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domenica 27 novembre 2016

Lo Sapevate Che: Che Rivoluzione, se ricominciamo a dire "Noi"...



Sono un ragazzo di 22 anni che sta crescendo in una periferia romana dove spesso non sono luoghi di aggregazione se non la parrocchia. Non pensa sia troppo pericoloso dire: “Dio non esiste”, se questo può portare la perdita dell’ormai unico spazio per socializzare, e a rassegnarsi a un ancor più forte individualismo che mette a rischio il concetto di comunità?   
Mattia Regoli  mattiaregoli@gmail.com
Molte persone dichiarano il loro disinteresse, anzi la loro insofferenza, verso le riunioni condominiali. Io però ritengo che un simile atteggiamento sia profondamente sbagliato e nasconda in embrione molti dei vizi più gravi che infestano la vita delle nostre società. Il condominio, infatti, è la prima forma di aggregazione sociale (non basata su legami di sangue) nella quale ciascuno di noi è inserito (la seconda è data di solito dal posto in cui lavoriamo).Ignorarlo o disprezzarlo vuole dire non avere la disposizione naturale al vivere sociale,e non fare niente per educarlo e coltivarlo.  Giovanni Lamagna lamagnagio@tiscali.it

Sono Solo Piccoli Segnali. Ma se si fanno sempre più numerosi, come lasciano intendere le lettere che ricevo, allora possiamo dire che, dopo tanto esasperato individualismo, sta un bisogno di relazioni e quindi di comunità. La storia umana, in tutte le sue forme anche le più primitive, non ha mai preso le mosse dall’individuo, ma sempre dal gruppo di appartenenza .(..). Anche gli antichi Greci anteponevano la comunità all’individuo. Aristotele, per esempio scrive: “La comunità siste per natura ed è anteriore a ciascun individuo che, da solo, non è autosufficiente. Pertanto chi non è in grado di entrare nella comunità, o per la sua autosufficienza non ne sente il bisogno, non è parte della comunità e di conseguenza: o è bestia, o è dio” (Politica,1253a) . Fu il cristianesimo a introdurre il concetto di individuo, che ha il suo fondamento nell’interiorità dell’anima, sede della soggettività e della relazione con Dio, con la virtù e con la salvezza. Dio chiaramente Sant’Agostino: “Nell’interiorità dell’uomo abita la verità”. Il suo destino ultimo non è in questo mondo , per cui:Chi ama il mondo non conosce Dio” Nasce così la scissione tra individuo e società, che sarà per secoli il ratto caratteristico del cristianesimo all’individuo il compito di conseguire la propria salvezza ultraterrena, alla società e a chi la governa  quello di ridurre gli ostacoli che si frappongono a tale obiettivo. (..). L’individualismo oggi trova invece espressione soprattutto nella borghesia laica. Il collasso di tutti i luoghi di aggregazione riduce le occasioni di socializzazione dei giovani, in quella stagione della vita in cui hanno un gran bisogno di farne esperienza, che non sia solo quella dell’incontro al bar dove si beve, in discoteca dove ci si stordisce  o della solitudine davanti un computer, persi in un social network. Perché solo se da piccoli e da adolescenti si socializza, si impara a trattare i propri simili come persone e non come mezzi, o come estranei accanto ai quali si passa come vicino ai muri. Del resto il due (qui inteso come l’uno e l’altro) viene prima dell’uno. Nasciamo come individui quando ci separiamomdalmcorpo di nostra madre, che per nove mesi esprimeva due soggettività. Crescendo acquistiamo un’identità che non è una dote di natura, ma un puro dono, perché ci viene dal riconoscimento o dal misconoscimento da parte degli altri, da cui dipende l’immagine positiva o negativa che ciascuno costruisce di sé. Anche da questo si deduce che la società viene prima dell’individuo e lo fonda, perciò i luoghi che concorrono a favorirla, dall’oratorio al condominio, siano bene accolti.
umbertogalimberti@repubblica.it  - Donna di Repubblica – 19 Novembre 2016

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