Bruno Lauzi nasce l'8 agosto 1937 ad Asmara (in Eritrea, ai
tempi territorio italiano), figlio di madre ebraica e padre antifascista.
Cresciuto a Genova, dopo avere scritto nel 1960 il brano "Bella",
inciso da Giorgio Gaber, dà inizio alla carriera di
cantautore due anni più tardi, quando - utilizzando lo pseudonimo di Miguel e i Caravana - incide
"A Bertuela" e "U frigideiru", due canzoni in genovese con
sonorità brasiliane che gli permettono di approdare al Derby Club di Milano,
tempio del cabaret meneghino.
Nel 1965 partecipa al Festival di Sanremo con il valzer "Il
tuo amore", che tuttavia non riesce a raggiungere la finale, e incide il
suo primo 33 giri, intitolato "Lauzi
al cabaret", cui fa seguito "Ti ruberò". Del 1966 è
"Kabaret n.2", mentre al 1967 risale "I miei giorni". In
quegli anni, mentre i suoi amici Fabrizio De André e Gino Paoli militano a sinistra, Bruno sceglie di
sostenere il Partito Liberale (nel 1969 scrive "Arrivano i cinesi",
evidentemente ironica nei confronti di Mao Zedong).
Nel 1970 comincia a collaborare con Lucio Battisti e Mogol, che lo assoldano per la Numero Uno, la loro casa
discografica: grazie a loro canta "Mary oh Mary" e
"L'aquila"; alla Numero Uno, inoltre, conosce Edoardo Bennato, con il quale scrive il brano
"Lei non è qui... non è là". Con questa etichetta discografica
registra, tra l'altro, "Bruno
Lauzi", il doppio "Amore caro amore bello...",
"Il teatro di Bruno Lauzi", "Simon", "Lauzi
oggi", "Genova per noi", "Quella gente là" e "Amore
sempre". Dopo aver registrato il 33 giri "Johnny Bassotto, la
tartaruga... e altre storie" di Bruno Lauzi, nel 1977 pubblica
"Persone" e scrive l'invettiva "Io canterò politico", brano
presentato al Premio Tenco che si schiera contro i cantautori di
sinistra (ad eccezione di Francesco Guccini).
Al 1979 risale "Alla grande...", mentre di due anni
più tardi è "Amici miei". L'ultimo disco pubblicato con la Numero Uno
è "Palla al centro", del 1982; a partire da "Piccolo grande
uomo", del 1985, Lauzi produce e registra con la Five Record. Nel 1988
(anno in cui pubblica il 33 giri "La musica del mondo") l'artista
genovese lascia i liberali dopo la decisione del partito di sostenere il
governo di Giovanni Goria, e al XX congresso spedisce un messaggio in cui
afferma che tornerà a militare solo se verrà eletto segretario o se Renato
Altissimo imparerà a suonare la chitarra.
Negli anni Novanta intraprende una collaborazione con i Buio Pesto, con i quali incide "U
frigideiru" e per i quali scrive "Meno ma". Nel 1992 incide il
disco "Il dorso della balena", cui segue - due anni più tardi - la
raccolta "10 belle canzoni d'amore". Sempre nel 1994 esce la sua
prima opera letteraria, la raccolta di poesie "I mari interni", edita da Crocetti; nello stesso
periodo viene pubblicata anche un'altra raccolta di liriche,
"Riapprodi", per le Edizioni Rangoni. Nel 1995 incide l'album live
"Una vita in musica", e, a pochi giorni dalla morte di Mia Martini, si esibisce nel brano "Piccolo
uomo" (per l'occasione trasformato in "Piccola donna") durante
l'evento "Omaggio a Mia Martini" in scena a Lamezia Terme e
trasmesso su Raidue.
L'anno successivo pubblica "Johnny Bassotto e i suoi
amici", mentre nel 1997 scrive "Della quieta follia... dei
piemontesi". Dopo aver raccolto le sue poesie in "Versi facili",
per Edizioni Marittime, negli ultimi anni di vita vede peggiorare le proprie
condizioni di salute a causa del morbo
di Parkinson.
Nel 2002, dopo aver registrato il disco "Omaggio alla città
di Genova", pubblica poesie inedite in "Esercizi di sguardo";
inoltre, scrive per Mina "Certe cose si fanno", canzone contenuta
nell'album "Veleno", e su musica di Riccardo Zara realizza il testo
di "La gallina brasiliana", che partecipa al 45° Zecchino d'Oro;
l'anno seguente, incide l'album "Il manuale del piccolo esploratore".
Dopo aver lavorato al suo ultimo disco ("Tra cielo e mare: la Liguria dei
poeti"), nel 2005 scrive per Bompiani il romanzo "Il caso del
pompelmo levigato", e si esibisce in concerto a Lavagna con i Buio Pesto,
con i quali lavora anche per la realizzazione del film "Invaxon -
Alieni in Liguria".
Ammalatosi di cancro al fegato, dopo aver collaborato alla
realizzazione di "... a Pierangelo Bertoli",
disco-tributo nel quale canta "Sera di Gallipoli", muore il 24
ottobre 2006 a Peschiera Borromeo, nel Milanese: l'ultima canzone che scrive
prima di morire è "Barbiturici nel thè", per Viola Valentino. Dopo la
sua morte, viene pubblicato da Gammarò "Tanto domani mi sveglio.
Autobiografia in controcanto".
https://biografieonline.it/biografia-brubruno%20Lauzino-lauzi
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