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sabato 16 gennaio 2016

Lo Sapevate Che: Referendum: strumento perfetto per Renzi...



La Via Italiana Al Populismo ha il volto del capo del governo. Un’immagine rassicurante, ottimista, di chi ha propensione al fare e a risolvere problemi antichi. Un Matteo bifronte, di lotta e di potere. (..), un Matteo 1 e, un Matteo 2. Nel primo caso il rottamatore, il piè veloce, il leader pronto a scardinare tutte le incrostazioni di tipo politico, burocratico, corporativo,sindacale tipiche di una Prima Repubblica mai definitivamente tramontata. Nel secondo caso l’accorto regista di una strategia parlamentare tesa a scansare le trappole disseminate qua e là dalle minoranze interne tanto rumorose quanto velleitarie. (..). E’ innegabile la quantità di riforme varate dal governo in carica. La qualità è ancora da testare. Ma è un tema secondario, almeno secondo la rappresentazione amata dal premier. Conta il gesto, l’averlo fatto e innanzitutto poterlo esibire. Sfidando a viso aperto chi dubita, chi critica, chi non aderisce in maniera entusiasta al cambio di verso. (..). Ma il premier sa che da qui al prossimo autunno, quando si voterà, potrà esibire un trofeo mai conquistato dai suoi predecessori.  La cancellazione del vecchio Senato e la fine del bicameralismo perfetto, quel meccanismo regolatore secondo cui le leggi transitavano da un ramo all’altro del Parlamento con tempi incerti, a volte senza esito. (..). Poco importa se il “nuoco” Senato sarà composto a maggioranza da una delle più screditate rappresentanze politiche del nostro Paese, quella dei consiglieri regionali. Conta poter dire di aver abbattuto i costi della politica: gli attuali 315 senatori caleranno a 100 senza diritto alla ricca indennità (ma resiste la preziosa immunità parlamentare). Se Con Tutte le sue contraddizioni questa è la riforma, un grimaldello anti-casta impugnato per paradosso dalla stessa casta, il referendum diventa nelle mani di Renzi lo strumento per realizzare un progetto politico ancor più ambizioso. La tecnicalità costituzionali finiranno inevitabilmente in secondo piano nel dibattito pubblico; prevarrà la ricerca del consenso sulla persona del capo del governo, in un rapporto diretto con il popolo. (..). Perché nel sentimento comune piace tutto ciò che infrange antichi privilegi. Piace dunque sia a chi ha votato Berlusconi sia a chi ha scelto i 5 Stelle. Dunque con il referendum Renzi può solo trarre vantaggi dalla propria riconosciuta trasversalità. Certo, Sia Piero Ignazi che Eugenio Scalfari su “Repubblica” hanno messo in evidenza il lato oscuro di questo percorso. Ignazi ha ricordato come storicamente l’elettorato abbia saputo usare il referendum in funzione di contropotere rispetto ai gruppi politici dominanti. Può accadere anche nei confronti di Renzi. Scalfari ha denunciato l’assenza di quorum nei referendum consultivi; dunque un’esigua minoranza può decidere per tutti. Tuttavia il riformismo populista sembra una via obbligata per contrastare una forma più radicale di populismo, rappresentato dal M5S. Meno destra/sinistra; più sistema/antisistema. Una contrapposizione destinata ad esasperare, in tutta Europa. (..). L’antipolitica è essa stessa una forma di politica. Renzi il rottamatore l’ha intuito per tempo inaugurando una stagione che, dopo due anni, è solo ai suoi primi passi.
Luigi Vicinanza – Editoriale www.lespresso.it  - @vicinanzal – L’Espresso – 14 gennaio 2016

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