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sabato 16 novembre 2019

Lo Sapevate Che: TAZIO NUVOLARI La passione e la velocità


Il pilota motociclistico e automobilistico Tazio Giorgio Nuvolari nasce il 16 novembre 1892 a Castel d’Ario, Mantova, un mercoledì di 126 anni fa.
Quarto figlio di Arturo Nuvolari, agricoltore benestante, e di Elisa Zorzi, di origine trentina, fu un ragazzo vivacissimo e poco incline allo studio, Tazio è più attratto dal dinamismo delle discipline sportive.
Fu figlio d’arte, poiché suo padre Arturo Nuvolari, agricoltore benestante, amava correre agonisticamente in bici con buoni risultati e, suo zio Giuseppe Nuvolari fu, sempre con la bici, addirittura  un asso,  campione sia in Italia che all’estero nella velocità su pista e nelle primissime gare di mezzofondo dietro motori; il piccolo Tazio proverà per lo zio Giuseppe molto affetto e un’ammirazione sconfinata, destinata a suscitare un fortissimo impulso di emulazione.
Tazio Nuvolari, detto il “Campionissimo” (giusto per citare solo uno dei tanti soprannomi) iniziò la carriera come pilota motociclistico nel 1920 e, quasi contemporaneamente, nel 1921, come pilota automobilistico.
Fra marzo e novembre del 1923 prende la partenza 28 volte, 24 in moto e 4 in auto; non è più un gentleman driver, bensì un pilota professionista.

In moto è la rivelazione dell’anno mentre in auto alterna piazzamenti e abbandoni ma non manca di farsi notare, se non con la Diatto, certo con l’agile Chiribiri Tipo Monza.
L’attività motociclistica predomina anche nel 1924: 19 risultati, contro 5 in auto; questi ultimi sono tuttavia ottimi: c’è la sua prima vittoria assoluta (Circuito Golfo del Tigullio, 13 aprile) e altre quattro di classe.
In Liguria corre con una Bianchi Tipo 18 (4 cilindri, due litri di cilindrata, distribuzione bialbero); nelle altre gare, ancora con la Chiribiri Tipo Monza.
Tazio è alla guida di questa vettura quando per la prima volta si batte contro un avversario destinato a un grande avvenire, anche se non come pilota: il modenese Enzo Ferrari.
Il mio primo incontro con Nuvolari“, scriverà nelle sue memorie Enzo Ferrari, “risale al 1924. Fu davanti alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe, sulla strada ravennate, dove avevano sistemato i box per il secondo Circuito del Savio. Alla partenza, ricordo, non avevo dato troppo credito a quel magrolino, ma durante la corsa mi avvidi che era l’unico concorrente in grado di minacciare la mia marcia. Io ero sull’Alfa 3 litri, lui su una Chiribiri. E in quest’ordine tagliammo il traguardo. La medesima classifica si ripeté poche settimane dopo al Circuito del Polesine…“.
Nel 1925 Tazio Nuvolari corre soltanto in moto, ma con un intermezzo automobilistico tutt’altro che insignificante.
Il giorno 1 settembre, invitato dall’Alfa Romeo, prende parte a una sessione di prove a Monza, alla guida della famosa P2, la monoposto progettata da Vittorio Jano che fin dal suo apparire, nel 1924, ha dominato la scena internazionale.
L’Alfa cerca un pilota con cui sostituire Antonio Ascari che poco più di un mese prima è deceduto in un incidente durante il G.P. di Francia, a Montlhéry.
Per nulla intimidito Tazio Nuvolari percorre cinque giri a medie sempre più elevate, rivelandosi più veloce di Campari e Marinoni e avvicinando il record stabilito da Ascari l’anno prima.
Al sesto giro incappa in una rovinosa uscita di pista: “Le gomme erano quasi a zero“, spiegherà Tazio, “e a un certo punto mi si disinnestò la marcia“.
La macchina è danneggiata, il pilota è seriamente ferito, ma dodici giorni più tardi, ancora dolorante, torna a Monza, si fa imbottire di feltro e bendare con una fasciatura rigida, si fa mettere in sella alla fida Bianchi 350 e vince il G.P. delle Nazioni.
Ma nel suo cuore vi sono anche le quattro ruote: ci riprova, implacabile, nel 1927, anno in cui con una Bianchi Tipo 20 disputa la prima edizione della Mille Miglia arrivando decimo.
Poi acquista anche una Bugatti 35 e vince il G.P. Reale di Roma e il Circuito del Garda.
Continuò così per molti anni, fino al 1930, ad alternare gare in moto ed in auto.
È nell’inverno tra il 1927 e il 1928 che Tazio decide di puntare con piena determinazione sull’automobile; fonda a Mantova la Scuderia Nuvolari, compra quattro Bugatti grand prix e ne rivende due, una ad Achille Varzi (suo amico, ma anche già fiero rivale in corsa, sulle due ruote) e una a Cesare Pastore.
L’11 marzo 1928 ? nove giorni dopo la nascita del suo secondo figlio, Alberto, Tazio vince il G.P. di Tripoli: è questo il suo primo grande successo internazionale.
Vince anche sul Circuito del Pozzo, a Verona, battendo il grande Pietro Bordino; questi malauguratamente perde la vita pochi giorni dopo, in un incidente di allenamento in vista del Circuito di Alessandria, la sua città.
Nuvolari va ad Alessandria e disputa la corsa, che è stata intitolata a Bordino, del quale onora la memoria nel migliore dei modi, vincendo.
In quello stesso 1930 Tazio Nuvolari entra a far parte della neonata Scuderia Ferrari e le regala la prima vittoria, nella Trieste-Opicina, con l’Alfa Romeo P2.
Si afferma anche in altre due importanti corse in salita (Cuneo-Colle della Maddalena e Vittorio Veneto-Cansiglio, sempre con la P2), poi torna sulla 1750 GS e va a vincere il Tourist Trophy sul circuito di Ards, Irlanda del Nord.
E ancora in moto vinse due campionati italiani, in auto le vittorie furono innumerevoli (fu 5 volte campione d’Italia, vinse varie Targhe Florio, Coppe Ciano, Mille Miglia, e molte altre competizioni).
Dà l’addio alla moto, non senza cogliere gli ultimi quattro successi fra cui, per la seconda volta, l'”assoluto” nel prediletto Circuito del Lario, con la Bianchi 350 davanti anche a tutte le 500.
Tazio Nuvolari divenne una leggenda grazie alla tenacia, l’audacia, lo sprezzo del pericolo e la noncuranza del rischio che caratterizzavano tutte le sue gare.
Molti gli incidenti durante le gare che gli causarono fratture in tutto il corpo, ma riuscì sempre a continuare a correre.
Anche nella vita ebbe dei gravissimi incidenti: la morte dei suoi due figli nel giro di pochi anni l’uno dall’altro: entrambi per malattia, entrambi solo diciottenni.
In auto corse per la Bugatti, per la Maserati, per la Ferrari (nel 1948) e, sopratutto per l’Alfa Romeo della scuderia gestita dall’allora “debuttante” (nonché già pilota) Enzo Ferrari.
La prodigiosa carriera di Nuvolari, che fu il primo a superare la velocità di 330 km/h, si chiude nel 1950, all’età di 58 anni, con le ultime due gare, il Giro di Sicilia/Targa Florio (il percorso è lungo 1.080 km ed abbandona poco dopo il via per la rottura del cambio), e la corsa in salita Palermo-Monte Pellegrino, che lo vede primo di classe e quinto assoluto; è il 10 aprile, la vettura è una Cisitalia 204 Spyder Sport elaborata da Abarth.
Tazio ha chiuso ma non annuncerà mai il proprio ritiro.
Nel 1952 fu colpito da un ictus che gli causò una parziale paresi ed un anno più tardi, alle sei del mattino dell’11 agosto 1953, fu un altro ictus a determinare la prematura scomparsa del campione  che Ferdinand Porsche  aveva definito “il più grande pilota del passato, del presente e dell’avvenire“,
Moltissimi i riconoscimenti: vie, piazze e monumenti a suo nome, oltre che poesie, canzoni, libri e film a lui dedicati.
Di lui ha detto il noto regista italiano Michelangelo Antonioni: “Era un uomo che violentava la realtà e faceva cose che alla luce del buonsenso erano assurde… Per i giovani di allora, e io ero tra questi, Nuvolari rappresentava il coraggio, un coraggio senza limiti. Fu il mito, l’irraggiungibile“.
Muore l’11 agosto 1953 a Mantova un martedì di 65 anni fa, all’età di 61 anni.

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