana” esprimeva la “messa in comune dei vari commensali”, ma per l’uso corrente non c’è alcuna menzione. È dunque molto probabile che l’espressione appartenesse alla tradizione orale, ossia che fosse un modo di dire che si trasmetteva parlando e mai nella forma scritta, proprio perché di origine popolare.
Nel Grande Dizionario della Lingua Italiana si legge che tra le attestazioni letterarie dell’Ottocento l’espressione “alla romana” esprimeva la “messa in comune dei vari commensali”, ma per l’uso corrente non c’è alcuna menzione. È dunque molto probabile che l’espressione appartenesse alla tradizione orale, ossia che fosse un modo di dire che si trasmetteva parlando e mai nella forma scritta, proprio perché di origine popolare.
Il riferimento al mondo romano
Perché questo modo di dire si riferisce
proprio alla sfera romana? Si pensa che ci sia un qualche collegamento con
la romanata, ossia la merenda campagnola: infatti secondo la
tradizione popolare tra i romani era costume fare delle scampagnate in
compagnia e organizzare delle abbondanti merende. A proposito del termine
romanata, il Grande Dizionario della Lingua Italiana lo definisce come un
ritrovo conviviale in cui ciascuno dei commensali paga una quota della spesa
complessiva; questa definizione viene accompagnata da un esempio letterario
tratto da Foscolo: “Lunedì verrò forse a una romanata in campagna
vicino a Fiesole con la compagnia delle signore Orozco“, anche se è poco
probabile che qui romanata si riferisca a quel significato, dato che il poeta
avrà fatto una merenda con dame e aristocratici nella campagna fiesolana e
risulta strano che alla fine abbiamo fatto una colletta. Il Lessico dell’infima
e corrotta italianità di Fanfani e di Arlia definisce romanata come una sorta
di pique nique: “Romanata, e alla francese pique nique, chiamasi in
alcuni luoghi d’Italia un pranzo o una cena per cui ognuno che vi prende parte
paga una quota“.
Circa questo “alla romana” sono state avanzate anche
altre ipotesi, rintracciabili in Internet: ci si potrebbe rifare all’usanza di
alcune trattorie romane che facevano pagare il conto dividendo il costo delle
pietanze portate all’intera tavolata; oppure deriva dall’osteria di Transtevere
in cui la proprietaria picchiava con la scopa gli ospiti per sollecitarli a
pagare e da qui il modo dire “meglio pagare la cena alla romana”.
La cosa curiosa è che anche nelle altre lingue c’è questa espressione però con riferimento ad altre etnie. 18 Maggio 2019
La cosa curiosa è che anche nelle altre lingue c’è questa espressione però con riferimento ad altre etnie. 18 Maggio 2019
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