Lo dicono tutti che sarà un anno speciale.
Nella preistoria, quando il Neanderthal campava una ventina d’anni soltanto,
per la dura legge dell’economia il tempo valeva molto di più. Poi la vita si è
talmente allungata che l’Alzheimer, ultima discendenza dell’homo sapiens, non
si ricorda più nemmeno quando è nato. E il tempo, che per un breve periodo è
stato anche denaro, è tornato solo temo per un sacco di gente. Nessuno può dire
con certezza come impiegano il loro tempo gli impiegati, come operano gli
operai e che cosa dirigono i dirigenti. Perché il progresso, oltre che nuovo, è
inarrestabile. Anche il numero delle persone inarrestabili aumenta
geometricamente e porta serenità e attivismo. Gli oroscopi, non più fatti sugli
astri ma sui satelliti delle comunicazioni, sprizzano ottimismo da tutti i
pori. Il tempo è ormai senza misteri.
Massimo Bucchi – Sottovuoto – Il Venerdì di Repubblica – 8
gennaio 2016 -
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