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mercoledì 18 novembre 2020

Lo Sapevate Che: Marcel Proust, nato a Parigi il 1871 e ivi morto nel 1922, scrittore, saggista e critico letterario. La sua opera più importante è il romanzo Alla ricerca de tempo perduto scritta tra il 1909 e il 1922, pubblicata in sette volumi tra il 1913 e il 1927


Le teorie e le scuole, come i microbi e i globuli, si divorano tra di loro e assicurano, con la loro lotta, la continuità della vita.” Marcel Proust

 

Profonda mondanità

Un nome, un mito. Mai come in questo caso si può parlare di vera e propria dimensione mitologica a proposito di Marcel Proust, scrittore spesso citato a proposito (ma ancor più spesso a sproposito), del tempo che passa e della potenza del ricordo ma che in pochi hanno davvero letto.

Complice anche la mole ragguardevole e certamente intimidente della sua produzione, delineata attraverso quel grande arco formale che è la "Recherche" (Alla ricerca del tempo perduto, imponente opera in 7 volumi); anche apprezzabile, però, attraverso i suoi singoli episodi.

Figlio dell'alta borghesia parigina (la madre era la figlia di un ricco agente di cambio mentre il padre era rinomato medico), nasce il 10 luglio 1871 ad Auteil, alla periferia di Parigi. L'infanzia dello scrittore si svolge prevalentemente nella capitale francese, con ben poche concessioni alla fuga dalla città, se non durante il periodo estivo, trascorso per lo più presso la dolce residenza dei parenti paterni, a Illiers. E niente come questi momenti di svago potevano essere salutari al piccolo Marcel, affaticato da una salute malferma e fragile, oppresso dalla più tenera età da problemi respiratori, culminati nel primo grave attacco d'asma (disturbo che non lo abbandonerà mai), a nove anni. A ciò si aggiunga una non comune sensibilità interiore, subito colta dall'altrettanto sensibile madre (con cui Marcel instaurò un legame quasi morboso), che lo rendeva schivo e solitario, a dispetto del fratello Robert, certamente più solare e aperto.

Iscrittosi ad uno dei migliori licei della capitale, Marcel ha modo di entrare in stretto contattato con alcuni coetanei, rampolli delle famiglie-bene parigine, fra le quali si possono annoverare nomi di importanti politici del tempo. L'impatto per certi versi è positivo e con alcuni compagni stringe una sincera e duratura amicizia. D'altronde, è proprio al liceo che Proust, accanto alla vocazione letteraria, scopre il gusto, tutto letterario anch'esso, di entrare nei salotti parigini, rivelando una innata propensione alla vita di società ed una straordinaria capacità di affascinare quell'uditorio, magari un po' frivolo, che di volta in volta si trovava ad affrontare (in senso metaforico). Inoltre, i salotti erano una fucina inesauribile di ghiotti incontri culturali, se si pensa che erano frequentati nientemeno che da personaggi come Madame Strauss, moglie in prime nozze del compositore George Bizet o Charles Haas, strana figura di esteta e raffinato cultore dell'arte, sulla cui personalità Proust forgerà poi il personaggio di Swann.

I primi frutti dell'attività letteraria di Proust arrivano nel 1892, quando si inserisce come collaboratore nella rivista "Le Banquest", fondata da un gruppo di amici, tra cui Jacques Bizet, Daniel Halévy, Robert Dreyfus e Leon Blum. Sono gli anni, fra l'altro, in cui scoppia il caso Dreyfus, il capitano ebreo arrestato con l'accusa di spionaggio e complicità con la Germania, un vero e proprio caso di linciaggio moderno a mezzo stampa. Proust, agli occhi della Storia, ha l'onore di essere fra quelli che difesero, oltretutto con grande energia, lo sfortunato capitano.

Nel 1896 esce finalmente il primo libro dello scrittore "I piaceri e i giorni"; si tratta di una raccolta di novelle, edite in una raffinata edizione che vedeva la prefazione di un mostro sacro delle patrie lettere come Anatole France; allo stesso tempo, però, si dedica anche alla stesura di un grande romanzo, purtroppo incompiuto "Jean Santeuil", vero e proprio canovaccio per la successiva, gigantesca, "Recherche". Parallelamente a tutto ciò, non dimentica la prediletta pratica della critica letteraria, svolta con acume e gusto imepccabili.

L'attività di critico letterario e soprattutto di attento estimatore dell'arte lo porta ad incontrarsi con le teorie estetiche dell'inglese John Ruskin, cui dedicherà tanta parte del suo tempo, impegnandosi nella traduzione francese di una sua opera "The Bible of Amiens". II 1900 è l'anno dei viaggi in Italia, soprattutto a Venezia, dove compie una sorta di pellegrinaggio ruskiniano, una verifica dal vivo delle teorie estetiche del critico inglese, oltre che incontrarsi per la prima volta dal vero con il mondo della pittura italiana. Questi viaggi alla ricerca dei grandi momenti dell'arte europea sono un tratto fondamentale dello stile di vita di Proust e si rinnoveranno, fin tanto che gli sarà possibile muoversi e affrontare le fatiche di lunghi trasferimenti.

Nel 1905 muore, due anni dopo il padre, la madre dello scrittore, un momento fra i più dolorosi della sua vita, che di lì a qualche tempo lascia l'appartamento della famiglia e si trasferisce in Boulevard Haussmann, dove farà istallare la famosa camera interamente rivestita di sughero e isolata da ogni rumore esterno. È all'inizio del 1907, circa, che avvia la stesura della sua opera più ambiziosa.

A causa di questo enorme impegno psicologico, la vita sociale dello scrittore, prima così ricca, si va man mano riducendo ad un numero ristretto di amici, da cui per altro sembra in qualche caso difendersi, mentre i suoi ritmi di vita sono interamente sconvolti: dorme per la più parte della giornata e lavora la notte; accanto gli rimane solo la domestica Celeste Albaret con il marito Odillon. Nel 1914 muore in un incidente aereo ad III Antibes il segretario-autista Alfred Agostinelli: è un altro momento tragico per Proust, profondamente legato al giovane. Il quale, a sua volta, mostrava l'attaccamento per il suo colto mentore volando con lo pseudonimo di Marcel Swann.

Lo scoppio della prima guerra mondiale, nell'agosto del 1914, coinvolge e sconvolge il mondo e le amicizie di Proust; alcune delle persone a lui care, tra cui soprattutto Bertrand de Fénelon, muoiono al fronte; il fratello Robert è in prima linea come medico e rischia la vita in più di un frangente. A Parigi, Proust continua a lavorare al suo romanzo, apparentemente estraneo e indifferente alla tragedia che lo circonda, su cui invece lascerà delle pagine stupende ne "Il tempo ritrovato".

Da qui in poi, la vita sempre più segregata e solitaria di Proust sembra scandita solo dal ritmo della sua opera. I vari volumi escono con regolarità, accolti con attenzione dalla critica. Al riconoscimento e alla fama dello scrittore ha contribuito soprattutto l'assegnazione del premio Goncourt, nel 1918, al libro "All'ombra delle fanciulle in fiore".

Proust, sempre più isolato, sta terminando la revisione definitiva della "Prigioniera" quando, nell'ottobre del 1922, si ammala di bronchite. Rifiutando qualsiasi assistenza medica, a dispetto delle insistenze del fratello Robert, cerca di resistere agli attacchi della malattia, particolarmente violenti e acuiti dall'asma, e continua la stesura della "Fuggitiva", che riuscirà a portare a termine. Dopo questo ultimo colpo d'ala si spegne il 18 novembre 1922.

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