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domenica 17 ottobre 2021

Lo Sapevate Che: La Giornata mondiale del rifiuto della miseria: La giornata mondiale del rifiuto della miseria fu celebrata per la prima volta il 17 ottobre 1987 a Parigi, quando centomila difensori dei diritti umani di ogni paese cotra miseria, condizione e origine, si riunirono sul Sagrato dei Diritti dell'Uomo, al Trocadéro su iniziativa di padre Joseph Wresinski. Wikipedia

 

Il 17 ottobre del 1987 all’appello di Padre Joseph Wresinski, fondatore del Movimento Atd-Quarto Mondo, centomila persone risposero riunendosi sul sagrato “delle libertà e dei diritti dell’uomo”

 

Il 17 ottobre del 1987 all’appello di Padre Joseph Wresinski, fondatore del Movimento Atd-Quarto Mondo, centomila persone risposero riunendosi sul sagrato “delle libertà e dei diritti dell’uomo” del Trocadero a Parigi per rendere onore alle vittime della fame, della violenza e dell’ignoranza e per annunciare il loro rifiuto della miseria. In tale occasione venne scoperta una lapide, dove nel 1948 era stata firmata la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Da allora sono passati 30 anni ed ogni anno il 17 ottobre i poveri e coloro che combattono miseria ed esclusione sociale si riuniscono in diverse parti del mondo perché la dignità e la libertà di tutti siano rispettate: così è nata la Giornata mondiale del rifiuto della miseria. Una replica della lapide è stata posta sul Sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma il 15 ottobre del 2000.

Ma quale è il profondo significato della lapide? Nel 1982 passando in un luogo dove era stato demolito un quartiere dei poveri, Padre Joseph ebbe a dire: «Quante lacrime sono state versate su questo suolo, quante sofferenze hanno sopportato centinaia di famiglie su questi luoghi! Quante grida hanno lacerato il cielo! Nessuna stele, nessun monumento è stato innalzato, nessuna targa commemorativa è stata posta... solo la carne degli uomini ne porta la cicatrice. Eppure, in questi luoghi l’umanità ha sofferto come in nessuna altra parte. Abbiamo visto bambini mendicare, ricoperti di vergogna. Abbiamo visto grandi umiliazioni... Chi le saprà? Chi ne sarà testimone?».

E quando cinque anni più tardi, nel 1987, Padre Joseph fece scoprire a Simone Weil la lapide in onore delle vittime della miseria, disse: «Con questa lapide l’umanità deve potersi ricordare i grandi testimoni della storia; gli umili, i piccoli, le inezie di tutti coloro che, giorno dopo giorno, provano a vivere i valori che forse loro non hanno appreso, ma che le loro vite, i loro cuori e le loro intelligenze hanno fatto loro scoprire». La lapide posta sul sagrato del Trocadero, così come le sue repliche nel mondo, rappresenta dunque un monito per tutti i cittadini, che devono prendere coscienza delle sofferenze dei più poveri e combatterle; e al tempo stesso è una traccia, la memoria del “passaggio” sofferto nella storia di una parte fondamentale dell’umanità, i più poveri, che Padre Joseph non esita ad indicare come i “veri” testimoni di Dio. La fede di Padre Joseph nelle risorse e nei valori dei più poveri si univa quindi alla difesa della loro dignità poiché essi vengono considerati inutili e “invisibili”.

Come non trovare nel pensiero di Padre Joseph una forte assonanza con quello di Papa Francesco? La lapide ricorda i milioni e milioni di persone, le vittime della miseria, che sono passate nella nostra storia senza lasciare traccia. È la cultura dello “scarto” costantemente evocata da Papa Francesco che caratterizza il nostro modo di essere e di vivere e il motto di questa trentesima Giornata mondiale è: «Per un mondo che non lasci nessuno indietro». Anche le strategie di contrasto della povertà sono molto simili nel pensiero di Papa Francesco e di Padre Joseph. «Quell’idea delle politiche sociali – afferma Papa Francesco – concepite come delle politiche “verso” i poveri, ma mai “con” i poveri, mai “dei” poveri e tanto meno inserita in un progetto che riunisca i popoli, mi sembra a volte una specie di carro mascherato per contenere gli “scarti” del sistema».

E Padre Joseph parlando dei più poveri sottolineava come «questi uomini, abbrutiti e spossati nel corpo e nello spirito, sanno cose che gli altri rischiano di non comprendere mai, nemmeno di immaginare». Il protagonismo dei poveri e l’approfondimento del loro sapere, di cui spesso loro stessi sono inconsapevoli, rappresentano le nuove mete della lotta alla povertà che caratterizza questa Giornata Mondiale. Il monito della lapide che invita tutti i cittadini a esprimere solidarietà nei riguardi di coloro che vivono nella miseria, ha certamente una valenza ancor maggiore per le istituzioni che in questa Giornata sono tenute a dar conto, secondo la raccomandazione dell’Onu ratificata dal nostro Paese, di ciò che viene fatto per i più poveri. Questo è il significato dell’evento che verrà celebrato oggi dalle 10 alle 13 alla Camera dei Deputati.

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/i-poveri-e-il-loro-sapere-nessuno-scarto

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