IL Commento
E’ un caso paradossale che un giornalista morto all’invidiabile età di 91 anni debba considerarsi il modello del giornalismo di domani. Ma non è retorica, per Giorgio Bocca è davvero così. Non gli piacevano più i giornali di questo tempo un po’ oscuro, che vede la carta stampata assediata dai nuovi media. Non gli piacevano mode e tendenze, se ne fregava. In questo rifiuto, tuttavia, non c’era nulla di vecchio, o di un vecchio, ma piuttosto l’intuizione di qualcosa, una visione che sorpassava il presente. Internet, la tv globale sono luoghi di informazione veloce e feroce. Ma possono essere anche una notte buia, dove tutte le notizie sono grigie: se non sai dove cercare, in mezzo a quel tutto, non trovi niente. Internet è uno strumento portentoso, ma bisogna aver imparato ad usarlo. Bocca è stato, ed è, il riferimento che dovrebbero avere i nuovi giornalisti dei giornali: uno che raccontava quello che vedeva (dal vero, non su un video), che parlava con le persone, che sapeva collegare i fatti di ieri e di oggi con fantasia e intelligenza, che conosceva la storia e scriveva bene. E che si spiegava sempre. Che aggrediva la realtà con ruvidità e spesso ti obbligava a non essere d’accordo con lui. L’opposto del giornalismo supermarket, dove c’è tutto e puoi scegliere tutto ciò che vuoi. Ma dove nessuno ha selezionato per te, per porti davanti a una questione, per aiutarti a capirne i retroscena, per obbligarti a prendere posizione avendo i dati della cronaca e gli argomenti. E’ paradossale che sia un uomo di 91 anni a ricordarci cosa dovremo fare domani. Ma per Giorgio Bocca è davvero così.
Da Repubblica – Venerdì – Attilio Giordano
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