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domenica 24 ottobre 2021

Lo Sapevate Che: Bruno Lauzi: È stato un cantautore, compositore e cabarettista italiano. Artista poliedrico, interpretò e scrisse molte canzoni di successo, soprattutto per celebri interpreti femminili della musica italiana, come Mia Martini e Ornella Vanoni, oltre a cimentarsi nella poesia e nella letteratura. Wikipedia


Onda su onda | il mare mi porterà | alla deriva | in balia di una sorte bizzarra e cattiva

[Onda su onda] Bruno Lauzi

 

 

Bruno Lauzi nasce l'8 agosto 1937 ad Asmara (in Eritrea, ai tempi territorio italiano), figlio di madre ebraica e padre antifascista. Cresciuto a Genova, dopo avere scritto nel 1960 il brano "Bella", inciso da Giorgio Gaber, dà inizio alla carriera di cantautore due anni più tardi, quando - utilizzando lo pseudonimo di Miguel e i Caravana - incide "A Bertuela" e "U frigideiru", due canzoni in genovese con sonorità brasiliane che gli permettono di approdare al Derby Club di Milano, tempio del cabaret meneghino.

Nel 1965 partecipa al Festival di Sanremo con il valzer "Il tuo amore", che tuttavia non riesce a raggiungere la finale, e incide il suo primo 33 giri, intitolato "Lauzi al cabaret", cui fa seguito "Ti ruberò". Del 1966 è "Kabaret n.2", mentre al 1967 risale "I miei giorni". In quegli anni, mentre i suoi amici Fabrizio De André e Gino Paoli militano a sinistra, Bruno sceglie di sostenere il Partito Liberale (nel 1969 scrive "Arrivano i cinesi", evidentemente ironica nei confronti di Mao Zedong).

Nel 1970 comincia a collaborare con Lucio Battisti e Mogol, che lo assoldano per la Numero Uno, la loro casa discografica: grazie a loro canta "Mary oh Mary" e "L'aquila"; alla Numero Uno, inoltre, conosce Edoardo Bennato, con il quale scrive il brano "Lei non è qui... non è là". Con questa etichetta discografica registra, tra l'altro, "Bruno Lauzi", il doppio "Amore caro amore bello...", "Il teatro di Bruno Lauzi", "Simon", "Lauzi oggi", "Genova per noi", "Quella gente là" e "Amore sempre". Dopo aver registrato il 33 giri "Johnny Bassotto, la tartaruga... e altre storie" di Bruno Lauzi, nel 1977 pubblica "Persone" e scrive l'invettiva "Io canterò politico", brano presentato al Premio Tenco che si schiera contro i cantautori di sinistra (ad eccezione di Francesco Guccini).

Al 1979 risale "Alla grande...", mentre di due anni più tardi è "Amici miei". L'ultimo disco pubblicato con la Numero Uno è "Palla al centro", del 1982; a partire da "Piccolo grande uomo", del 1985, Lauzi produce e registra con la Five Record. Nel 1988 (anno in cui pubblica il 33 giri "La musica del mondo") l'artista genovese lascia i liberali dopo la decisione del partito di sostenere il governo di Giovanni Goria, e al XX congresso spedisce un messaggio in cui afferma che tornerà a militare solo se verrà eletto segretario o se Renato Altissimo imparerà a suonare la chitarra.

Negli anni Novanta intraprende una collaborazione con i Buio Pesto, con i quali incide "U frigideiru" e per i quali scrive "Meno ma". Nel 1992 incide il disco "Il dorso della balena", cui segue - due anni più tardi - la raccolta "10 belle canzoni d'amore". Sempre nel 1994 esce la sua prima opera letteraria, la raccolta di poesie "I mari interni", edita da Crocetti; nello stesso periodo viene pubblicata anche un'altra raccolta di liriche, "Riapprodi", per le Edizioni Rangoni. Nel 1995 incide l'album live "Una vita in musica", e, a pochi giorni dalla morte di Mia Martini, si esibisce nel brano "Piccolo uomo" (per l'occasione trasformato in "Piccola donna") durante l'evento "Omaggio a Mia Martini" in scena a Lamezia Terme e trasmesso su Raidue.

L'anno successivo pubblica "Johnny Bassotto e i suoi amici", mentre nel 1997 scrive "Della quieta follia... dei piemontesi". Dopo aver raccolto le sue poesie in "Versi facili", per Edizioni Marittime, negli ultimi anni di vita vede peggiorare le proprie condizioni di salute a causa del morbo di Parkinson.

Nel 2002, dopo aver registrato il disco "Omaggio alla città di Genova", pubblica poesie inedite in "Esercizi di sguardo"; inoltre, scrive per Mina "Certe cose si fanno", canzone contenuta nell'album "Veleno", e su musica di Riccardo Zara realizza il testo di "La gallina brasiliana", che partecipa al 45° Zecchino d'Oro; l'anno seguente, incide l'album "Il manuale del piccolo esploratore". Dopo aver lavorato al suo ultimo disco ("Tra cielo e mare: la Liguria dei poeti"), nel 2005 scrive per Bompiani il romanzo "Il caso del pompelmo levigato", e si esibisce in concerto a Lavagna con i Buio Pesto, con i quali lavora anche per la realizzazione del film "Invaxon - Alieni in Liguria".

Ammalatosi di cancro al fegato, dopo aver collaborato alla realizzazione di "... a Pierangelo Bertoli", disco-tributo nel quale canta "Sera di Gallipoli", muore il 24 ottobre 2006 a Peschiera Borromeo, nel Milanese: l'ultima canzone che scrive prima di morire è "Barbiturici nel thè", per Viola Valentino. Dopo la sua morte, viene pubblicato da Gammarò "Tanto domani mi sveglio. Autobiografia in controcanto".

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