Nato a Recanati, in provincia di Macerata, e morto a Napoli il 14 giugno del
1837, formò la sua poetica nel solco del Classicismo, approdando poi al Romanticismo (di
cui risultò tra i più autorevoli esponenti) e anticipando i temi
dell'Esistenzialismo, con la riflessione filosofica sull'esistenza umana e sul
suo rapporto con la Natura.
Affetto, nel corso di tutta l'esistenza, da seri
problemi fisici (legati probabilmente al "Morbo di Pott") e
neurologici, diede prova dello sconfinato estro letterario con opere immortali,
quali le Operette morali, gli Idilli e lo Zibaldone
di pensieri. Rappresentative della sua corposa produzione sono la lirica
"A Silvia", le poesie "La quiete dopo la tempesta",
"Il sabato del villaggio", e l'idillio "L'Infinito".
Morì a soli 39 anni a Napoli, nella casa
dell'amico Ranieri, poco prima di partire per "Villa Ferrigni" a
Torre del Greco, lì dove aveva composto "La ginestra" o "Il
fiore del deserto", la penultima lirica
http://www.mondi.it/almanacco/voce/21009
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