Etichette

sabato 9 gennaio 2016

Lo Sapevate Che: Dalla Banca Romana a quella d'Etruria cos'è cambiato? Quasi nulla...



I l caso del “buco” della banca Etruria – partito in sordina – sta assumendo dimensioni cospicue: Malversazioni continuate, crediti facili agli amici, obbligazioni losche, risparmiatori sul lastrico, un suicidio; LA MINISTRA Boschi è stata messa in difficoltà per il ruolo del padre banchiere (“il mi babbo”). Il premier Renzi è intervenuto per togliere alla Banca d’Italia la valutazione del crimine e i rimborsi ai truffati e – con decisione senza precedenti – ha affidato l’arbitrato a un magistrato che lui stesso ha nominato. Davvero, un ingrato compito quello di Raffaele Cantone dovrà studiarsi i precedenti dell’affare di Arezzo, che sono stati parecchi, sanguigni e drammatici. Lo scandalo bancario, infatti, nasce contestualmente all’unità d’Italia, con la colossale truffa della Banca Romana, che emetteva banconote false, finanziava politici, le amanti di casa reale, i palazzinari di regime e una pletora di giornalisti; e con l’uccisione del banchiere onesto Raffaele Notarbartolo, a capo del Banco di Sicilia, per mano della mafia (mica scherzi: accoltellato in treno nel1893). Di lì in poi, una quantità di malefatte ha caratterizzato diversi nostri banchieri, con alcune caratteristiche: il denaro sporco è ben accetto, e bravo il banchiere che lo protegge dal fisco e dai comunisti. Si prestano volentieri i soldi agli amici (e sarebbe poi di cattivo gusto richiedergli). Si tengono buoni rapporti con i vescovi e con i politici e li si finanzia in nero. Poi, abbastanza spesso, si fa crac: ovvero, dal momento che i clienti amici non restituiscono i soldi che sono stati prestati, la banca senza più soldi, fallisce e i conti correnti del “parco buoi” vengono azzerati. Tra colori che spinsero il gioco al massimo (per esempio coinvolgendo nelle loro operazioni una mafia ricchissima in liquidità, la Democrazia Cristiana e il Vaticano), ecco un elenco di fantasmi del passato: Gaetano Caltagirone e l’Italcasse; Michele Sindona (bancarottiere sia in Italia che negli Stati Uniti; Roberto Calvi (che portò al crac per 1,3 miliardi di dollari del 1980 il cattolicissimo Banco Ambrosiano, la più importante banca privata italiana); Licio Gelli, che di Calvi era il socio occulto; Paul Marcinkus,il corpulento cardinale dello Ior, per non parlare delle centinaia di banconote della droga. L’opinione pubblica non si interessò mai più di tanto a questi affari. Gli unici che intervenivano (non sempre) erano i funzionari ispettori della Banca d’Italia, con fama di indipendenza dal potere politico. Che quindi non li amava per nulla. Giulio Andreotti, tutore di molti bancarottieri, per bloccarli arrivò al punto da ottenere l’arresto del Governatore Baffi e del suo vice Sarcinelli. (Era il 1979. Allora non c’era l’Europa, noi tendevamo piuttosto al Sud America). Rispetto ad allora, tutto è cambiato? Ma certo che sì. Non fate come quel giovane scrittore che vede il crimine dappertutto. Fidatevi di Cantone.
Enrico Deaglio – Annali – Il Venerdì di Repubblica – 31 dicembre 2015

Nessun commento:

Posta un commento