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giovedì 7 gennaio 2016

Lo Sapevate Che: Al centro del conflitto...



Il Filmato Risale A Metà Anni Cinquanta in Egitto. Gamal Abdel Nasser, l’animatore del gruppo dei giovani ufficiali che detronizzarono ilre, poi presidente del Paese e simbolo del nazionalismo panarabo parla davanti a un’assemblea.(..) dice: Ho parlato con il capo dei Fratelli musulmani. Gli ho chiesto cosa vuole. Mi ha risposto: “vogliamo che tu imponga il velo alle donne”..Nasser tace per un attimo e spiega: “Ha chiesto che tutte le donne egiziane vadano in giro velate”. “Si sentono le risate del pubblico e qualcuno che commenta: “Se lo metta lui, il velo”. Ma allora, cosa è successo durante i sessant’anni passati da quel discorso? Come mai oggi, nel mondo arabo e musulmano il velo sembra un segno del tutto naturale (come da noi il presepe) della tradizione e dell’identità; mentre per molti è tuttora (come lo era per Nasser) simbolo e strumento di sottomissione? Come mai il processo di decolonizzazione non è andato a pari passo con quello dell’emancipazione femminile? Detto brutalmente: oggi le donne, il loro corpo, sono l’oggetto e la posta in gioco di una guerra. Di quel conflitto che verte sull’esigenza, maschile e patriarcale, di controllare e perfino annientare (simbolicamente ma anche fisicamente) il corpo delle donne, si può tracciare addirittura una mappa geopolitica: dalle donne yazide vendute come schiave; alle ragazze nigeriane rapite dai miliardari di Boko Haram; alle indiane stuprate perché “troppo indipendenti”, fino alle donne bosniache musulmane violentate negli anni Novanta, sotto i nostri occhi, in mezzo alla nostra Europa, dai maschi cristiani ortodossi perché portassero nel grembo il seme del boia e perché davvero partorissero nel dolore.(..). Alleanza Religiosa. Anche il Dio unico può essere nemico della donna? Michela Murgia, oltre a essere una bravissima scrittrice si occupa di teologia. Ma prima di entrare in questioni teoriche vuole parlare di femminicidio: in Italia 152 vittimenel corso del 2014. “E’ una guerra vera”, dice. “La mia non è retorica o metafora, visto che a essere uccise sono le donne più coraggiose, quelle che resistono al tentativo di sottometterle”. Poi passa a parlare delle fedi e di Dio: “La pace tra le religioni si farà sul corpo delle donne”. Spiegazione: “Nelle organizzazioni internazionali, quando si tratta di diritti come aborto e simili il Vaticano e i Paesi musulmani fondamentalisti votano allo stesso modo”. Ma c’è anche un lato strettamente teologico della questione. Secondo la scrittrice, occorre avere il coraggio di dire che “Dio è donna: nella Bibbia ci sono diversi passaggi che lo suggeriscono”. E già che ci siamo: “Nella stessa concezione della Trinità, c’è un elemento femminile, che però nell’immaginario pittorico prodotto dai maschi, è stato eliminato o dimenticato, e nella teologia ridotto al mistero della fede”. Insomma, le tre grandi fedi monoteistiche, sono anche strumento di potere. “E il potere non è neutrale, il potere è questione di genere”, conclude. La pensa in un modo simile un maschio, un grande poeta: Adonis, siriano di casa a Parigi. In un libro fresco di stampa “Violenza e Islam” (Guanda), sostiene: “Il femminile, come la poesia, è essenzialmente contro la religione. Perché la religione è una risposta, mentre la poesia è una domanda e come tale, sta agli antipodi del potere. In questo senso c’è una forte affinità tra poesia e femminilità”.
Wlodek Goldkorn – Sul Corpo Delle Donne – L’Espresso – 7 Gennaio 2016 -

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