Il 17
ottobre del 1987 all’appello di Padre Joseph Wresinski, fondatore del Movimento
Atd-Quarto Mondo, centomila persone risposero riunendosi sul sagrato “delle
libertà e dei diritti dell’uomo”
Il 17 ottobre del 1987 all’appello di Padre Joseph Wresinski,
fondatore del Movimento Atd-Quarto Mondo, centomila persone risposero
riunendosi sul sagrato “delle libertà e dei diritti dell’uomo” del Trocadero a
Parigi per rendere onore alle vittime della fame, della violenza e
dell’ignoranza e per annunciare il loro rifiuto della miseria. In tale
occasione venne scoperta una lapide, dove nel 1948 era stata firmata la Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo. Da allora sono passati 30 anni ed ogni anno
il 17 ottobre i poveri e coloro che combattono miseria ed esclusione sociale si
riuniscono in diverse parti del mondo perché la dignità e la libertà di tutti
siano rispettate: così è nata la Giornata mondiale del rifiuto della miseria.
Una replica della lapide è stata posta sul Sagrato della Basilica di San
Giovanni in Laterano a Roma il 15 ottobre del 2000.
Ma quale è il profondo significato della lapide? Nel 1982 passando
in un luogo dove era stato demolito un quartiere dei poveri, Padre Joseph ebbe
a dire: «Quante lacrime sono state versate su questo suolo, quante sofferenze
hanno sopportato centinaia di famiglie su questi luoghi! Quante grida hanno
lacerato il cielo! Nessuna stele, nessun monumento è stato innalzato, nessuna
targa commemorativa è stata posta... solo la carne degli uomini ne porta la
cicatrice. Eppure, in questi luoghi l’umanità ha sofferto come in nessuna altra
parte. Abbiamo visto bambini mendicare, ricoperti di vergogna. Abbiamo visto
grandi umiliazioni... Chi le saprà? Chi ne sarà testimone?».
E quando cinque anni più tardi, nel 1987, Padre Joseph fece
scoprire a Simone Weil la lapide in onore delle vittime della miseria, disse:
«Con questa lapide l’umanità deve potersi ricordare i grandi testimoni della
storia; gli umili, i piccoli, le inezie di tutti coloro che, giorno dopo
giorno, provano a vivere i valori che forse loro non hanno appreso, ma che le
loro vite, i loro cuori e le loro intelligenze hanno fatto loro scoprire». La
lapide posta sul sagrato del Trocadero, così come le sue repliche nel mondo,
rappresenta dunque un monito per tutti i cittadini, che devono prendere
coscienza delle sofferenze dei più poveri e combatterle; e al tempo stesso è
una traccia, la memoria del “passaggio” sofferto nella storia di una parte
fondamentale dell’umanità, i più poveri, che Padre Joseph non esita ad indicare
come i “veri” testimoni di Dio. La fede di Padre Joseph nelle risorse e nei
valori dei più poveri si univa quindi alla difesa della loro dignità poiché
essi vengono considerati inutili e “invisibili”.
Come non trovare nel pensiero di Padre Joseph una forte
assonanza con quello di Papa Francesco? La lapide ricorda i milioni e milioni
di persone, le vittime della miseria, che sono passate nella nostra storia
senza lasciare traccia. È la cultura dello “scarto” costantemente evocata da
Papa Francesco che caratterizza il nostro modo di essere e di vivere e il motto
di questa trentesima Giornata mondiale è: «Per un mondo che non lasci nessuno
indietro». Anche le strategie di contrasto della povertà sono molto simili nel
pensiero di Papa Francesco e di Padre Joseph. «Quell’idea delle politiche
sociali – afferma Papa Francesco – concepite come delle politiche “verso” i
poveri, ma mai “con” i poveri, mai “dei” poveri e tanto meno inserita in un
progetto che riunisca i popoli, mi sembra a volte una specie di carro
mascherato per contenere gli “scarti” del sistema».
E Padre Joseph parlando dei più poveri sottolineava come «questi
uomini, abbrutiti e spossati nel corpo e nello spirito, sanno cose che gli
altri rischiano di non comprendere mai, nemmeno di immaginare». Il protagonismo
dei poveri e l’approfondimento del loro sapere, di cui spesso loro stessi sono
inconsapevoli, rappresentano le nuove mete della lotta alla povertà che
caratterizza questa Giornata Mondiale. Il monito della lapide che invita tutti
i cittadini a esprimere solidarietà nei riguardi di coloro che vivono nella
miseria, ha certamente una valenza ancor maggiore per le istituzioni che in
questa Giornata sono tenute a dar conto, secondo la raccomandazione dell’Onu
ratificata dal nostro Paese, di ciò che viene fatto per i più poveri. Questo è
il significato dell’evento che verrà celebrato oggi dalle 10 alle 13 alla
Camera dei Deputati.
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/i-poveri-e-il-loro-sapere-nessuno-scarto
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