Il 15 ottobre 1940 esce
nelle sale per la prima volta il film satirico statunitense Il Grande Dittatore di Charlie
Chaplin, in Europa sarà censurato dai nazifascisti e uscirà in gran parte
del continente solo dopo la guerra.
Il 12 novembre 1938, due
giorni dopo la notte dei cristalli (pogrom organizzato dai
nazisti in Germania contro gli ebrei su scala nazionale), Charlie
Chaplin depositò la prima sceneggiatura del suo film presso la Library
of Congress. Il titolo provvisorio era The Dictator e
Chaplin vi stava lavorando già da due anni. Nella sceneggiatura erano
presenti eventi realmente accaduti e oggetto di parodia come
la visita di Mussolini in Germania e l‘annessione
dell’Austria alla Germania.
Il 3 settembre 1939 furono distribuite
le copie della sceneggiatura; nello stesso giorno l’Inghilterra dichiarò
guerra alla Germania. La settimana successiva cominciarono in gran segreto le
riprese del film.
Chaplin sapeva che la maggior parte dei
mercati europei avrebbe rifiutato di distribuire la pellicola, come infatti
avvenne. Malgrado ciò fece di The Great Dictator il suo film più
costoso, grazie a un uso monumentale di comparse e per la ricchezza delle
scene e dei costumi, oltre che per la qualità del sonoro, esponendosi al
rischio di un fiasco commerciale da due milioni di dollari. L’attore-regista
era inoltre consapevole che il suo personaggio più celebre, Charlot,
sarebbe potuto di fatto “morire” una volta che avesse parlato, ma era
fortemente motivato a non tacere in quel momento così cruciale della storia.
Sebbene avesse cantato in un precedente film, questa fu in effetti la
prima pellicola in cui Chaplin ebbe dialoghi parlati.
In Italia il Minculpop emanò la
disposizione di “ignorare la pellicola propagandistica dell’ebreo Chaplin”
(sfruttando la diceria – peraltro falsa – che Chaplin fosse ebreo) e anche la
riedizione de Il grande dittatore fatta nel 1960 rimase a
lungo sotto censura: vennero infatti tagliate le sequenze in cui
appariva la moglie di Napaloni, chiaro riferimento alla vedova Mussolini, unica
persona vivente fra quelle a cui il film alludeva.
Nel Regno Unito il film venne inizialmente censurato per timore
di peggiorare i già difficili rapporti diplomatici con la Germania; tuttavia
proprio lo stesso anno la situazione tra i due belligeranti precipitò
irreparabilmente e così, affrancata dalla censura, la pellicola vide la sua prima
proiezione a Londra già nel 1941.
Nonostante le difficoltà di
distribuzione il film fu un grande successo, in effetti maggiore successo
commerciale di Chaplin, riconosciuto da critica e pubblico il suo più bello e
significativo. È ritenuto uno dei capolavori della storia del cinema.
La trama del film vede come protagonista un barbiere ebreo che
durante la prima guerra mondiale come addetto al funzionamento della grande
Berta, un enorme cannone, aveva salvato un ufficiale, Schultz,
rimanendo ferito e perdendo la memoria. Dopo anni passati in
ospedale, il barbiere torna a casa nel ghetto ebreo e si
sorprende nello scoprire come le cose siano cambiate drasticamente. Le
discriminazioni e i soprusi verso chi è ebreo sono all’ordine del giorno ma lui
è l’unico a reagire mentre gli altri subiscono quasi passivamente ormai
rassegnati. Lì conosce Hannah, giovane donna del ghetto, anche lei
insofferente alle angherie e alle miserabili condizioni di vita alle
quali Adenoid Hynkel, dittatore di Tomania, e i suoi scagnozzi
la costringono da tempo. La rappresaglia dei militari agli sberleffi del
barbiere e di Hannah prevederebbe l’impiccagione dell’uomo ad un lampione, se
non intervenisse a scongiurarla il comandante Schultz, che riconosce nel
barbiere il soldato che tanti anni prima gli aveva salvato la vita. Dopo
varie vicende, il barbiere e il dittatore Hynkel, che si
somigliano moltissimo nell’aspetto, vengono scambiati l’uno per
l’altro e così il barbiere diviene dittatore, mentre Hynkel, scambiato
per ebreo, finisce in un campo di concentramento. Nell’ultima scena il
barbiere, che deve fare il suo primo discorso pubblico nelle vesti di Hynkel,
si lancia in una denuncia dell’odio, della tirannia e del razzismo,
appellandosi alla fratellanza e all’amore tra tutti gli esseri umani.
Qui il link alla scena finale del film, mentre qui il link a una scena altrettanto famosa, raffigurante
il dittatore Hynkel che gioca col mappamondo accompagnato da una musica di
Richard Wagner (compositore apprezzato da Hitler).
Immagine d’apertura: poster del film per
la prima uscita nelle sale nel 1940
https://www.paesesera.toscana.it/esce-nelle-sale-il-grande-dittatore/
Nessun commento:
Posta un commento