L'edificio, progettato dal danese Jørn Utzon, è stato inaugurato il 20
ottobre 1973 e sorge su un’area lunga 185 metri e larga 120. Al suo interno si
organizzano una media di 2mila spettacoli all’anno che accolgono circa 1,5
milioni di spettatori
Il
20 ottobre del 1973 veniva inaugurata la Sydney Opera House,
teatro simbolo dell'omonima città e dell'intera Australia. Da quel giorno sono
passati 45 anni e la struttura, oltre a essere uno dei centri di maggior
interesse per musica e teatro, è una vera e propria opera d’arte, uno degli
edifici più riconoscibili tra quelli costruiti nel XX secolo, capace di
attrarre ogni anno visitatori da tutto il mondo. Inoltre, dal 2007, è diventato
anche patrimonio dell’umanità Unesco.
La
storia: dal concorso all’assegnazione a Utzon
La Sydney Opera House è stata
progettata dall’architetto danese Jørn Utzon e inaugurata nel 1973 dalla regina
Elisabetta II. Il teatro sorge su una piccola penisola in pieno centro città.
La struttura si sviluppa attorno a una lunga e stretta baia e poggia su una
grande piattaforma in granito lunga 185 metri e larga 120. L’idea di costruire
la Sydney Opera House risale al 1954. A volerla, Joseph Cahill, allora premier
del Nuovo Galles del Sud, lo stato federato dell’Australia che ha Sydney come
capitale. Secondo il politico, il teatro dell’Opera doveva servire per “aiutare
a formare una comunità migliore e più illuminata”. Doveva essere qualcosa di
importante e autorevole. Per questo, per la sua progettazione, fu indetto un
concorso internazionale, a cui presero parte oltre 200 architetti da tutto il
mondo. Per scegliere l'idea migliore, Sydney istituì un' apposita giuria con i
migliori esperti in circolazione. Al nome del vincitore, però, pare si arrivò
in modo bizzarro. Secondo indiscrezioni dell’epoca, uno dei giudici della
commissione, l’architetto Eero Saarinen, arrivò in Australia dagli Stati Uniti
con diversi giorni di ritardo e a lavori iniziati, con la giuria che aveva già
scartato diversi progetti. Sembra che Saarinen, a quel punto, si mise a
rivedere le proposte bocciate dai suoi colleghi e che, nel plico, abbia trovato
il lavoro di Utzon, rimanendone affascinato. Da quel momento l’architetto
finno-americano iniziò a fare pressioni sugli altri membri della giuria, fino a
che tutti si convinsero che quello di Utzon era il miglior lavoro presentato e
l’unico che meritava l’assegnazione. Il progetto vincitore fu svelato il 30
gennaio del 1957. Ma la scelta della giuria non conquistò tutti, al punto che
il quotidiano The Sydney Morning
Herald, nel dare la notizia titolò:
“Il controverso progetto di un danese vince il concorso del teatro dell’opera”.
All’architetto andò un premio di 5mila sterline.
I
lavori iniziati nel 1958
I
lavori della La Sydney Opera House iniziarono nel 1958, caratterizzati da
rinvii, ritardi e non pochi litigi tra Utzon e le istituzioni locali. In
particolare, i rapporti tra l’architetto e il ministero delle Infrastrutture si
guastarono quando quest’ultimo, per divergenze soprattutto legate alle ditte a
cui appaltare i lavori, decise di tagliare i fondi a Utzon che, nel 1966, non
avendo più soldi per pagare gli operai, fu costretto ad abbandonare la
direzione dei lavori. Da quel momento, e fino all’inaugurazione, della
costruzione della Sydney Opera House si occuparono gli architetti Peter Hall,
Lionel Todd, David Littlemore e l’architetto ufficiale dello Stato Ted
Farmer.
Una
struttura costata 102 milioni di dollari
La
Sydney Opera House, costruita in un’area che anticamente ospitava un enorme
deposito per tram, è costata 102 milioni di dollari. Sua caratteristica
inconfondibile è il rivestimento esterno, che con il tempo è entrato a far
parte del panorama urbano di Sydney. Sembra che Utzon, nel progettarlo, si
sia ispirato alle cime ondulanti dei faggi tipici dei boschi della sua
Danimarca. Il tetto del teatro, con le sue vele, è formato da gusci composti da
“costole” di calcestruzzo ricoperti di
piastrelle bianche. È stato stimato che sono state utilizzate circa 2.400
“costole” prefabbricate, costruite in cantiere e poi montate sull’edificio. La
struttura possiede più di mille
fra sale da concerti e stanze per altre attività.
Il fulcro della Sydney Opera House è la Concert Hall, con 2.679 posti a sedere
e interni in legno. Sua peculiarità è l'enorme organo a canne, uno tra i
più imponenti al mondo e costato 1,2 milioni di dollari. Il vero teatro
dell’opera, però, è la seconda sala più grande della struttura, quella che può
ospitare fino a 1.500 persone e ha sedili in legno di betulla. Ci sono poi
altre due sale principali, che vengono usate prevalentemente per le
rappresentazioni teatrali, e hanno rispettivamente 544 e 398 posti. Infine c’è
il cosiddetto Studio, uno spazio creativo usato prevalentemente per DJ set e
feste. La Sydney Opera House organizza una media di 2mila spettacoli nei suoi
363 giorni di apertura all’anno e accoglie una media di 1,5 milioni di
spettatori. Al suo interno si tengono concerti di musica classica e
contemporanea, pièce teatrali
e manifestazioni culturali e artistiche di vario genere. Nelle sale del teatro
hanno risuonato le note di Bach e sono andate in scena opere come “Il barbiere
di Siviglia”, “La Traviata” e “Rigoletto”. Lì, inoltre, si sono esibiti artisti
del calibro di Ella Fitzgerald, Bryan Adams, Luciano Pavarotti e tanti altri.
Patrimonio
dell’umanità Unesco
La
Sydney Opera House è oggi considerata uno dei monumenti più importati al mondo
e, con i suoi 8,2 milioni di
visitatori ogni anno, è il sito più popolare in
Australia. L’importanza della struttura, inoltre, è stata sottolineata in più
d’una occasione e con diversi riconoscimenti. Nel 2003, per aver progettato il
teatro, a Utzon è stato consegnato il premio Pritzker.
Al momento della premiazione, un giudice del concorso disse che l’architetto
danese aveva “realizzato un edificio molto più avanti dei tempi, molto più
avanti della tecnologia disponibile, un edificio che ha cambiato l'immagine di
un intero Paese”. Un altro importante riconoscimento è arrivato nel 2007,
quando la Sydney Opera House è diventata patrimonio
dell’umanità Unesco. Secondo gli esperti
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la
cultura, la struttura è “di per sé uno dei capolavori indiscutibili della
creatività umana, non solo nel ventesimo secolo, ma nella storia dell'umanità”.
https://tg24.sky.it/mondo/2018/10/17/sydney-opera-house-storia
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