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mercoledì 11 novembre 2020

Lo Sapevate Che :Fëdor Michajlovič Dostoevskij: L’11 novembre del 1821, nasceva Fëdor Dostoevskij. Renato Poggioli, uno dei più grandi studiosi italiani di letteratura russa, lo descrive così:

  

Possente eroe della cultura, incarnazione del genio russo aleggiante il soffio dello spirito sui deserti del mondo moderno

 

CHI ERA DOSTOEVSKIJ? UN’INFANZIA SCANDITA DA RIGIDITÀ E TRAUMI

Fëdor Michajlovič Dostoevskij nasce a Mosca nel 1821, secondo di sette figli. Il padre, Michail Andreevič Dostoevskij, era un medico militare piuttosto dispotico che fin da subito prova ad indirizzare la strada del figlio mandandolo alla scuola del genio militare a Pietroburgo. Appena adolescente, è orfano di madre, Marija Fëdorovna Nečaeva: proprio lei che gli aveva insegnato a leggere grazie ad illustri poeti e scrittori russi. Poco dopo muore anche il padre, forse, ucciso dagli stessi contadini che lavoravano le sue terre. Entrambi gli eventi potrebbero essere la causa scatenante degli episodi di epilessia che accompagneranno il nostro scrittore per tutta la vita.

Nonostante il raggiungimento del diploma, lascia il servizio militare per seguire la sua indole e, lottando contro la povertà, scrive le prime opere. Povera gente (1846), che racconta le sofferenze e l’incomprensione degli uomini degradati, e Il sosia (1846) il cui topos principale è lo sdoppiamento psichico.

Dopo essere stato arrestato per aver apparentemente partecipato agli incontri di una società con scopi sovversivi, Dostoevskij evita la pena capitale grazie allo zar Nicola I che incredibilmente lo risparmia. Proprio in questo periodo nascono opere dove, tra le varie tematiche affrontate, risaltano le riflessioni sulla pena di morte. Quattro anni di lavori forzati in Siberia sono l’ennesima esperienza drammatica che segna questo genio della letteratura ottocentesca. Nello specifico, la deportazione in Siberia è complice della creazione di una delle opere più struggenti e crude della produzione di Dostoevskij: Memorie dalla casa dei morti (1860-1862).

IL RITORNO A CASA DI DOSTOEVSKIJ

Tornato a San Pietroburgo, si concentra sulla stesura di opere tra cui: Umiliati e offesi (1862), Memorie dal sottosuolo (1864) e il celeberrimo Delitto e castigo (1866). Dopo la morte della prima moglie, conosce (e poi sposa) una stenografa che lavorava alla pubblicazione di uno dei suoi lavori: Anna Grigor’evna Snitkina. L’opera in questione era Il giocatore (1866), romanzo che raccontava la malattia del gioco (di cui lui stesso era vittima). Dopo il matrimonio con Anna, i due partono per un viaggio in Europa durante il quale scrive I demoni (1873 – che vede al centro della trama alcuni terroristi nichilisti) e L’idiota (1869): storia di un uomo profondamento buono portatore di verità e compassione.

Una volta ritornato in Russia, è il momento del grande e ultimo capolavoro, il suo canto del cigno: I fratelli Karamazov, che viene alla luce nel 1879. Il piano dell’autore era quello di pubblicare un’altra opera che seguisse il filone narrativo de I fratelli Karamazov, dove Alëša (il fratello minore) sarebbe cresciuto. Tuttavia il progetto di un seguito viene stroncato dalla morte dello scrittore avvenuta a inizio 1881.

Negli uomini tutto è abitudine. In ogni cosa, anche nelle faccende di Stato e in politica. L’abitudine è la prima delle molle.

https://www.mam-e.it/letteratura/fedor-dostoevskij-la-biografia-dai-traumi-dellautore-alla-morale-forte-dei-personaggi/

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