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venerdì 1 gennaio 2016

Lo Sapevate Che: Banche, riforme, terrore: le parole del 2015 ....



Auguri, innanzitutto, per cominciare questo breve (e incompleto) alfabeto natalizio. Ne abbiamo bisogno tutti: hanno il vantaggio, gli auguri, di essere gratis. In un mondo che non apprezza la gratitudine. Banche, dove si custodiscono non solo i soldi dei risparmiatori. Grandi o piccole che siano, nelle loro casseforti è depositata la coesione sociale di un Paese. Valore senza prezzo. Casa, ultimo anno della tassa più odiata dagli italiani, quella sulla prima abitazione. L’abolizione, dicono gli esperti, non garantisce la ripresa dell’economia. Ma poiché il 79per cento delle famiglie possiede un appartamento di proprietà, di sicuro sostiene i sondaggi elettorali. Democrazia, l’abbiamo concepita come un bene conquistato per sempre. Per scoprire sgomenti quanto il fanatismo islamico la odi, più di quanto noi europei siamo disposti a difenderla. (‘)Espresso, del 2015 abbiamo celebrato i nostri 60 anni. Un certo modo di fare giornalismo, libero, laico, sfrontato. In equilibrio tra la denuncia e il sorriso. Sessant’anni con lo sguardo sempre rivolto avanti. Francesco, il papa venuto dalla fine del mondo. Parla, inascoltato, di una guerra mondiale combattuta a pezzi. Sempre più grandi. Si rivolge a fedeli e non. Unico leader in un mondo in bilico, alla ricerca di nuovi equilibri internazionali. Giubileo, all’apertura della porta santa in piazza San Pietro, l’8 dicembre, c’erano 50 mila fedeli. Dopo i massacri di Parigi, la prima (e per ora unica) manifestazione di massa svoltasi in Europa. Religiosa e civica al tempo stesso. Immigrazione, quanti morti ancora prima di comprendere che nulla li fermerà? Affrontano il Mediterraneo a rischio della vita, per sfuggire alla certezza della sofferenza e della norte nelle loro terre, per fame o per guerra. I governi europei la vivono come un’emergenza di ordine pubblico. Sono i confini che hanno immaginato, invece, a non tenersi più. Mafia, c’era una volta Capitale corrotta = Nazione infetta. E c’è ancora. Da Roma all’Emilia, al Nord operoso, le mafie non sono più solo simbolo dell’arretratezza meridionale. Si muovono con successo nel capitalismo globalizzato. Nord, con la Milano del dopo-Expo respira aria di ripresa. Finalmente. Il Sud invece è scomparso dall’agenda politica. Da anni. L’Italia a due velocità è un’Italia zoppa. Populismo, un nuovo spettro si aggira per l’Europa. I partiti populisti antisistema mandano in crisi quelli tradizionali, popolari-conservatori e socialisteggianti. Per arginare l’avanzata elettorale servono politiche innovative in campo economico sociale. Non se ne intravedono, finora. Quirinale, il primo anno di Sergio Mattarello è trascorso senza scossoni. Arduo rubare la scena a Palazzo Chigi, ma quando vuole il Presidente c’è. E si prende cura delle litigiose istituzioni della Repubblica. Riforme, ovvero il populismo declinato in chiave riformista da Matteo Renzi. E’ la strategia adottata finora con successo dall’ex sindaco di Firenze per arginare le forze antisistema. Il confronto con Greci, Francia e Spagna è a favore del premier italiano. In attesa di una conversione al riformismo davvero popolare. Sinistra, dall’identità incerta, prigioniera del proprio passato. Specializzata in scissioni, provvisorie aggregazioni, nuove scissioni. In Europa fatica a rappresentare le classi lavoratrici e i ceti medi proletarizzati. Che dunque finiscono per votare populisti e demagoghi. Terrorismo, per la prima volta uno stato (per quanto anomalo come il Califfato di Siria e  Iraq) ne fa uso, per combattere una guerra asimmetrica con i Paesi occidentali. Unione Europea, divisa, debole, prigioniera degli egoismi dei singoli Stati nazionali. Lontana dal cuore dei suoi 500 milioni
i abitanti. Indifendibile con la sua burocrazia irresponsabile. Da ricostruire dalle fondamenta. Zeta, uno spettacolare film sulla Grecia anni ‘60 denunciava la dittatura dei Colonnelli. Mezzo secolo sopo quella sceneggiatura si potrebbe adattare alla Russia o all’Ucraina, alla Turchia o all’Ungheria. E’ ancora “Z” L’orgia del potere”. Il diritto al dissenso calpestato sotto i nostri occhi.
Luigi Vicinanza  - Editoriale www.lespresso.it- @vicinanzal – 30 Dicembre 2015 -

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