Cornamuse, kilt tradizionali, whisky,
stemmi originali ed i discendenti di un clan scozzese… No, non vi stiamo
proponendo un viaggio al di là della Manica, ma una escursione nelle montagne
piemontesi. Sì, perché in Piemonte, e più precisamente nella valle Cannobina
tra il Lago Maggiore e l’Ossola, si nasconde un vero e proprio borgo di origini
scozzesi. Si tratta di Gurro, piccolo
paesino di appena 212 abitanti sul confine con la Svizzera.
La leggenda narra infatti che nel 1525,
dopo la disastrosa battaglia di Pavia, il Re Francesco I di Francia si arrese
all’Imperatore Carlo V. I pochi superstiti del I Reggimento delle guardie
scozzesi del re di Francia, ripartirono verso casa dopo la battaglia. Una volta
giunti in Val Cannobina furono costretti a fermarsi fino a primavera a causa
della neve. L’ambiente ostile ed inaccessibile ma allo stesso tempo fertile di
quelle terre, ricordò loro le Highland scozzesi e
decisero dunque di fermarsi lì.
A dimostrazione della permanenza di
questi soldati scozzesi ci sono: i registri parrocchiali del paese dove è
possibile leggere i nomi dei loro discendenti, come Lenatt e Dromont, fino al
1960; il dialetto locale che comprende circa 800 parole di origine gaelica(come
attestato da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Zurigo); i
cognomi come Pattriti, Donaldi e Gibi che deriverebbero dagli scozzesi
Fitzpatrick, MacDonald e Gibb.
Inoltre, a livello architettonico, sono
state riconosciute nelle abitazioni del villaggio travi a forma di croce di
Sant’Andrea tipiche delle antiche architetture della Scozia e che non si
riscontrano in nessun altro villaggio della valle.
Nel 1973 il tenente colonnello Gayre of Gayre and Nigg barone di Lochoreshyredopo
diverse ricerche storiche, appurata l’appartenenza dei gurresi al Clan, decise
di utilizzare la funzione del rilascio del bando di adozione per fare in modo
che gli abitanti del piccolo borgo di Gurro potessero usufruire dei diritti
riservati agli appartenenti ai Clan scozzesi e precisamente a quelli riservati
alla Setta del Clan Gayre. In occasione del riconoscimento, furono donati a
Gurro il kilt ufficiale del Clan Gayre (il cui colore
principale è il verde) e la sporran originale (la
borsetta di pelle e pelo usata come portaoggetti e per evitare che il kilt si
sollevi).
Il kilt e la sporran originali sono
conservati nel Museo Etnografico di Gurro e della Valle Cannobina insieme ad altri oggetti tradizionali del
territorio come abiti, vasellame, giocattoli, attrezzi da lavoro, utensili vari
e molto altro.
Come segno di vicinanza alle proprie
origini scozzesi, ancora oggi la popolazione si veste con il kilt la domenica
ed in ricorrenze particolari. La seconda domenica di Luglio, inoltre, in
occasione della festa del paese gli abitanti sfilano con il tartan suonando la
cornamusa. www.guidatorino.com
Nessun commento:
Posta un commento