Etero E Omo
Per Noi Pari sono
A una festa di liceali romani, una ragazza entra in cucina cercando qualcosa da bere e vede due giovani maschi che si baciano. Lancia un urlo di raccapriccio: non per il bacio gay, me perché teme sia finita la birra. No, non è questo il video vincitore fra quelli girati dagli studenti di tre licei romani per combattere l’omofobia.
Per scalzare i pregiudizi, lo humour non funziona ancora tra i giovani italiani: in votazione ha prevalso una storia di violenza e intolleranza, con il gay vittima e gli etero carnefici. E si capisce anche, viste le cronache infinite di bullismo e persecuzioni. In coppia, nei secoli fedeli, romantici, per niente trasgressivi, due cuori e una capanna (quella delle favole o, preferibilmente, modello ikea): insomma integrati e normali. Forse normalizzati. Nell’immaginario più ottimista degli studenti italiani, ma anche olandesi, belgi ed estoni, i gay e le lesbiche della loro generazione sono o dovrebbero essere, così.
Negli scenari più cupi, invece, rimangono discriminati, derisi, minacciati, pestati, perfino uccisi da bande di fascisti in cuoio e catene. Questa identità dell’omosessuale da cucciolo/a è emersa da una serie di video contro l’omofobia girati da quattromila studenti e presentati l’autunno scorso a Bruxelles all’interno di Voice Out, iniziativa contro la discriminazione della Commissione Europea.
In Italia, hanno partecipato tre licei romani coordinati dal Progetto Niso (dal giovane eroe dell’Eneide) della Provincia: il Socrate, il Vivona e il Giordano Bruno. Nei loro video, come peraltro in quelli dei ragazzi europei, nessuna ironia da Gay Pride: circolavano prudenza, correttezza politica, pari opportunità, eventualmente tenerezza. O fortissimo sdegno contro gli omofobi. Un motivo di tanta cautela è che le troupe erano miste, e per lo più eterosessuali. Gli educatori che anno partecipato al progetto hanno raccontato di qualche (raro) coming out avvenuto durante il lavoro, ma anche di orientamenti diversi tenacemente nascosti o in fase di lenta e faticosa emersione. Con un certo candore, gli allievi di un istituto tecnico belga hanno ammesso di non aver mai visto segnali di discriminazione verso i gay nella loro scuola perché lì è proibito esibire qualsiasi segnale di differenza: “Non possiamo metterci neanche il gel o l’orecchino”. Per gli educatori, il diffuso buonismo che nei video ripulisce da ogni trasgressione l’omosessualità, puntando più sull’affetto che sull’eros, riflette l’atteggiamento degli adolescenti verso l’amore: a quell’età è ancora inguaribilmente romantico. E questo è comunque un passo avanti: almeno per quattromila liceali europei l’amore è tutto uguale. Né omo né etero.
Paolo Zanuttini – Venerdì di Repubblica – 29-3-13
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