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giovedì 10 maggio 2012

Lo Sapevate Che: S.O.S.Turisti Sanitari

“C’è un ignobile giro d’affari che ruota intorno ai malati, bambini e adulti, ricoverati all’Istituto dei Tumori di Milano. Persone che agiscono indisturbate,  approfittando della disperazione delle famiglie che non denunciano perché già afflitte da ben altri problemi. Strozzini che affittano in nero appartamenti fatiscenti e non a norma, a pochi metri dall’Istituto”.
La denuncia parte dai genitori di Lidia, 4 anni, un tumore al cervello, scandalizzati da abusi e sciacallaggio che sfruttano la debolezza di chi, come loro, deve passare mesi lontano da casa per curare un familiare. La difficoltà, per molti, è trovare un affitto a breve termine, ma legale. “Abbiamo vissuto otto mesi, a 50 euro al giorno, con un bagno con tubi gocciolanti, finestre semirotte, attacchi del gas malridotti”, scrivono in una lettera indirizzata alla Lega italiana per la lotta contro i tumori.
Li chiamano “turisti sanitari”, passano il cartello della propria regione per scegliere l’ospedale di quella accanto. O più spesso risalgono il Paese pensando, a torto o a ragione, che al Nord i dottori siano più bravi, le malattie guariscono meglio e gli errori umani siano più rari. L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali li ha fotografati in un recente report. Mobilità sanitaria, che rivela: nel 22,7%deo casi il ricovero extra-regionale è ingiustificato, le prestazioni sono disponibili anche vicino a casa, solo che non vengono considerate affidabili: In 1 caso su 4, invece, sulla scelta incide la lunghezza della lista di attesa.
Meta prediletta dei “pellegrini della salute” è la Lombardia: qui un ricoverato su 10 proviene da un’altra regione, e solo il 4% dei lombardi va a farsi curare altrove. La media nazionale degli emigrati è il 13%, con picchi del 30% (Valle d’Aosta e Basilicata). Alcune regioni hanno stretto accordi per disciplinare la mobilità sanitaria, come in Toscana ed Emilia, monitorando qualità e appropriatezza delle prestazioni. Ma i disagi sono altri: psicologici, emotivi. La solitudine, il disorientamento, l’assenza dal posto di lavoro, le spese (per assistenza sugli affitti: 848.800.444, Agenzia delle entrate).
Sebbene si tratti di un fenomeno diffuso, sono ancora poche le misure messe in atto per tutelare i migranti interregionali della salute, tutte ascrivibili ad associazioni e onlus. Come la Casa di Bologna, creata da Il sogno di Stefano Onlus per ospitare i genitori di bimbi con patologie renali in cura al Centro d’eccellenza di Nefrologia Pediatrica (apre il 6/5).
O come il progetto di housing sociale. A casa lontano da casa di Prometeo Onlus, a sostegno dei 100mila che ogni anno si riversano a Milano in cerca di cure. “Il primo passo è capire quante persone hanno bisogno di fermarsi in città e le loro esigenze sociali e psicologiche.”, spiega Laura Gangeri, presidente Prometeo. “Stiamo costruendo un osservatorio permanente sulla migrazione sanitaria e censiamo le possibilità di accoglienza del territorio, con un call center che dà informazioni sulle strutture disponibili”. Un’accoglienza che non è fatta solo di alloggi, ma di una “rete di salvataggio” con volontari che aiutano malato e famiglia prima e durante la permanenza.
Daniela Condorelli – Donna di Repubblica – 28-04-12



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