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domenica 31 marzo 2019

Lo Sapevate Che: Cultura in pillole: Siete ossessionati dalla scelta del cibo "giusto"? Potreste essere ortoressici....


Un'alimentazione corretta fa bene. Ma se la scelta del cibo e la pianificazione dei pasti diventano un'ossessione, questo potrebbe creare più di un problema: per la vostra salute e e per la vostra vita sociale.
  
Pensate alla vostra dieta più di 3 ore al giorno? Pianificate i pasti con giorni di anticipo e vi sentite in colpa quando sgarrate? Mangiare in modo sano aumenta di molto la vostra autostima? Quando il cibo “giusto” diventa un’ossessione, si ha a che fare con l’ortoressia.
  
Il termine deriva dal greco orthós, che significa giusto o corretto, e òrexis, che significa appetito, e indica una preoccupazione maniacale per la qualità del cibo consumato, tale da arrivare a imporsi regole alimentari sempre più strette, psicologicamente e fisicamente malsane, che possono portare a malnutrizione, perdita di peso e causano isolamento sociale.

Spesso, infatti, gli ortoressici preferiscono mangiare da soli e rifiutano inviti a cena o al ristorante, per non consumare piatti preparati da altri, nel timore che non siano abbastanza sani. Il primo a descrivere l’ortoressia è stato un medico californiano, Steven Bratman, che nel 1996 ha messo a punto anche un test per valutare la presenza di questo disturbo alimentare nei suoi pazienti.

Anche un team di ricercatori italiani, coordinato da Lorenzo Maria Donini, docente di Scienza dell’alimentazione alla Sapienza di Roma, ha elaborato un test diagnostico. Si chiama Orto-15 ed è un questionario per valutare la presenza di comportamenti ossessivi riguardo a scelta, acquisto, preparazione e consumo degli alimenti.
focus.it/scienza/salute/

Speciale: Carrellata di Antipasti!....


Carpione alla Piemontese:

Voglio proporvi un misto in carpione, in modo da permettervi di gustare più cibi e soddisfare la curiosità vostra e dei vostri commensali.

Carpione alla Piemontese

Ingredienti: Bistecchine di vitello e di pollo tagliate sottili, uova, zucchine, melanzane, farina, pan grattato, sale, pepe (a piacere), cipolla rossa di Tropea, carota, sedano bianco, aglio, salvia, aceto di vino bianco, vino bianco secco.
E ora via con la preparazione.

Prima di fare il carpione dovrete avere pronti tutti gli alimenti che andrete a coprire con la marinatura. Cominciate quindi impanando in un misto di farina e pangrattato le bistecchine che avrete passato nell’uovo sbattuto e leggermente salato. Fatele quindi cuocere in una padella con abbondante olio e successivamente ponetele su una carta assorbente per farle asciugare.

Nel frattempo tagliate le zucchine e le melanzane nel senso della lunghezza a fettine sottili e fatele grigliare su una piastra ben calda e leggermente oliata, salate e pepate.
In un piccolo padellino preparate le uova all’occhio di bue, salate e pepate anch’esse.

Ora è il momento di preparare la marinata.
Tagliate a fettine non troppo sottili la cipolla rossa, a bastoncini non troppo lunghi la carota e il sedano bianco e fate soffriggere il tutto in una padella ampia con olio extra vergine d’oliva e uno spicchio d’aglio. Quando le verdure saranno leggermente appassite, aggiungete un bicchiere di aceto bianco e due bicchieri di vino bianco secco, portate ad ebollizione, aggiungete una manciata di foglie di salvia e un pizzico di sale grosso, fate cuocere a fuoco medio per un paio di minuti.

Assaggiate quindi la marinata, questo gesto è importante perché tutto può essere corretto; se il sapore è troppo acido, aggiungete un po’ d’acqua o vino bianco, viceversa dovesse risultare troppo morbido, rafforzate con un po’ di aceto.

Prendete un contenitore di vetro trasparente, ponete sul fondo le vostre bistecchine e copritele con un mestolo di marinata, quindi aggiungete le zucchine e le melanzane e coprite con altra marinata, per ultime mettete le uova e versate la marinata rimasta accompagnata dalle verdure soffritte e dalla salvia.
Lasciate raffreddare, mettete in frigo e uscite a mangiare una pizza perché il vostro carpione non sarà pronto fino all’indomani.

Utilizzando la stessa ricetta della marinatura potrete anche carpionare i pesciolini argentati che vanno precedentemente infarinati e fritti o pesci di fiume più grossi come trote, carpe e tinche che vanno sfilettate e preparate come le bistecchine. Buon appetito!

Uova, Asparagi e Tartufo
Per 2 persone

2 fette di pane casereccio, 12 asparagi verdi, 4 uova intere, panna fresca, olio di tartufo, scaglie di pecorino, burro, olio, sale, pepe nero in grani.

Lavare gli asparagi dal residuo terroso e tagliare la parte del gambo legnosa.
Saltare in una padella le punte in 2 cucchiai d’olio.
In una ciotola sbattere un poco le uova. Sciogliere due cucchiai di burro in una padella e a fuoco basso, versare le uova e strapazzarle, sbattendole con una forchetta. Spegnere la fiamma e aggiungere 2 cucchiai di panna, 1 cucchiaio di olio di tartufo, regolare di sale e spolverizzare con pepe macinato al momento.
Distribuire le uova sulle fette di pane casereccio prima fatte abbrustolire, completare con gli asparagi e le scaglie di pecorino.

Muffin al Chili, ricetta del Messico
Per 12 muffin

125 gr di farina, 65 gr di farina di mais fine, 1 cucchiaino di lievito in polvere, 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio, 2 cucchiaini di semi di cumino, un grosso pizzico di sale, 2 peperoncini piccanti privati dei semi e tritati finemente, 3 cucchiai di coriandolo fresco tritato, 1 cucchiaio di zucchero di canna, 1 uovo sbattuto, 125 gr di latticello, 40 gr di burro ammorbidito, olio. Stampini da muffin

Ungere leggermente 12 stampini da muffin con olio.
In una grande terrina mettere le due farine, il lievito, il bicarbonato, il cumino, il sale, il peperoncino, il coriandolo e lo zucchero. Mescolare, poi aggiungere l’uovo, il latticello e il burro. Amalgamare bene il tutto fino ad ottenere un umido composto e se necessario aggiungendo ancora un po’ di latticello.
Riempire gli stampini con il composto sino a ¾ dello stampino e fare cuocere in forno preriscaldato a 200° per 15 minuti. Sfornare e lasciarli raffreddare almeno 10 minuti prima di toglierli dagli stampini. Servirli con salsa guacamole, panna acida e salsa di pomodoro.

Mousse con Tonno in scodelline
Per 4 persone

170 gr di farina, 90 gr di burro, 250 gr di ventresca di tonno sott’olio, capperi sotto sale, 2 cipollotti, qualche pomodorino, 70 gr di formaggio fresco, 1 limone, sale, pepe. Burro e farina per gli stampini di alluminio.

In una ciotola versare la farina a fontana e aggiungere al centro il burro a cubetti prima fatto ammorbidire a temperatura ambiente, una presa di sale, ½ bicchiere di acqua fredda e lavorare velocemente gli ingredienti, formando una palla che avvolgerete nella pellicola e terrete in frigorifero per 30 minuti.
Appoggiare la palla di pasta su un piano di lavoro infarinato e stenderla a pochi mm di altezza. Con un bicchiere ricavare delle forme rotonde con cui fodererete degli stampini di alluminio prima imburrati e infarinati.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 15 minuti. Togliere dal forno, far raffreddare le scodelline e toglierle dagli stampini.
Nel mentre frullare il tonno, scolato dal liquido, con i cipollotti ridotti a fettine, 2 cucchiai di capperi dissalati, il formaggio, il succo di limone. Sale e pepe q.b.
Riempire con frullato messo in una tasca da pasticceria a bocca dentellata, le scodelline e guarnirle con metà pomodorino.

sabato 30 marzo 2019

Lo Sapevate Che: Nostra compagna la Malinconia...


La nostra specie si distingue dalle altre soprattutto per la quantità e la qualità dei sentimenti. Non è colpa né merito nostro se ne abbiamo alcuni molto positivi o perlomeno giudicati tali da noi e dagli altri, oppure negativi, in questo caso giudicati da chi ci conosce e non ci apprezza. Un elenco è utile averlo in mente, significa conoscere il meglio possibile il mondo nel quale viviamo. Ci sono: l’amore, la simpatia, l’amicizia, l’odio, la rabbia, l’ira, la curiosità, il coraggio, la paura, la timidezza. Potrei continuare a lungo e spesso ne ho parlato negli articoli e soprattutto nei libri e nei romanzi che ho scritto nel corso della mia lunga esistenza. Tra i vari sentimenti ce n’è uno molto particolare e piuttosto difficile da decifrare anche perché si chiama in due modi: la melancolia o melanconia. Hanno significati particolarmente diversi: la melancolia è una malattia nervosa, che i neurologi curano sia con appositi medicinali e sia con una cura settimanale di carattere psicologico. La melancolia fu tra l’altro una specialità medica con la quale Fred cominciò la sua attività. Uno degli strumenti usato da quello che fondò di fatto la scienza psicologica, fu proprio la melancolia, per la quale Fred addormentava i suoi pazienti e parlava con essi il cui sonno era di carattere del tutto particolare, nel senso che sentivano in qualche modo ciò che il loro medico diceva, non erano in grado di rispondere ma le parole del medico le percepivano e ne subivano gli effetti benefici. La cura di questo genere durava inevitabilmente a lungo, per alcuni mesi e a volte era addirittura permanente perché aiutava quella persona a vivere nel modo più normale possibile, ma non riusciva a guarirla. Col tempo poi Freud cambiò e diventò il fondatore dell’inconscio, di fatto un medico filosofo e un caposcuola che diffuse questa cura in una società nella quale i malati di melancolia erano molto aumentati: la vita moderna è il bacillo che porta con sé la malattia. La malinconia è un sentimento del tutto diverso: non è una malattia ma un aspetto del carattere. Non è molto diffusa come elemento caratteriale permanente. In alcuni casi lo è, ma nella maggior parte la malinconia si fa sentire in alcune circostanze ma poi scompare per molto tempo. Può riaffiorare perché è un fenomeno a volte interiore; altre volte invece si è malinconici per eventi esterni che ti sono accaduti e provocano elementi connessi con la tua vita. Talvolta ci sono tipi di malinconia che suscitano sentimenti poetici: i poeti sono spesso malinconici: lo era Saffo, lo furono tutti i poeti dello Stil Novo, a cominciare da Guido Cavalcanti e lo furono perfino Dante e Shakespeare. Non faccio l’elenco della poesia dominata da sentimenti malinconici perché sono una quantità innumerevole e in tutte le epoche. Desidero soltanto fare i nomi di Edgar Allan Poe e Federico Garcia Lorca. Ho raccontato in uno dei miei libri che la malinconia ha influito spesse volte sulla mia vita, quando ero molto giovane, tra i diciotto e i venticinque anni. Poi scomparve ma avendo ben conosciuto quei sentimenti e comportamenti che ne derivavano, utilizzai questa conoscenza personale quando scrissi dei romanzi e creai dei personaggi attraverso i quali rievocavo la mia gioventù o perlomeno un aspetto di essa. Ho parlato di alcuni grandi poeti uno dei quali è stato Gabriel D’Annunzio fu malinconico nella sua vita che fu molto complessa e, non soltanto come poeta, non sembra dimostrare una malinconia innata e permanente. Ci sono tuttavia una serie di poesie che sono le più belle che abbia scritto, nelle quali la malinconia è il sentimento dominante. Tra queste nell’Acyone l’ode molto ampia e molto intrisa di malinconia è titolata “’oleandro” dove, insieme a un gruppo di donne e uomini reciprocamente legati da sentimenti amorosi e da desideri sessuali, è addirittura presente fisicamente il personaggio della Malinconia la quale assiste senza mai parlare a tutte le vicende contenute in quella sorta di poema che ha nel suo centro il rapimento di Daine da parte del dio Apollo. La Malinconia assiste silenziosa a quanto avviene intorno a lei e quando quel poemetto si chiude e tutti se ne vanno e di fronte al mare rimane soltanto Lei, la malinconia.
“Oblia la Notte tutte le sue stelle
Che con lei piangeremo ella non sa.
Il grido dell’allodola domani
dall’amor nostro ci disgiungerà.
Un’altra era con noi ma restò muta
tra gli oleandri lungo il bianco mare”.
Inutile dire che un grandissimo poeta dominato dalla malinconia è Giacomo Leopardi. Voi che mi state leggendo sapete benissimo, credo, che cos’è la malinconia. Debbo dire che un carattere completo lo è soltanto se la malinconia l’ha conosciuta anche se poi i più delle volte è rimasta “muta e sola con il bianco mare”.
Eugenio Scalfari – Il vetro soffiato – L’Espresso – 24 marzo 2019 -

Lo Sapevate Che: Cultura in pillole: Come funziona il sistema immunitario....


Il nostro organismo è dotato di un vero e proprio apparato difensivo, indispensabile per la protezione da numerose sostanze estranee. La maggior parte di queste sostanze è costituita da vari tipi di microrganismi, come batteri, funghi, protozoi e virus. Ognuno di questi mostra sulla propria superficie delle molecole denominate antigeni, le quali vengo riconosciute come estranee dal sistema immunitario e quindi attaccate.
Gli Organi del Sistema Immunitario
Il Sistema Immunitario è costituito da un complesso insieme di organi e cellule altamente specializzate, dislocate in varie parti del corpo, che cooperano, ciascuna con un ruolo ben determinato, alla difesa dell'organismo dalle infezioni.
I linfonodi e i vasi linfatici fanno parte di un particolare sistema circolatorio che trasporta la linfa, un fluido trasparente che contiene principalmente globuli bianchi denominati linfociti. La linfa viene poi drenata nel torrente circolatorio dove va a confluire nel sangue. I linfonodi costituiscono delle stazioni all'interno della circolazione linfatica, dove le cellule del sistema immunitario possono riprodursi per contrastare uno specifico agente estraneo.
La milza, localizzata nella parte superiore sinistra dell'addome, costituisce un altro punto di raccolta, dove le cellule linfatiche trasportano gli organismi estranei che sono stati convogliati dal sistema linfatico. Tessuto linfatico si può trovare dislocato anche in altre parti del corpo ed anche all'interno di altri organi, come il midollo osseo ed il timo. Anche le tonsille, le adenoidi e l'appendice sono formate da tessuto linfatico.
Come lavora il sistema Immunitario
I vari tipi di cellule del sistema immunitario vengono prodotti nel midollo osseo; questo tessuto si trova all'interno di alcune ossa dell'organismo, in particolare delle ossa larghe e piatte come per esempio quelle che formano il bacino. Le cellule più importanti sono i linfociti. Esistono due classi particolari di linfociti: i Linfociti B, che si sviluppano nel midollo osseo, e i linfociti T, che maturano nel timo, un organo situato nel torace dietro lo sterno.
I linfociti B sono deputati alla produzione degli anticorpi, particolari molecole proteiche che circolano nel sangue e che sono in grado di riconoscere sostanze estranee, e quindi di legarsi ad esse "marcandole" per la successiva distruzione da parte di altre cellule del sistema immunitario. Gli anticorpi contengono una regione altamente specifica per riconoscere uno specifico antigene, con un legame diretto ed univoco come quello di una chiave con la sua serratura.
I linfociti B e gli anticorpi fanno parte della cosiddetta immunità umorale.
I linfociti T, anch'essi presenti nel sangue e nei tessuti linfatici, sono invece in grado di attaccare e di distruggere cellule alterate che essi riconoscono come estranee. I Linfociti T fanno parte della cosiddetta immunità cellulo-mediata, e sono in grado di regolare e coordinare l'intero sistema immunitario.

Esistono due tipi principali di linfociti T:
Linfociti T regolatori: sono necessari ad orchestrare la risposta immunitaria coordinando diversi tipi di cellule, ognuna con dei compiti ben precisi. Fanno parte di queste cellule i cosiddetti Linfociti T Helper (conosciuti anche come linfociti CD4+), in grado per esempio di attivare i linfociti B per la produzione degli anticorpi, oppure altre cellule del sistema immunitario come i macrofagi, capaci di fagocitare sostanze estranee.
Altri linfociti T, come i Linfociti T citotossici (conosciuti anche come linfociti CD8+), sono in grado di diventare cellule killer che attaccano e distruggono cellule infettate.

Speciale: Il menù del sabato!...


Bocconcini di Pollo con Fave e riso Pilaf
Per 4 persone

500 gr di petto di pollo, 300 gr di fave fresche sgusciate, 1 cipolla, ½ bicchiere di vino bianco, 1 dl di brodo, un mazzetto di prezzemolo, burro, olio, sale e pepe. Per il riso Pilaf: 300 gr di riso Patna, 1 cipolla, 1 lt di brodo, 50 gr di burro.

Lavare i petti di pollo, asciugarli e dividerli a pezzetti. In un tegame con 30 gr di burro e 4 cucchiai d’olio, farvi rosolare da tutti i lati i pezzetti di pollo, salare e pepare, versare il vino bianco e fare evaporare. Togliere i pezzetti di pollo dal tegame, scolandoli dal fondo di cottura e tenerli a parte al caldo. Nello stesso fondo di cottura del tegame, soffriggervi la cipolla, sbucciata e tritata, aggiungere le fave e farle rosolare qualche minuto, unirvi i bocconcini di pollo, aggiungere il brodo caldo e continuare la cottura a fuoco dolce per 15 minuti. Servire caldo, cospargendo la preparazione con prezzemolo, tritato fine e accompagnando con il riso pilaf.

Per il riso pilaf:

In una pirofila da forno che si possa coprire, fate appassire una cipolla bianca in 50 gr di burro (attenzione che se la pirofila fosse di vetro, dovete mettere sotto, sul fuoco, uno spargifiamma), aggiungete il riso e sempre mescolando, cuocetelo per 4 minuti. Unite il brodo caldo e mescolate, portate a ebollizione, coprite la pirofila perfettamente e mettetela in forno preriscaldato a 180°, fate cuocere per 16 minuti, finché l’acqua sia completamente assorbita.


Speciale Bavarese alle Fragole
Per 6-8 persone

2 dl e ½ di latte, gr 150 di purea di fragole, qualche fragola intera,  5 dl di panna montata, 4 uova, gr 200 di zucchero, 1 pezzo di vaniglia, 4 fogli di colla di pesce, gr 35 di zucchero a velo.

Fate bollire il latte, poi unitevi la stecca di vaniglia che resterà in infusione per 15 minuti. Sbattete bene i tuorli con lo zucchero, diluite con latte intiepidito, unite anche la colla di pesce prima ammollata in acqua e ben strizzata. Mettete al fuoco e mescolando fate stringere la crema.
Lasciate intiepidire e aggiungete la purea di fragole, le chiare montate a neve con 25 gr di zucchero a velo, la panna montata e un paio di fragole tagliate a pezzettini.
Versate la massa in uno stampo da budino prima inumidito con acqua e ben scolato e mettetelo nel freezer per almeno 3 ore.
Togliete lo stampo dal frigorifero e mettetelo a bagno per pochi secondi in acqua caldo. Sformate la bavarese sul piatto di portata, contornandola con le fragole fatte a fette spesse, spolverandole di zucchero a velo.

venerdì 29 marzo 2019

Lo Sapevate Che: Cultura in pillole: Ora solare-ora legale: dal Parlamento UE un primo "sì" all'abolizione del cambio...


Il 2021 potrebbe essere l'ultimo anno con cambio dell'ora stagionale, ma a ogni Paese sarà data libertà di scegliere se mantenere l'orario estivo o quello invernale. Se la proposta fosse confermata, sarebbe il caos dei fusi orari.

Alle 2 di notte di domenica 31 marzo l'orologio segnerà le 3. Se è di quelli che si aggiornano automaticamente (cellulari, tv, computer...), altrimenti dovete provvedere da soli a spostare le lancette in avanti di un'ora. Probabilmente sarà l'ultima volta che facciamo il passaggio dall'ora solare (quella di autunno e inverno, per intenderci) all'ora legale (primavera ed estate).

Dunque, (forse) basta col cambio stagionale tra ora solare e ora legale: il Parlamento UE si è detto favorevole a sospendere la convenzione che vuole che si spostino in avanti o indietro le lancette dell'orologio per sfruttare al massimo le ore di luce a disposizione e ridurre i consumi energetici.


OGNUNO PER SÉ! Con il voto a favore si è approvata la proposta della Commissione Europea, promossa da alcuni Paesi del Nord Europa sulla scorta di una consultazione ai cittadini sull'utilità del cambio dell'ora, anche se con alcune modifiche. La Commissione chiedeva la soppressione del cambio d'ora già dal 2019, con il mantenimento per tutti dell'ora legale (l'orario estivo, per intenderci).


La nuova proposta rimanda l'abolizione del cambio al 2021 e, in più, lascia a ogni Paese la facoltà di decidere a quale dei due "fusi orari" attenersi.

FRAMMENTAZIONE EUROPEA. Dove si deciderà di mantenere l'orario estivo, si dovranno spostare le lancette per l'ultima volta l'ultima domenica di marzo del 2021 (per poi restare sull'ora legale "per sempre").

Dove si deciderà di mantenere l'ora "invernale", quella solare, per intenderci, si modificherà l'ora per l'ultima volta l'ultima domenica di ottobre del 2021.

Il (discutibile?) compromesso si è reso necessario per arrivare alla maggioranza e approvare la riforma, ma la mancanza di uniformità tra i Paesi membri della UE potrebbe creare problemi soprattutto di natura economica, nei trasporti, nelle comunicazioni e negli scambi commerciali.

Lo stesso Parlamento UE deve averlo messo in conto, perché ha previsto che la Commissione possa presentare una proposta per posporre l'abolizione di 12 mesi (al massimo), se dovesse ritenere che il nuovo mix orario «possa ostacolare significativamente e permanentemente il funzionamento del mercato unico».

La proposta andrà ora negoziata tra il Parlamento e il Consiglio dell'UE, che riunisce i rappresentanti dei governi dell'Unione Europea: non è detto, quindi, che venga confermata, ma se lo fosse, ogni Paese avrebbe tempo fino all'aprile 2020 per scegliere "da che parte stare".

CHI NON L'HA PROPOSTO. I Paesi del Sud dell'Europa sono quelli ai quali, per ragioni di latitudine, il cambio dell'ora conviene di più. Italia, Spagna e Portogallo, per esempio, si trovano a circa metà strada tra Polo Nord ed equatore, e ciò fa sì che la quantità di ore di luce non vari di molto tra estate e inverno. Spostando le lancette avanti di un'ora, a marzo e fino a ottobre (ora legale), in estate abbiamo luce fino alle 21 e ci svegliamo che il cielo è già chiaro. Non abbiamo il problema di avere luce fino a troppo tardi la sera, come invece avviene nel Nord Europa.  
focus.it/cultura/curiosita/ora-solare-ora-legale

Speciale: Piatti marinari!...


Vongole in Zuppa
Per 4 persone

1,5Kg di vongole, 2 cipolle bionde, 2 pomodori, 1 spicchio d’aglio, prezzemolo, alloro, 50 gr di prosciutto cotto, 50 gr di salsiccia secca piccante, paprica dolce, farina, vino bianco, aceto bianco, olio, sale e pepe.

Mettete le vongole in una ciotola, copritele con acqua fredda, unite 2 cucchiai di sale grosso e fate spurgare per 2 ore.
Sbucciate le cipolle e fatele a fettine, pelate lo spicchio d’aglio e tritatelo. Scaldate in una padella 4 cucchiai d’olio, unite cipolle, aglio, un pizzico di prezzemolo e una foglia di alloro, fate soffriggere per 4 minuti, eliminate il prezzemolo e l’alloro, fate raffreddare.
In un profondo e largo tegame, versatevi metà del soffritto, disponetevi sopra metà delle vongole nel guscio sciacquate sotto l'acqua corrente e scolate. Aggiungete metà del prosciutto cotto a strisce e metà della salsiccia secca a fettine. Pelate i pomodori, riduceteli a dadini e aggiungetene metà sopra il composto. Insaporite il tutto con un cucchiaio di paprika dolce e una macinata di pepe, ripetete gli strati, dal soffritto sino ai pomodori, finendo gli ingredienti.
Sbattete in una ciotola ½ cucchiaio di farina con 3 cucchiai di vino bianco secco e ½ cucchiaio di aceto bianco, versate la pastella nella pentola, chiudete col coperchio e cuocete a fuoco basso per 15 minuti. Portando il tegame in tavola, apritelo e profumate con un cucchiaio di prezzemolo tritato. Servite.

Cannocchie e Melanzane
Per 4 persone

800 gr di canocchie, 250 gr di pomodori, 1 spicchio d’aglio, 20 olive nere, una grossa melanzana, olio, sale, peperoncino.

Lavare ed eliminare le estremità della melanzana. Ridurla a tocchetti. In una padella con 3 cucchiai d’olio far rosolare lo spicchio d’aglio. Quando sarà dorato toglierlo e unirvi i cubetti di melanzane, lasciarle dorare. Prelevarle e metterle in un piatto in attesa.
Nella stessa padella, aggiungere 3 cucchiai d’olio e unire le canocchie sciacquate prima sotto l’acqua corrente e asciugate. Rigirarle a fuoco vivo per 2 minuti e unirvi i pomodori pelati e ridotti a tocchetti schiacciati. Unire di seguito le melanzane già fritte, le olive senza nocciolo, salare e unire un po’ di peperoncino. Mescolare e far cuocere a fuoco dolce per 10 minuti, mescolando di tanto in tanto. Servire caldo.

Orate all'acqua pazza con Spaghetti
Per 4 persone

4 piccole orate di circa 250 gr l’una, (ricetta classica fatta con pesci pezzogne), 2 spicchi d’aglio, ½ kg di pomodori maturi ma sodi, 2 cucchiaini d’origano, 300 gr di pasta spaghetti, olio, sale e pepe.

Pelare i pomodori ridurli a tocchettini e fare scolare da un colino l’acqua di vegetazione per 10 minuti. Pulire le orate internamente, (o fatele pulire dal pescivendolo), eliminare le scaglie dalla pelle e lavarle sotto l’acqua corrente. Asciugarle delicatamente con carta assorbente da cucina.
In un largo tegame fare scaldare in 5 cucchiai d’olio i 2 spicchi d’aglio interi, unire i dadini di pomodoro, l’origano. Quando comincia a sobbollire unire un mestolo di acqua calda, mettere le orate nel tegame, salare e pepare q.b., abbassare il fuoco al minimo, incoperchiare il tegame e cuocere per una decina di minuti.
Nel mentre in una casseruola con abbondante acqua salata in ebollizione, fare cuocere gli spaghetti al dente.
Estrarre le orate dal tegame e tenerle al caldo in un piatto di portata. Scolare gli spaghetti e versarli nel tegame, condendoli con il sugo caldo. Servire subito, accompagnando con i pesci caldi a parte. Delizioso!

giovedì 28 marzo 2019

Lo Sapevate Che: Cultura: Perchè Roma è detta la Città Eterna?.


Erroneamente si fa riferimento a un presunto testo dell'Imperatore Adriano, ma le vere origini sono ancora più antiche.

Nel corso della storia diverse città hanno avuto l'appellativo di Città Eterna, per esempio Gerusalemme o Kyoto, ma Roma è la prima e l'unica ad averlo conservato per oltre due millenni.

Il merito è di Albio Tibullo (55 ca.-19-18 a.C.), un poeta latino che oggi pochi conoscono, ma che al tempo era un noto autore di poemi erotici.
  
Nel secondo libro delle Elegie, immagina un periodo molto remoto e scrive "Romulus Aeternae nondum formaverat Urbis moenia", traducibile in italiano come "Né ancora aveva Romolo innalzato le mura dell'Eterna Urbe". 

È questo il primo riferimento alla Città Eterna, o almeno il più antico di cui ci è arrivata traccia. Col tempo in molti hanno riutilizzato l'epiteto, contribuendo alla sua fama.


IL FALSO IMPERIALE. Talvolta l'origine dell'epiteto viene fatta risalire all'imperatore Adriano (che regnò nel II secolo dopo Cristo) e a questo profetico passaggio: "Altre Rome verranno, e io non so immaginarne il volto; ma avrò contribuito a formarlo. [...] Roma vivrà, Roma non perirà che con l'ultima città degli uomini". 

Peccato che questa epica frase sia stata scritta nel '900 da Marguerite Yourcenar nel suo romanzo Memorie di Adriano, mentre Roma città eterna era già in uso in epoche precedenti.
 

MENZIONI D'ONORE. A volte però è stato usato anche per città diverse da Roma, come Gerusalemme, città santa per Cristiani, Ebrei e Musulmani. Una menzione d'onore la merita Kyoto, capitale del Giappone dal 794 al 1868. Negli inizi dell'VIII secolo l'Imperatore Saga predisse il futuro millennio e nominò la capitale "Yorozuyo no Miya", ovvero "la città eterna".
www.focus.it/cultura/storia/

Speciale: Primi piatti "al baffo"!...


Ravioli di Carciofi al burro, salvia e parmigiano
Per 4 persone

300 gr di farina, 1 uovo, 1 cucchiaio d’olio, un pizzico di sale. Per il ripieno 6 carciofi, 150 gr di ricotta, 1 uovo, parmigiano grattugiato 60 gr, 1 scalogno, prezzemolo e maggiorana tritati, succo di 1 limone, sale, pepe. Per condire burro, foglioline di salvia e parmigiano grattugiato.

Mettere la farina in una terrina e formare la fontana, mettervi l’uovo, il sale, l’olio e poca acqua tiepida.
Lavorare energicamente la pasta finché risulti elastica e omogenea. Raccoglierla a palla, avvolgerla nella pellicola e lasciarla riposare per mezz’ora.
Per il ripieno: pulire i carciofi delle foglie dure, togliere il fieno interno, tagliarli a spicchi sottili e immergerli in acqua acidulata con succo di limone.
In una padella fare appassire lo scalogno tritato in 2 cucchiai d’olio, unire i carciofi maggiorana e prezzemolo, salare e fare insaporire. Abbassare la fiamma e fare cuocere per 15 minuti, aggiungendo un po’ d’acqua tiepida se necessaria, facendo in modo che alla fine della cottura risultino morbidi e asciutti. Tritarli grossolanamente, metterli in una terrina e mescolarvi la ricotta, l’uovo, formaggio e pepe.
Dividere la pasta in tre parti e con l’aiuto della macchina della pasta ricavare da ciascun pezzo una striscia sottile. Disporvi sul lato lungo delle palline di ripieno alla distanza di 4 cm. Ripiegare il lembo di pasta libero e premere con le dita intorno al ripieno in modo da sigillarlo bene.
Ritagliare i ravioli con la rotella dentata e farli cuocere in acqua bollente salata in ebollizione per pochi minuti. Estrarli con la schiumarola e condirli con burro fuso salvia e parmigiano.


Gnocchetti Verdi al burro e salvia
Per 4 persone

2 patate, 600 gr di spinaci (si possono usare anche le erbette), 200 gr di ricotta fresca, 1 uovo, 60 gr di parmigiano grattugiato, 4 cucchiai di farina di frumento semintegrale (tipo 2), 3 cucchiai di pangrattato integrale, sale.

Per condire: Olio evo e gomasio oppure, burro fuso e salvia. ((Il Gomasio è un prodotto utilizzato nella cucina asiatica e composto da sale marino e semi di sesamo tostati e tritati, a volte arricchito con alghe. Nella cucina giapponese è utilizzato talvolta sul riso lessato o sugli onigiri. Lo trovate nei negozi di erboristeria e prodotti esteri)

Far bollire le patate in acqua salata senza sbucciarle, e nel frattempo lavare con cura gli spinaci e cuocerli a parte in pochissima acqua o al vapore, salandoli pochissimo.
Quando le patate saranno cotte, sbucciarle e tritarle insieme agli spinaci cotti. Quindi mentre il composto è ancora caldo, aggiungere la ricotta sbriciolata e lasciare raffreddare il tutto.
Incorporare gli altri ingredienti: l’uovo, la farina, il pan grattugiato e il pangrattato, aumentando o diminuendo la quantità di pangrattato a seconda della necessità per formare degli gnocchetti grandi quanto una noce, aiutandovi con le mani infarinate. Lasciare riposare l’impasto un paio d’ore.
Trascorso questo tempo, tuffate gli gnocchetti in una casseruola con abbondante acqua salata in ebollizione. Quando vengono a galla, scolateli aiutandovi con una schiumarola, mettendoli in una zuppiera e condendoli a vostro piacere con olio e gomasio oppure se preferite con burro fuso e foglie di salvia rotte grossolanamente con le mani.

Paella del Contadino
Per 4 persone

250 gr. di zucchine, 250 gr. di cipolle, 4 cucchiai di olio, gr.250 di riso integrale, dl. 6 di brodo, 2 bustine di zafferano, uno spicchio d’aglio, gr. 150 di peperoni rossi, gr.250 di pomodori pelati, 10 olive, una tazza di fagioli lessati, gr.75 di mandorle, gr.180 di formaggio Emmental, sale, pepe.

Tritate grossolanamente le cipolle e fatele rosolare in una casseruola con l’olio. Aggiungete il riso lasciatelo tostare, poi versate il brodo in una sola volta, lo zafferano sciolto in poca acqua e lo spicchio d’aglio. Portate a ebollizione e cuocete a fuoco basso per mezz’ora. Unite quindi le zucchine tagliate a rondelle, i pomodori tritati grossolanamente e i peperoni a listerelle. Salate, pepate e cuocete ancora
Per ¼ d’ora, unendo se occorre, brodo o acqua calda. Quando riso e verdure saranno giunti a cottura, unite le olive e i fagioli.
Sistemate la paella in un bel contenitore da forno, cospargetela con le mandorle spezzettate e il formaggio tagliato a listerelle. Passate in forno per un paio di minuti e servite.

mercoledì 27 marzo 2019

Lo Sapevate Che: Cultura in pillole: La deforestazione e l'aumento delle temperature...


Nella Giornata internazionale delle foreste, uno studio stima gli effetti della deforestazione sul clima locale: un impatto notevole, che in Amazzonia potrebbe portare a 1,5 °C in più rispetto alla media



Si parla spesso della capacità delle foreste di assorbire CO2 e della loro funzione mitigatrice sui cambiamenti climatici. Meno noto è forse il contributo che la fitta vegetazione fornisce nel regolare la temperatura locale, attraverso la capacità di riflettere la luce solare (albedo) e le proprietà di evapo-traspirazione (il passaggio di vapore acqueo all'aria attraverso le piante e dal terreno).


Ora uno studio dell'Università di Rio de Janeiro, pubblicato su Plos One, suggerisce che se la deforestazione della foresta amazzonica in Brasile continuerà ai ritmi attuali, entro il 2050 la temperatura locale potrebbe aumentare di 1,45 °C. La ricerca arriva puntuale per la Giornata internazionale delle foreste, istituita dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza delle foreste e sulla necessità di tutelarle.


LA SITUAZIONE IN BRASILE. 

Tra l'agosto 2017 e il luglio 2018, la deforestazione nell'Amazzonia brasiliana è aumentata del 13,7% rispetto all'anno precedente: sono stati spianati 7.900 km quadrati di foresta per fare spazio alle colture agricole destinate a prodotti per l'esportazione. In questo quadro, l'attuale Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, si è detto favorevole allo sfruttamento economico della foresta amazzonica.


FACCIAMO I CONTI. 

Rispetto alla vegetazione aperta, interrotta e più rada, le fitte foreste riflettono meno luce solare e compiono una più importante attività di evapo-traspirazione: è abbastanza intuibile che in questo modo incidono sulla temperatura del suolo e sul clima locale. Ma in quale misura?


Gli autori dello studio hanno sfruttato un database con informazioni dal 2000 al 2010 per costruire un modello che mostri come queste variabili - copertura forestale, ritmi di evapo-traspirazione, capacità riflettente della luce solare e temperatura superficiale - incidano sul clima locale nelle regioni tropicali, temperate e boreali.


I RISULTATI. 

Deforestazione e riforestazione hanno effetti opposti: i più marcati si registrano nelle regioni tropicali e temperate, dove l'abbattimento delle foreste causa un aumento delle temperature, mentre la riforestazione le mitiga. Nei Paesi tropicali, la distruzione del 50% di un'area di fitta vegetazione porta a un aumento delle temperature locali di circa 1 grado.


Gli autori hanno utilizzato il loro modello per predire le temperature locali in Brasile dal 2010 al 2050. In alcune aree particolarmente colpite dal disboscamento è stato stimato che, nel 2050, l'aumento medio annuo della temperatura superficiale potrebbe arrivare a 1,45 °C. I modelli mostrano che l'aumento di temperatura potrebbe essere contenuto, se lo fosse anche il fenomeno del disboscamento.


Nelle regioni boreali dominate dai laghi e dai vasti boschi di conifere, come nel Nord Europa, la deforestazione causa invece un leggero effetto di raffreddamento a livello locale, anche se l'entità del fenomeno è minore.
www.focus.it/ambiente/ecologia/foresta-amazzonica-deforestazione-e-aumento-delle-temperature