Egli fu un pioniere nei campi della cristallografia, del magnetismo, della piezoelettricità e
della radioattività. Nel 1903
ricevette il Premio
Nobel per la Fisica con sua moglie, Maria
Skłodowska, ed Henri
Becquerel «a riconoscimento degli straordinari
servigi che essi hanno reso grazie alle loro ricerche congiunte sui fenomeni
radioattivi scoperti dal professor Henri Becquerel».
Nato a Parigi, Pierre era il figlio del dottor Eugène Curie (28
agosto 1827 – 25 febbraio 1910) e di Sophie-Claire Depouilly Curie (15 gennaio
1832 – 27 settembre 1897). Fu istruito dal padre, e nella sua prima adolescenza
mostrò una forte attitudine per la matematica e la geometria. All'età di 16 anni ottenne la laurea in matematica. A 18 anni completò gli studi con una laurea in fisica, ma non proseguì immediatamente con un dottorato per problemi economici. Lavorò, quindi, come
istruttore di laboratorio.
Nel 1880, Pierre e il suo fratello maggiore Jacques (1856–1941) dimostrarono che un potenziale
elettrico veniva generato nel momento in cui i cristalli vengono compressi,
ovvero la piezoelettricità. Per aiutarsi nel loro lavoro, essi
inventarono l'Elettrometro Piezoelettrico al Quarzo. Poco tempo dopo, nel 1881,
essi dimostrarono l'effetto inverso: che i cristalli potevano essere soggetti a
deformazione se sottoposti all'azione di un campo elettrico. Quasi tutti i
circuiti elettronici digitali oggi si basano su questo principio nella forma
di oscillatori
al cristallo.
Nel 1885 divenne
professore alla École
supérieure de physique et de chimie industrielles de la ville de Paris.
Pierre Curie incontrò Maria Skłodowska (poi Marie
Curie) quando le fu presentato da un amico. Ciò che attrasse Pierre in Marie fu
il fatto che lei non era come le altre ragazze - lei era devota alla scienza.
Egli le propose di sposarlo, ma Marie rifiutò, nonostante anche lei lo amasse.
Ella finalmente accettò di sposarlo il 26 luglio 1895.
Nel 1900 divenne
professore alla facoltà di fisica e nel 1904 ne
divenne titolare. I suoi studi furono per gran parte incentrati sulla radioattività, fatti in collaborazione con la moglie Marie Curie.
Insieme alla moglie Marie Curie e ad Antoine Henri Becquerel, ricevette il premio Nobel per la
fisica nel 1903:
«in riconoscimento dei servizi straordinari che essi
hanno reso nella loro ricerca sui fenomeni radioattivi»
|
Con la moglie descrisse i metodi di misura della
radioattività e le ragioni per cui deve essere considerata una proprietà atomica (oggi
diremmo nucleare) e non molecolare.
La radioattività del torio fu
osservata in seguito dalla stessa Marie, mentre quelle di attinio e radon furono
scoperte nel 1899 rispettivamente dal chimico
francese André Louis Debierne (scopritore dell'attinio) e dai fisici inglesi Ernest Rutherford e Frederick Soddy.
La figlia di Pierre e Marie Curie, Irène Joliot-Curie, e suo marito Frédéric Joliot-Curie furono
anch'essi dei fisici impegnati nello studio della radioattività. Anche ad essi
fu assegnato un premio Nobel per il loro lavoro.
L'altra figlia dei coniugi Curie, Ève,
scrisse una dettagliata biografia sulla madre.
La loro nipote Hélène Langevin-Joliot è
professoressa di fisica nucleare all'Università di Parigi, e il loro nipote Pierre Joliot, che è
stato chiamato come Pierre Curie, è un noto biochimico.
Pierre Curie morì in un incidente stradale a Parigi il
19 aprile 1906. Attraversando la trafficata Rue Dauphine sotto la pioggia al
Quai de Conti, scivolò e cadde sotto una carrozza trainata da cavallo. Morì sul
colpo quando una delle ruote passò sulla sua testa, fratturandogli il cranio.[2]
Il premio Nobel per la fisica,
istituito dal testamento di Alfred Nobel del 1895, viene assegnato, con cadenza
annuale, tendenzialmente nel quarto trimestre dell'anno, dall'Accademia reale
svedese delle scienze.
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