Conseguita la Laurea in Giurisprudenza
all'Università Federico II di Napoli, nel 1945 inizia la lunga militanza nel
Partito Comunista Italiano, di cui diventa presto dirigente guidandolo fino
allo scioglimento del 1991, dopo cui confluisce nel Partito Democratico della
Sinistra (poi DS).
Da sempre su posizioni riformiste, all'interno
del PCI si fa portavoce dell'ala moderata, che si richiama al "socialismo
democratico" di Giorgio Amendola, arrivando a scontrarsi con posizioni più
conservatrici come quella di Enrico Berlinguer, segretario storico
del partito dal 1972 al 1984.
Entrato la prima volta in Parlamento come
deputato nel 1953, ricopre il primo ruolo di prestigio nel 1992 quando viene
eletto Presidente della Camera dei deputati (al posto di Oscar
Luigi Scalfaro salito al Quirinale), carica conservata fino al 1994. Due anni
dopo ottiene il primo incarico di governo, con la nomina a ministro
dell'Interno del governo Prodi I.
Nominato senatore a vita nel
2005 dal Presidente Ciampi, il 10 maggio dell'anno seguente, al quarto
scrutinio, viene eletto Presidente della Repubblica con 543 voti, primo ex PCI
a conquistare il Colle. La parte finale del mandato coincide con un periodo di
profonda crisi della politica nazionale, incapace di fronteggiare la grave
crisi economica e sociale.
L'impasse politico prodotto dai risultati delle
elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013, spinge una larga maggioranza del
Parlamento a chiedergli di accettare una sua rielezione al Quirinale, non
riuscendo ad esprimere altri nomi condivisi. Napolitano accetta e il 20 aprile
2013, al sesto scrutinio, viene rieletto Capo dello Stato, creando un
precedente unico nella storia repubblicana.
Alla soglia dei 90 anni, il 14 gennaio 2015 si
dimette dalla massima carica del Quirinale, tornando senatore a vita.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/1049001
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