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giovedì 19 novembre 2020

Lo Sapevate Che: Concita De Gregorio, giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica italiana. Editorialista de La Repubblica, è stata direttrice dell'Unità dal 2008 al 2011

 Oriana Fallaci, la più grande giornalista italiana del '900.


[dalla prefazione a Oriana Fallaci, Penelope alla guerra]” Concita De Gregorio

 

Concita De Gregorio: le prime esperienze nell'informazione

Concita De Gregorio nasce il 19 novembre del 1963 a Pisa, figlia di Paolo (magistrato toscano) e Concha (originaria di Barcellona): il suo nome è lo stesso della mamma e della nonna, secondo l'uso del capoluogo catalano di tramandare il nome tra primogeniti. La futura giornalista cresce a Biella (dove frequenta le elementari) a causa del lavoro del papà; da adolescente torna a Livorno e si diploma presso il liceo classico "Niccolini Guerrazzi", per poi laurearsi in Scienze Politiche all'Università di Pisa.

Concita De Gregorio: le prime esperienze nell'informazione

Già durante gli studi universitari comincia a lavorare presso televisioni e radio locali toscane; nel 1985 entra a far parte de "Il Tirreno", quotidiano livornese, dove lavora per le redazioni di Livorno, Piombino, Pistoia e Lucca, occupandosi soprattutto di cronaca nera.

I primi anni presso La Repubblica

Nel 1990 giunge al quotidiano "Repubblica" grazie alla vittoria nel concorso Mario Formenton: assunta al giornale di Largo Fochetti da Eugenio Scalfari, viene accolta sotto l'ala protettiva di Giampaolo Pansa e si occupa di politica interna (a lei si dovrà l'introduzione del termine "girotondini") e cronaca.

Nel 1994 diventa madre del suo primo figlio, Pietro, avuto dal marito Alessandro Cecioni (giornalista, tra l'altro autore di un libro sul mostro di Firenze), mentre due anni più tardi nasce Lorenzo.

I primi libri di Concita De Gregorio

Nel 2001 Concita De Gregorio pubblica per Laterza il suo primo libro, intitolato "Non lavate questo sangue. I giorni di Genova", dedicato alle violenze avvenute durante il G8 tenutosi nell'estate di quell'anno nel capoluogo ligure; nel 2003 diventa madre del suo terzo figlio, Bernardo.

Nel 2006 scrive il suo secondo libro, "Una madre lo sa. Tutte le ombre dell'amore perfetto", edito da Mondadori (che entra nella rosa dei finalisti del Premio Bancarella), e si occupa della postfazione del libro di Rosalind B. Penfold "Le pantofole dell'orco. Storia di un amore crudele", edito da Sperling & Kupfer.

Prima donna alla direzione de L'Unità

Due anni più tardi deve affrontare la morte del padre Paolo; novità importanti si materializzano, poi, dal punto di vista professionale: non solo grazie alla pubblicazione del libro "Malamore. Esercizi di resistenza al dolore", edito da Mondadori, ma soprattutto grazie alla sua nomina a direttrice de "L'Unità".

Una nomina che, per altro, non manca di suscitare polemiche, visto che la notizia dell'arrivo di Concita De Gregorio al quotidiano fondato da Gramsci, viene resa nota attraverso la diffusione delle anticipazioni di una sua intervista rilasciata alla rivista "Prima Comunicazione": le anticipazioni suscitano clamore, con il comitato di redazione dell'"Unità" che protesta contro le modalità di annuncio del cambio alla direzione attraverso un'intervista.

Il 22 agosto del 2008, comunque, sopite le polemiche, Concita - fortemente voluta da Walter Veltroni - diventa la prima donna a dirigere "L'Unità", prendendo il posto di Antonio Padellaro.

Dopo avere scritto la prefazione del libro di Ascanio Celestini "La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico", edito da Einaudi, la giornalista si occupa anche delle prefazioni di "Penelope alla guerra", opera di Oriana Fallaci riedita da Bur, e di "Michelle Obama. First lady della speranza", opera di Elizabeth Lightfoot pubblicata in Italia da Nutrimenti.

Nel 2010 Concita De Gregorio riceve il Premio Renato Benedetto Fabrizi e pubblica per Il Saggiatore "Un paese senza tempo. Fatti e figure in vent'anni di cronache italiane". Realizza, inoltre, le prefazioni dei libri di Anais Ginori "Pensare l'impossibile. Donne che non si arrendono" (Fandango) e di Giovanni Maria Bellu e Silvia Sanna "100 giorni sull'isola dei cassintegrati" (Il maestrale).

Il ritorno a Repubblica

Nel luglio del 2011 la giornalista toscana lascia "L'Unità" (Pierluigi Bersani le preferisce Claudio Sardo) e fa ritorno a "Repubblica". Nello stesso anno pubblica con Einaudi "Così è la vita. Imparare a dirsi addio" (in cui affronta il tema della morte e dei vari modi per farvi fronte), e per il libro "Sul velo. Lettere aperte alle donne musulmane" di Nicla Vassallo e Marnia Lazreg scrive "La velata".

A novembre del 2011 suscita scalpore un suo intervento nel corso di un convegno all'Università di Pisa in occasione del quale rivela che un importante dirigente del Partito Democratico le ha confessato che il partito ha volutamente perso le elezioni regionali del Lazio del 2010 per agevolare Renata Polverini, candidata di Gianfranco Fini, e favorire quest'ultimo nella sua campagna contro Silvio Berlusconi per sfaldare il Pdl.

Le dichiarazioni di Concita De Gregorio alzano un polverone di polemiche, in seguito al quale lei si difende accusando i mezzi di comunicazione e i giornali di essere ipocriti.

Nel 2013, ancora con Einaudi pubblica "Io vi maledico", un'inchiesta sul sentimento di indignazione e rabbia che pervade l'Italia contemporanea; inoltre, inizia a condurre su Raitre la trasmissione "Pane quotidiano", in onda ogni mattina dal lunedì al venerdì, dedicata alla cultura e alla letteratura (fino al 27 maggio 2016). Dal settembre 2018 è su Radio Capital come conduttrice radiofonica del programma "Cactus, basta poca acqua".     https://biografieonline.it/biografia-concita-de-gregorio

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