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domenica 31 maggio 2020

Lo Sapevate Che: OFAD – OSSERVATORIO FUMO, ALCOL E DROGA dell’Istituto Superiore di Sanità


Giornata mondiale senza tabacco 2020

Proteggere i giovani dalla manipolazione dei produttori e prevenire l’uso di tabacco e nicotina
Per decenni le aziende hanno deliberatamente impiegato strategie di marketing per attirare i giovani verso il tabacco e la nicotina. Diversi documenti di settore rivelano come le lobby abbiano   finanziato, negli ultimi anni, numerose ricerche con l’obbiettivo di avvicinare le nuove generazioni al consumo.
Questa strategia mira a sostituire con i ragazzi, il vecchio target di riferimento, ovvero diversi milioni di adulti che ogni anno muoiono a causa delle malattie fumo correlate.
Per tali premesse, la Giornata mondiale senza tabacco 2020 promuoverà una campagna di “de-marketing” e consentirà ai giovani di impegnarsi nella lotta contro la cosiddetta “Big Tobacco”, in risposta alle diverse tattiche commerciali che sistematicamente vengono promosse delle industrie operanti nel settore del fumo.

La campagna mondiale della Giornata mondiale senza tabacco 2020 servirà a:
o   Sfatare i falsi miti e far emergere il concetto di manipolazione, in particolare attraverso la pubblicità dei nuovi aromi e nuovi prodotti;
o   Fornire ai giovani informazioni sulle tecniche usate dalle aziende per agganciarli e predisporli verso il consumo;
o   Consentire agli influencer (nella cultura pop, sui social media, a casa o a scuola) di difendere i giovani e favorire il cambiamento.

In che modo le industrie del tabacco e della nicotina manipolano la gioventù?
Attraverso l’uso di aromi nei prodotti del tabacco e della nicotina, come la ciliegia, la gomma da masticare e lo zucchero filato. Sapori che spingono le nuove generazioni a sottovalutare i rischi per la salute.
Design elegante e prodotti alla moda, che possono anche essere ingannevoli e/o facili da trasportare (ad esempio prodotti a forma di chiavetta USB o caramelle).
Veicolazione di prodotti per la “riduzione del danno” o alternative “più green” rispetto alle sigarette convenzionali, in assenza di evidenze scientifiche.
Partnership con celebrità / influencer e concorsi sponsorizzati da noti brand.
Marketing nei punti vendita frequentati dai bambini. Ovvero il posizionamento vicino a dolci, snack, bibite e la veicolazione di bonus ai venditori per garantire che i loro prodotti siano esposti in prossimità dei luoghi frequentati dai giovani (include fornitura di materiale di marketing e vetrine per i negozi).
Vendita di singole sigarette, diversi prodotti a base di tabacco e nicotina vicino alle scuole. Questo per promuovere un facile accesso degli studenti.
Commercializzazione indiretta di prodotti con tabacco sia nei film, che nei programmi TV e nello streaming online.
Distributori automatici di tabacco nei luoghi frequentati dai giovani, con una pubblicità aggressiva e delle confezioni accattivanti (contravvenendo alle norme sulle vendite ai minori).
Contenziosi per ridurre i diversi regolamenti e le normative sul controllo del tabacco, comprese etichette di avvertimento, esposizione nel punto vendita e leggi che limitano l’accesso e la commercializzazione ai bambini (in particolare le disposizioni per vietare la vendita e la pubblicità dei prodotti del tabacco vicino alle scuole).

Chiamata all’azione
Non è ammissibile che vi sia un’altra generazione ingannata dalle menzogne ​​dell’industria del tabacco, che finge di promuovere la libertà di scelta personale, indipendentemente dai milioni di persone che muoiono ogni anno. Per questo è importante il contributo degli influencer che possono modificare i comportamenti a favore di stili di vita sani e consapevoli.

Lo Sapevate Che: Giornata mondiale senza tabacco 2020


Il fumo durante il lockdown, i dati in Italia, il fumo di sigarette nei minori, le sigarette elettroniche e i prodotti senza tabacco.
Tabacco e tattiche dell’industria per attirare le giovani generazioni”. E’ questo il tema scelto dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per la Giornata mondiale senza tabacco 2020 che si celebra il 31 maggio. L'OMS vuole sfatare alcuni miti sul tabacco per fornire ai giovani conoscenze e strumenti per fare scelte di vita salutari e non cedere alle lusinghe di prodotti gravemente nocivi per la salute.

L'uso di tabacco è responsabile del 25% di tutti i decessi per cancro a livello globale. La nicotina e prodotti del tabacco aumentano anche il rischio di malattie cardiovascolari e polmonari. Oltre 1 milione di persone muoiono ogni anno per l'esposizione al fumo passivo.

Scelte salutari sono particolarmente importanti in questo momento poiché i primi studi disponibili mostrano un rischio di malattia Covid-19 più severa tra i fumatori. L'OMS invita, pertanto, tutti i giovani a unirsi per diventare una generazione senza tabacco.

 
Il fumo durante il lockdown

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), durante il lockdown sono diminuiti i fumatori di sigarette tradizionali, ma sono aumentati i consumatori di tabacco riscaldato e sigaretta elettronica (e-cig), alto il numero anche di chi li ha provati per la prima volta proprio durante questo periodo. Tra i fumatori di sigarette tradizionali chi non è riuscito a smettere ha invece aumentato il numero di sigarette fumate. I dati sono stati presentati nel corso del convegno annuale dell'ISS, che quest'anno, a causa della pandemia Covid-19, si è tenuto in streaming. 

Durante il lockdown la prevalenza dei fumatori è passata dal 23,3% al 21,9%. 1,4 punti percentuali in meno che corrispondono ad una stima di circa 630 mila fumatori in meno (circa 334 mila uomini e 295 mila donne). Rispetto alle fasce d’età hanno cessato il consumo di sigarette circa 206 mila giovani tra 18-34 anni, 270 mila tra 35 e 54 anni e circa 150 mila tra 55 e 74 anni. Inoltre un altro 3,5% della popolazione pur non cessando completamente il consumo dei prodotti del tabacco ha diminuito la quantità consumata. 
Leggi il comunicato dell'Istituto Superiore di Sanità.

I dati in Italia: il Report Prevenzione e controllo del tabagismo
In occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2020, il Ministero della Salute pubblica, come ogni anno, il Report Prevenzione e controllo del tabagismo.
Secondo i dati ISTAT, in Italia i fumatori, tra la popolazione di 14 anni e più, sono poco meno di 10 milioni. La prevalenza è scesa per la prima volta sotto il 19% ed è pari al 18,4%. Il fumo è più diffuso nella fascia di età che va tra i 20 e i 44 anni.

Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93 mila morti l’anno nel nostro Paese; più del 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età. Per quanto riguarda il carcinoma polmonare, una delle principali patologie fumo correlate, nel nostro Paese la mortalità e l’incidenza sono in calo tra gli uomini ma in aumento tra le donne, per le quali questa patologia ha superato il tumore allo stomaco, divenendo la terza causa di morte per neoplasia, dopo il tumore al seno e al colon-retto.

Il fumo di sigarette nei minori
Per quanto riguarda i minori, i dati forniti dallo studio HBSC che coinvolge gli studenti di 11, 13 e 15 anni in tutte le Regioni italiane mostrano che nel 2018, anno dell’ultima rilevazione, la quota di ragazzi che dichiarano di aver fumato sigarette almeno un giorno negli ultimi 30 giorni aumenta sensibilmente con il progredire dell’età, sia nei ragazzi che nelle ragazze, con una marcata differenza di genere a 15 anni (24,8% nei ragazzi, 31,9% nelle ragazze).

Sigarette elettroniche e prodotti senza tabacco
Anche la presenza sul mercato di nuovi prodotti (sigarette elettroniche e prodotti senza combustione) può risultare attrattiva per i giovani in quanto tali prodotti possono erroneamente essere considerati a rischio ridotto per la salute. Le attuali evidenze scientifiche non consentono di sostenere questa affermazione e di conoscere gli effetti a lungo termine del loro consumo, ma sigarette elettroniche e prodotti senza combustione, spesso promossi come tali, possono creare dipendenza, se contengono nicotina, e causare danni per la salute.

Occorre, pertanto, continuare ad investire nelle strategie efficaci di contrasto al tabagismo che includono azioni di promozione della salute, supporto alla cessazione e politiche di riduzione della domanda e dell’offerta (estensione degli spazi in cui non è consentito fumare, regolamentazione della pubblicità, politiche fiscali e dei prezzi).

Scarica i materiali realizzati dal Ministero della Salute in occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2020:

Speciale: Menù per fine maggio! … 🌹


C’è chi cucina quando è triste o stressato, perché seguire una ricetta è una specie di magico calmante. Anche voi lo fate?


Quiche di Fagiolini verdi
Per 6 persone

1 pasta sfoglia rotonda, 400 gr di fagiolini, 1 scalogno, 2 uova, 1 dl di latte, 2 etti di ricotta, 50 gr di parmigiano grattugiato, 100 gr di toma stagionata, burro, olio, sale e pepe.

Togliere il filo e le estremità ai fagiolini, lavarli. Farli scottare 10 minuti in acqua bollente salata. Scolarli.
In una padella con del burro e olio, fare soffriggere, affettato sottilmente lo scalogno. Unirvi i fagiolini. Fatele insaporire per 5 minuti, aggiustate di sale e pepe.
Mettete la pasta sfoglia, in una pirofila da forno imburrata e infarinata, ricoprendone il fondo e il bordo. Bucare il fondo con i rebbi di una forchetta. Adagiarvi nel fondo i fagiolini a cui avrete accuratamente amalgamato 2 etti di ricotta, salata.
In una terrina sbattete le 2 uova, col latte e il parmigiano, sale e pepe e versare il composto sui fagiolini. Unirvi i 100 gr di toma stagionata, tagliata a fettine sottili. Mettere in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti. Quando sarà pronta e tiepida, sformatela su di un piatto da portata e servitela tagliata a fette.



Lasagne con Caprino, zucchine e Rucola
Per 4 persone
  
Ingredienti:

150 gr di sfoglia fresca per lasagne, mezzo litro di besciamella, 100 gr di formaggio caprino, 1 dl di latte, 4 zucchine, 50 gr di rucola pulita e sfogliata, 40 gr di parmigiano grattugiato.

Iniziamo dalle zucchine: spuntarle, lavarle e ridurle a piccoli dadi. Senza olio, in una padella antiaderente, farle stufare coperte per 4 minuti. (Devono rimanere croccanti) e tenerle da parte.
Lavare le foglioline di rucola e tagliarle grossolanamente. Mettere in una terrina la besciamella e incorporarvi la rucola, il formaggio caprino a pezzetti e il parmigiano grattugiato e le zucchine. Mescolare, aggiungervi il latte e mescolare tutti gli ingredienti. In una pirofila rettangolare, versare sul fondo un po’ del composto preparato e coprire con uno strato di sfoglie di pasta fresca, una accanto all’altra. Coprire con lo strato del composto e ripetere sino ad esaurimento degli ingredienti, terminando con l’impasto d verdure e formaggio. Mettere sulla superficie qualche pezzettino di burro. Fare cuocere in forno preriscaldato a 200° per 20 minuti. Servire le lasagne.


Asparagi con Zabaione
Per 4 persone

Ingredienti:

24 asparagi, 50 gr di burro, 2 cucchiai di formaggio grattugiato, 1 scalogno, sale e pepe. Per lo zabaione: 2 tuorli d’uovo, il succo di ½ limone, 1 cucchiaio di vino bianco, sale e pepe.

Pulire gli asparagi, privarli della parte dura, lavarli e farli cuocere a vapore per 6 minuti. In un tegame col burro, fare appassire lo scalogno tritato senza farlo colorire. Unire gli asparagi, insaporirli con un pizzico di sale. Un attimo prima della fine della cottura cospargerli col formaggio grattugiato.
Preparare lo zabaione: mettere in una ciotola i tuorli d’uovo, aggiungere il succo di limone, un pizzico di sale e pepe e batterli con una frusta sino ad ottenere un composto spumoso, aggiungere il vino, versare il composto in una casseruola sul fuoco a bagnomaria e battere con la frusta finché la salsa avrà quasi raddoppiato il volume. Servire gli asparagi accompagnandoli con lo zabaione.


Granita con Ciliegie
Per 6 persone

Ingredienti:

400 gr di ciliegie, 100 gr di zucchero semolato, 1 cucchiaio di vino bianco.

Snocciolare le ciliegie con l’apposito attrezzo dopo averle lavate. Tagliarle a pezzettini e metterle in una padella. Rosolarle con il vino per 4 minuti mescolandole di tanto in tanto. Togliere dalla padella 1 cucchiaio di ciliegie e tenerle da parte. Mettere tutto il residuo nel frullatore e frullare. Dopo unire anche le altre. Nel mentre fare bollire per 3 minuti 1 dl di acqua e zucchero. Unire il composto di ciliegie all’acqua raffreddata. Versare nella gelatiera, fare girare le spatole per 10 volte e poi fermare per ½ minuto. Continuare fino a quando la granita sia pronta.
In mancanza della gelatiera, si può usare il freezer: si versa la miscela nella vaschetta per il ghiaccio (senza divisori) e, quando è già quasi del tutto gelata, si passa al frullatore. Poi si rimette nella vaschetta e si lascia ghiacciare un’altra volta. Alla fine si passa ancora nel mixer. Ed è pronta per essere servita.

sabato 30 maggio 2020

Lo Sapevate che: Piero Chiambretti, soprannominato pierino la peste, conduttore e showman con ironia pungente


Sulle navi ho avuto le mie esperienze di amatore, per così dire, professionale. Se il fisico non mi ha mai concesso grandi possibilità, le crociere mi hanno dimostrato che anch'io esisto.” Piero Chiambretti
Il "Pierino" nazionale nasce ad Aosta il 30 maggio del 1956. Torinese di adozione, fin da piccolo mostra un grande interesse per lo spettacolo e l'arte comica. Per seguire la sua vocazione, inizialmente si iscrive al DAMS, la celebre facoltà bolognese di arte, musica e spettacolo anche se dentro di sè percepisce che studiare non è per lui sufficiente e anzi rappresenta quasi un limite. Parallelamente all'impegno universitario, quindi, presenta spettacoli di cabaret a "Il Centralino" di Torino. In seguito, si adatta a fare l'animatore sulle navi da crociera e nei villaggi turistici.
Tra il 1982 e il 1987 approda in Rai dopo aver vinto nel 1984 il concorso nazionale per "Volti Nuovi" negli anni '80. Per la Rai conduce e partecipa ad alcuni programmi per ragazzi fra cui si contano "Tivù", "Magic" e "Big". Già in quelle occasioni emergono alcune delle caratteristiche tipiche del suo stile: la battuta salace e l'ironia pungente unite all'intelligenza pronta e acuta.
Il suo apprendistato prosegue poi, fino 1989, nel programma domenicale di Rai Tre "Và pensiero". I conduttori sono i "seriosi" Oliviero Beha e Andrea Barbato a cui Pierino fa da controcanto con una serie d'interviste semiserie spesso spiazzanti per gli interlocutori. Questa trasmissione gli regala il Telegatto di "TV Sorrisi e Canzoni" come rivelazione televisiva del 1988.
Sempre per Rai Tre realizza "Complimenti per la trasmissione", un programma basato sulle incursioni disturbanti dell'attore in case, piazze, campi di calcio e congressi di partito. Diventato ormai un simbolo di un giornalismo irriverente e trasversale, è pronto per diventare testimonial di qualche prodotto, cosa che puntualmente accade. Non si limita però a prestare il suo volto al Rasoio Bic, ma è anche ideatore e interprete della relativa campagna pubblicitaria. Segue a ruota il programma di successo "Prove tecniche di trasmissione".
Diventato ormai un "personaggio" in vista dei Campionati Mondiali di calcio conduce "Prove Tecniche Mondiale". Segue nel '92 "Il Portalettere" dove "Pierino", vestito da postino, intervistava politici italiani e non sullo sgretolamento del Palazzo della Prima Repubblica.
Nell'inverno dello stesso anno parte per Mosca per registrare il programma "Good Bye Cortina", in onda su Rai3 nel gennaio successivo. Nel settembre del 1991 partecipa a "Miss Italia nel Mondo" in qualità di "elemento disturbatore". Nell'ottobre del 1992 parte il "Telegiornale Zero", la striscia quotidiana di Chiambretti nelle vesti di inviato o mezzobusto di un notiziario insolito. Nel 92/93 è protagonista della campagna pubblicitaria delle "Pagine Gialle".
Dopo una parentesi radiofonica conduce in coppia con Paolo Rossi per ben due stagioni "il Laureato", viaggio ai confini delle Facoltà.
Diviene direttore artistico di due edizioni del concerto del 1° Maggio di cui é anche il conduttore. Nel 1997 presenta la 47 edizione del Festival di Sanremo al fianco di Mike Bongiorno e Valeria Marini e contemporaneamente riscrive secondo il suo stile i Cinegiornali dell'Istituto Luce proiettati nelle sale cinematografiche italiane.
Nel 2003 é stato testimonial degli spot della Ford KA; il successo televisivo è tornato con la trasmissione "cult" di Gianni Boncompagni "Chiambretti c'è", poi con "Markette" su La7.
Nel 2007 torna in Rai: Pippo Baudo l'ha voluto a Sanremo alla conduzione del dopofestival. Anche l'anno successivo Baudo lo chiamerà per affiancarlo all'edizione del Festival di Sanremo 2008.
Piero torna poi a condurre la quarta edizione di Markette su La7, per poi passare a Mediaset, dove lancia un programma che porta il suo nome: "Chiambretti Night". Nel 2014 torna seconda serata su Italia 1 con "Chiambretti Supermarket". https://biografieonline.it/biografia-piero-chiambretti

Lo Sapevate Che; Voltaire, uno dei più celebri autori dell’illuminismo, autore di “Candido” e del “Trattato sulla tolleranza”


«Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo» Voltaire
Francois-Marie Arouet, meglio noto come Voltaire, nacque a Parigi nel 1694 e fu l’ultimo di cinque figli di una ricca famiglia borghese, il padre, infatti, era notaio nonché alto funzionario fiscale, mentre la madre vantava lignaggio nobiliare. All’età di sette anni, però, Voltaire perse la madre e fu educato dal genitore rimasto con cui ebbe, ininterrottamente, un rapporto molto conflittuale. Il giovane filosofo frequentò un rinomato collegio gesuita, dove apprese il latino e il greco e dimostrò una grande propensione per lo studio delle materie umanistiche. Tuttavia, seguendo il volere paterno, si iscrisse ad una scuola di diritto che abbandonò dopo solo quattro mesi. 
Voltaire conobbe un iniziale successo preso i salotti nobiliari come autore di scritti sarcastici e polemici nei confronti dell’autorità e, alla morte del padre, ereditò una cospicua somma. Ma, un litigio con un cavaliere, gli costò prima la reclusione e poi la via dell’esilio per l’Inghilterra. Il filosofo trascorse tre fruttuosi anni nel nuovo paese ed ebbe modo di apprezzare la letteratura autoctona (ammirò soprattutto le opere di Shakespeare, ancora poco conosciuto nel resto del continente), la filosofia, la libertà religiosa e di parola concessa ai cittadini, e i limiti imposti al potere del re, in netto contrasto con la monarchia assoluta francese. 
Al suo ritorno in Francia pubblicò le considerazioni sull’esperienza inglese nella raccolta di saggi intitolata Lettere Filosofiche, che gli procurarono un nuovo attrito con la corona francese. Si nascose, quindi, nel castello di una nobildonna con cui intrattenne una relazione amorosa e si immerse nella composizione di scritti di varia natura (teatrali, filosofici, scientifici). Fu questo il periodo in cui Voltaire sviluppò la sua ammirazione per le opere di Newton
Dal 1749 al 1752 accettò l’ospitalità di Federico II di Prussia, che nutriva nei confronti del filosofo grande ammirazione al punto da volerlo come suo consigliere. Ma, la rottura dell’amicizia col sovrano lo costrinse a riparare prima in Svizzera e poi nuovamente in Francia, presso il piccolo centro di Ferney. Diventò, in questo periodo, il punto di riferimento dell’Illuminismo europeo e collaborò alla realizzazione dell’Enciclopedia. Furono gli anni in cui Voltaire diede alla luce le sue opere maggiori tra cui: Micromega (1752), Saggio sui costumi e sullo spirito delle nazioni (1756), il Candido o dell’ottimismo (1759), il Trattato sulla tolleranza (1763).  
D opo 28 anni di assenza, Voltaire rientrò a Parigi accolto dagli onori dei suoi concittadini, ad eccezione della corte del re e del clero. Ma poco dopo, a quasi 83 anni, si spense probabilmente per un cancro alla prostata mentre la folla lo acclamava sotto il suo balcone. Il suo pensiero laico, anticlericale e spregiudicato influenzò non poco molti protagonisti della Rivoluzione americana e di quella francese, e l’elaborazione di pensatori successivi come Marx o Nietzsche.
Il deismo di Voltaire e la critica all'ottimismo metafisico
Tra i presupposti del pensiero filosofico di Voltaire c’era il tentativo di superare qualsiasi tipo di oppressione politica e intolleranza religiosa in nome della ragione.
Il punto di partenza della sua speculazione era la convinzione che Dio esistesse e che ciò potesse essere provato scorgendo semplicemente l’ordine dell’universo. Scrive Voltaire«Se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo, ma tutta la natura ci grida che esiste».
Il 
deismo di Voltaire aveva dunque le seguenti caratteristiche:Dio come Architetto universale: nonostante le numerose difficoltà nel provare l’esistenza di Dio, era ancor più difficile sostenere l’opinione contraria in quanto il filosofo non poteva accettare l’idea che il mondo si fosse organizzato autonomamente senza un intervento esterno. Il Dio di Voltaire era una specie di Grande Architetto della realtà.Dio non interviene nella vita degli uomini: il Dio di Voltaire non ha le fattezze umane, è inconoscibile e non interviene nelle vicende umane. L’uomo è dunque libero di scegliere il bene o il male e non esiste nessun progetto divino per lui.
Dio come prodotto della ragioneVoltaire crede in un Dio universale in quanto prodotto dalla ragione, che appartiene a tutti gli uomini. È dunque un Dio che unifica i popoli e permette di superare i dissidi delle varie confessioni religiose. La sua è una «religione pura, ragionevole, universale: essa consiste nell’adorare Dio e nell’essere giusto».
La critica di Voltaire si indirizza, quindi, contro la concezione che poneva l’uomo come il centro e il fine dell’Universo. Il filosofo rigetta aspramente l’ottimismo metafisico, proveniente dalla tradizione leibniziana, che tendeva a vedere questo mondo come «il migliore dei mondi possibili» e a concepire il male e l’infelicità come momenti di un piano divino (buono quindi) che sfuggiva alla comprensione umana. Secondo Voltaire il male, come il bene, esiste nel mondo e l’unico rimedio non è negarlo filosoficamente ma impegnarsi concretamente per superarlo o renderlo più tollerabile. Difatti, rimanere nell’ottimismo metafisico, significa per Voltaire accettare l’invito a non ragionare e a farsi opprimere, lasciando le cose così come sono. 
L'uomo, la morale e l'etica animalista in Voltaire
Secondo Voltaire l’uomo apprende e conosce solo ciò che percepisce attraverso i propri sensi. Le nostre idee sono dunque il frutto di una combinazione e unione di ciò che “sentiamo”; non esistono idee innate (cioè presenti sin dalla nascita). Voltaire invita ad accettare serenamente l’imperfetta condizione dell’uomo (che è legato alle cose del mondo, non può conoscere tutto e gode di una libertà limitata in quanto non potrà mai governare e controllare completamente i propri desideri), le sue fragilità e i suoi errori. 
Tuttavia, nonostante neghi l’esistenza di valori innati universali (come l’idea di giustizia o di bene) prova a rintracciare una legge morale valida per tutti gli uomini. Il filosofo arrivò a sostenere che: «La virtù o il vizio, il bene e il male morale sono in ogni paese quel che è utile o nocivo alla società». Dunque il bene o il male non derivavano da presunti canoni validi di per sé, ma erano sempre il risultato dell’azione concreta dell’uomo in rapporto alla società in cui vive.  
Il filosofo si oppose aspramente anche alla concezione di una superiorità dell’uomo sulla natura e su tutti gli altri esseri viventi. L’animale, secondo Voltaire, non poteva essere considerato una «macchina priva di coscienza e sentimento» e condannò ferocemente la vivisezione o qualsiasi altro genere di tortura fisica, dimostrando simpatie per il vegetarismo
La concezione della storia
Della grandissima produzione letteraria di Voltaire un posto degno di nota è rivestito dalle opere di carattere storico che segnano un punto di svolta e un nuovo approccio nell’ambito della storiografia. Il filosofo considera infatti inutili e irrilevanti gli aneddoti legati alle biografie dei regnanti, alla cronologia di avvenimenti o ai dettagli delle guerre, preferendo invece concentrarsi sullo «spirito di una nazione, lo spirito del tempo». 
Con ciò Voltaire intendeva che i fattori davvero importanti nella descrizione di uno Stato risiedono nell’analisi delle sue strutture istituzionali, nei suoi rapporti con l’estero, nelle sue espressioni artistiche, letterarie, religiose. 
La storia aveva dunque il compito di svelare e superare tutto ciò che c’era di superstizioso, irrazionale nella storia dei popoli in quanto trovava «cerimonie, fatti, monumenti, stabiliti per convalidare menzogne». La missione di Voltaire era quella di evidenziare i progressi dell’uomo che, tramite la sua ragione, superava i pregiudizi, i miti e le false credenze che lo avevano accompagnato e percorreva il suo cammino verso la fondazione di una società più giusta. 
L'idea di tolleranza di Voltaire
Tutta la polemica di Voltaire contro le ingiustizie sociali, la superstizione, il fanatismo è esemplificata nella sua difesa del principio della tolleranza. Nella sua opera più importante, il Trattato sulla tolleranza, infatti, il filosofo parte da un fatto di cronaca (un processo concluso con la condanna a morte di un protestante di Tolosa) per denunciare globalmente le conseguenze dell’intolleranza, ed in particolare si scaglia contro il cristianesimo«I cristiani sono i più intolleranti degli uomini», o «la nostra (religione, n.d.r) è senza dubbio la più ridicola, la più assurda e la più assetata di sangue mai venuta a infettare il mondo» scrive.  
Ma la sua requisitoria è diretta contro tutte le religioni storiche che hanno tradito il loro comune nucleo razionale, fatto di alcuni principi semplici e universalmente condivisi e, attraverso l’istituzione di dogmi e riti particolari, si sono macchiate di ogni tipo di crimine (dalle guerre alle persecuzioni). Abbandonare dunque il dogmatismo e abbracciare una religione spogliata dei suoi tratti esteriori e deleteri perché: «il deista non appartiene a nessuna di quelle sette che si contraddicono tutte… egli parla una lingua che tutti i popoli intendono… egli è persuaso che la religione non consiste né nelle opinioni di una metafisica incomprensibile, né in vane cerimonie, ma nell’adorazione e nella giustizia. Fare il bene è il suo culto: obbedire a Dio è la sua dottrina»
L’uomo deve accettare la diversità, i diversi punti di vista, in quanto, secondo Voltaire, essere tolleranti significa accettare le comuni fragilità«Siamo tutti impastati di debolezze e errori: perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze, è la prima legge di natura… Chiunque perseguiti un altro suo fratello, perché non è della sua opinione, è un mostro».
La tolleranza deve animare qualunque tipo di potere politico e Voltaire si scaglia, quindi, anche contro l’uso della tortura e della pena di morte. Allo stesso modo attacca l’uso della religione per giustificare le guerre e rigetta il nazionalismo in nome di una fede cosmopolita.  
Curiosità
La celebre frase: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo», a cui è legato indissolubilmente il nome di Voltaire, in realtà non fu mai pronunciata dal filosofo. Appartiene, infatti, ad una saggista (Evelyne Beatrice Hall) che scrisse e ricostruì la vita e le opere di Voltaire. Ciononostante, sicuramente le prese di posizione del filosofo in merito non scarseggiarono e, anche nella sua vita privata, soffriva profondamente delle conseguenze dell’intolleranza degli uomini. Ogni anno, infatti, dedicava un giorno al lutto e all’astensione da qualunque attività: il 24 agosto, anniversario della notte di San Bartolomeo (una strage compiuta nel 1572 dalla fazione cattolica ai danni dei calvinisti parigini), si dice che aggiornasse la sua casistica dei morti nelle persecuzioni religiose arrivando a contarne 24/25 milioni. Ma la sua personalità non fu esente da contraddizioni: si batteva contro le guerre e il pacifismo ma faceva affari lucrosi nel campo dei rifornimenti all’esercito; era un paladino della tolleranza ma intrattenne degli accesissimi diverbi con l’illuminista Rousseau che screditavano la validità di tale principio; infine, celebri furono le prese di posizione sull’inferiorità degli africani rispetto a scimmie e elefanti, oltre che all’uomo bianco.
Voltaire: vita e opere
Francois-Marie Arouet, noto come Voltaire, nacque a Parigi da una ricca famiglia borghese.
Frequentò un rinomato collegio gesuita e si iscrisse, poi, ad una scuola di diritto che abbandonò dopo solo quattro mesi.
Alla morte del padre ereditò una cospicua somma.
Dopo un iniziale successo presso i salotti francesi, la vita di Voltaire fu caratterizzata dall’attrito con nobili e con la corona francese.
Prese prima la via dell’esilio, durato tre anni, verso l’Inghilterra (che gli ispirò la scrittura delle Lettere Filosofiche), seguito dalla permanenza in Prussia (presso Federico II), in Svizzera e a Ferney.
Divenne il punto di riferimento dell’Illuminismo europeo; collaborò alla realizzazione dell’Enciclopedia e compose le sue opere maggiori: Micromega (1752), Saggio sui costumi e sullo spirito delle nazioni (1756), il Candido o dell’ottimismo (1759), il Trattato sulla tolleranza (1763).
Ritornò infine a Parigi, accolto con trionfo dai suoi concittadini e si spense, poco dopo, a quasi 83 anni. https://www.studenti.it/voltaire-vita-opere-filosofia.html