Contro Le Mutilazioni
Dell’Infibulazione
Interviene La chirurgia
Ogni anno due milioni di Bambine nel mondo sono segnate dal cruento rituale. Ora in Francia il Servizio Sanitario offre un’operazione che allevia il dolore e ridà sensibilità.
Ogni anno due milioni di bambine in 28 Paesi africani, più Yemen e Indonesia (e migliaia, segretamente, anche in Europa), vengono brutalmente mutilate, rimuovendo parte dei loro genitali esterni, per rispettare una tradizione che, erroneamente associata all’Islam, in realtà non potrebbe essere più pagana, poiché risale al tempo dei faraoni. In attesa che la mobilitazione delle Ong, della politica e delle società civili locali faccia cessare questa pratica, un chirurgo francese ha dimostrato che, almeno in parte, le sue conseguenze possono essere eliminate, alleviando il loro peso fisico e psicologico.
La mutilazione genitale, che avviene in genere su bambine tra i quattro e i nove anni, è eseguita quasi sempre senza anestesia e senza sterilizzare gli strumenti (talvolta pezzi di vetro o di latta affilati), e può variare fra l’escissione più o meno completa della clitoride e delle piccole e grandi labbra, fino all’infibulazione, cioè la chiusura totale dei genitali, tranne un piccolo foro per urina e sangue mestruale, ottenuta legando per 40 giorni, dopo la mutilazione, le gambe della piccola, così da far fondere insieme i lembi della ferita. Si ipotizza una mortalità del 10 per cento delle bambine. E prt 140 milioni di donne sopravissute a questo intervento, le conseguenze sono drammatiche: la maggior parte soffre per tutta la vita di dolori, disturbi all’apparato urinario e riproduttivo e rapporti sessuali dolorosi o privi di piacere (del resto eliminare il piacere è lo scopo primario dell’escissione, così da diminuire le possibilità di adulterio femminile).
Adesso però per molte di loro c’è una speranza. Dopo sette anni di sperimentazione, gli urologi francesi Pierre Foldés e Béatrice Cuzin hanno pubblicato su The Lancet i risultati di tremila interventi per ricostruire la clitoride in donne escisse. Questo organo, infatti, prosegue per vari centimetri all’interno del corpo, e allentando chirurgicamente i suoi legamenti, si permette alla parte intatta di emergere, ricostruendo un organo funzionale.
Intervistando le 866 donne che è stato possibile seguire dopo l’operazione, i risultati sembrano buoni: in quasi tutte i dolori si sono stabilizzati o ridotti, l’8° per cento ha migliorato la propria vita sessuale e delle 368 che non avevano mai raggiunto un orgasmo, 129 lo hanno provato per la prima volta.
In Francia l’operazione viene offerta dal servizio sanitario e, secondo Cuzin “l’ideale sarebbe ora formare chirurghi locali che operino e seguano le donne mutilate nei Paesi di origine”.
Alex Saragosa – Venerdì di Repubblica – 20 -7- 12
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