Tormentone di vita quotidiana e tante ricette culinarie italiane ed estere
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venerdì 31 agosto 2012
Lo Sapevate che: Le Prediche.....
Le Prediche? Inutili.
La Classe Dirigente Va Sostituita.
Aveva pensato Luigi Einaudi a chiamare i suoi articoli prediche inutili, e la definizione torna alla mente quando si leggono i componimenti di coloro che, in quanto scrivono come me nei giornali, oso chiamare miei colleghi. Quanti buoni consigli danno agli uomini politici , ai capi dei partiti. Devono fare una buona legge elettorale, in primo luogo: perché indugiano? Poi devono ripianare i conti pubblici. Sanare il bilancio. E naturalmente promuovere lo sviluppo, la crescita dell’economia. Perché non si affrettano… Vengono in mente quei buoni capi di famiglia (se ancora esistono) che dicono ai figli di studiare, di fare i compiti. Ma servono a qualche cosa, i predicozzi?
Se siamo,qui in Italia, nelle condizioni in cui siamo quella orribile legge elettorale, con quel debito pauroso, lo si deve alla scarsa qualità di coloro che ci hanno governato e che (sia pure a mezzadria con i tecnocrati chiamati d’urgenza per il pronto soccorso) continuano a governarci. E pensano davvero, quei miei in senso lato, che gli uomini dei vari colori metteranno testa a partito dopo avere letto il giornale? Il ragazzo fannullone ai mette a studiare solo se ha paura di essere bocciato. E l’uomo politico lo si boccia lasciandolo a casa. Negandogli il voto. Quindi: vana la speranza di migliorare la classe politica oggi in funzione nel nostro Paese, oggi visibile al Senato e alla Camera, scrivendo articoli assennati su quel che dovrebbero fare. La classe dirigente in circolazione deve essere sostituita: punto e basta.
Ma qui nasce il vero problema, e ci si rende conto della nostra tragedia. Come sostituirla, questa classe dirigente? Chi mettere al posto di coloro che, gli uni per incapacità
Congenita, gli altri per disonestà, ci hanno portato sull’orlo del baratro? Non saranno certo i modesti demagoghi oggi alla ribalta a portarci a salvamento. Sappiamo che esistono anche da noi gli uomini onesti, gli uomini capaci. Ma stanno nascosti.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 24-8-12
Pesce A Volontà...
Pescatrice in Guazzetto
Per 4 persone
Una pescatrice di 1,5 kg , 1 cipolla bianca, 1 carota, una costola di sedano, 1 spicchio d’aglio, 2 cipollotti novelli, 200 gr di passata di pomodoro, una presa di peperoncino secco, 1 bicchiere di vino bianco, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, olio, sale, crostini di pane.
Mettete in una pesciera la pescatrice, privata della testa, pulita delle interiora, squamata e lavata. Aggiungete 1 lt d’acqua, la cipolla sbucciata, la carota raschiata e spuntata e la costola di sedano. Salate e cuocete il pesce per 10 minuti dal momento in cui l’acqua avrà raggiunto l’ebollizione. Estraetela dalla pesciera, tenete da parte un po’ di acqua di cottura del pesce. Fate raffreddare il pesce. Incidetela al centro, eliminate la spina centrale e tagliate la carne a piccoli pezzi. Mettete sul fuoco una larga padella con 5 cucchiai d’olio e fatevi dorare uno spicchio d’aglio, sbucciato e tagliato a metà, 2 cipollotti affettati , poi unite la passata di pomodoro, una presa di peperoncino, salate. Mescolate e dopo pochi minuti unite i pezzi di pesce e ½ bicchiere di vino bianco. Coprite e cuocete a fuoco lento per 15 minuti, bagnando con un po’ di brodo di pesce. Prima di toglierlo dal fuoco, distribuite un cucchiaio di prezzemolo tritato fine.
Per 4 persone
400 gr di acciughe, 8 uova, 2 cipolle rosse, parmigiano grattugiato, 50 gr di burro, 2 rametti di menta fresca, pepe nero, sale.
Pulire le cipolle, affettarle finemente e farle appassire con 40 gr di burro in un tegame. Salare, pepare e lasciare raffreddare nel tegame.
Privare le acciughe della testa e della lisca, aprirle a libro, lavarle e asciugarle bene con carta da cucina. Battete le uova in una terrina, unite un pizzico di sale e di pepe, due cucchiai di parmigiano grattugiato, la menta tritata e metà delle acciughe che avrete spezzettato. Ungete col burro residuo un largo tegame antiaderente, fatelo scaldare bene, poi versate il composto. Disponetevi sopra il resto delle alici, coprite il tegame con u n coperchio e lasciate rassodare la frittata a fuoco moderato. Poi, aiutandovi con il coperchio, giratela e terminate la cottura.
giovedì 30 agosto 2012
Lo Sapevate Che: Quelle Auto, Che Con Gli Anni......
Quelle Auto Che , Con Gli Anni,
Non Smettono Di Correre
Al via il 30 agosto la Coppa d’oro delle Dolomiti. Il 21 settembre, invece, parte a Mantova il Gran Premio Nuvolari. Protagonisti modelli del passato
Non solo Mille Miglia. La passione per le gare d’auto d’epoca non conosce crisi e soprattutto attraversa tutta l’Italia in ogni periodo con un calendario lungo e pieno di sorprese. Concentrato proprio a settembre, mese in cui la stagione ricomincia con alcuni degli appuntamenti più attesi: dalla Coppa d’oro delle Dolomiti al Gran Premio Nuvolari. La prima, nata nel 1947, è una delle corse più interessanti e seducenti, da sempre nel gotha delle manifestazioni automobilistiche italiane.
In origine si correva in un solo giorno: 303,8 chilometri attraverso le strade più belle delle Dolomiti. Il percorso era sempre lo stesso: partiva da Cortina, saliva al Passo Pordoi, percorreva la Val di Fassa per trovarsi, dopo aver valicato il Passo Rolle, a San Martino di Castrozza. Da qui i piloti proseguivano per Fiera di Primiero., Feltre, Belluno, Longarone, Pieve di Cadore, Auronzo, Misurina, per tagliare il traguardo ancora a Cortina.
Quest’anno la corsa si ripete con la consueta rievocazione storica (dal 30 agosto al 2 settembre, con la seconda tappa dedicata a Ernest Hemingway) che coinvolge tutti gli appassionati d’auto d’epoca della zona e non solo. Una trentina delle vetture in gara (tutte costruite prima del 1961) arrivano da ogni parte del mondo mentre sono circa un centinaio gli equipaggi italiani che rivivranno la storia di questa competizione che dal 1947 al 1956 ha entusiasmato piloti e pubblico. Tra le auto più importanti alla partenza da segnalare una Jaguar SS100 del 1938, una Lancia Aurelia B24 Spider del 1958, un’Aston Martin Le Mans del 1933, un’Alfa Romeo 6C 1750 Castagna del 1928, una Bugatti 37A del 1927, vari modelli di Porshe 356, Mercedes Benz 300 SL Ali di Gabbiano del 1955, Fiat 508 CS MM del 1936 e 1100 S MM del 1947, Maserati A6 GCS del 1954, Bentley del 1954 e Invicta del 1931, Bandini del 1951 e Stanguellini del 1947.
Parte, invece, da Mantova il 21 settembre, il Gran Premio Nuvolari, nato nel 1954, l’anno successivo alla morte del grande pilota per ricordarne le imprese. Era una prova speciale della Mille Miglia di 132 chilometri all’interno della Pianura Padana mentre oggi è diventata una gara di regolarità di mille chilometri lungo le strade del centro-nord Italia tra cui quelle di Modena, Bologna, Arezzo, Siena, Ravenna e Ferrara. Due giorni in giro per tornare il 23, sempre a Mantova.
Sono trecento le vetture in gare (ammesse esclusivamente quelle costruite tra il 1919 e il 1969) di cui sessanta anteguerra.
Naturalmente le più belle si sempre. E anche stavolta lo spettacolo è assicurato.
Valerio Berruti – Venerdì di Repubblica 24-8-12
Quiche, Meraviglione quiche, carne e verdura...
Quiche Patate E Rosmarino
Per 6 persone
1 rotolo di pasta brisèe, 500 gr di patate, 1 cipollotto, 150 gr di gruviera grattugiato, 1 rametto di rosmarino, olio, sale, pepe.
Sbucciare le patate e grattugiarle con una grattugia. Disporle in uno scolapasta e premerle strizzandole bene, al fine di eliminare l’acqua in eccesso. Trasferirle in una ciotola, unire il cipollotto e gli aghi di rosmarino tritati finemente, il formaggio, un filo d’olio, sale, pepe q.b.. Foderare con la pasta una teglia rotonda e riempire l’interno con il composto preparato. Fare cuocere in forno preriscaldato a 200° per circa 30 minuti.
Quiche Con Carne e Spinaci
Per 6 persone
1 rotolo di pasta brisèe, 400 gr di carne macinata ( può essere di vitello, di maiale, di pollo, tacchino, coniglio o filetti di pesce senza spine), 2 uova, 150 gr di spinaci surgelati, 80 gr di parmigiano grattugiato, un ciuffetto di timo o maggiorana, cannella in polvere, olio, sale, pepe.
Far saltare in padella gli spinaci ancor surgelati con poco olio, sale e pepe. In una ciotola sbattere le uova con il formaggio e le erbe, unire la carne e gli spinaci prima tagliuzzati con un coltello, salare e pepare, aggiungere un pizzico di cannella, quindi mescolare bene il composto. Foderare uno stampo da plum cake con la pasta brisèe prima foderando lo stesso stampo con la carta in cui è raccolta la pasta stessa. Fare sbordare dallo stampo la pasta in eccesso. Riempire con il composto preparato, livellando la superficie. Richiudere i lembi di pasta che sbordano, sigillando la superficie e facendo dei forellini nella superficie della pasta con i rebbi di una forchetta. Infornare per 35 minuti a 200°. Servire tagliando la quiche a fette e accompagnando il piatto con insalatina di stagione.
La parte superiore può anche non essere completamente richiusa con la pasta. In questo caso con la pasta che sborda si forma un cordoncino tutto attorno allo sformato stesso.
mercoledì 29 agosto 2012
Lo Sapevate Che: Il Bravo Medico
Il Bravo Medico
E Le Chiacchiere
Del Paziente
Mi hanno raccontato che un vecchio medico,
allungeresti, dava agli studenti una definizione
della medicina piuttosto geniale, anche se un po’ assurda: ve la riferisco. “Il nostro compito – diceva – è di intrattenere il paziente con amabili chiacchiere, mentre la natura segue il suo corso”. Se qualche medico ha la bontà di leggere queste note, spero che non si offenda. Sappiamo tutti che la frase scherzosa, se poteva essere vera nel passato, oggi non lo è più. La medicina fa miracoli: si direbbe che ormai non conosca frontiere. A parte la creazione della vita dal nulla può tutto, o poco ci manca. Possiamo dare l’allarme: se si va avanti di questo passo non si riuscirà più a morire.
Evviva i medici, dunque. Resta il fatto che la frase testé riferita, in un certo senso, non è del tutto infondata neanche oggi. Anche un profano si rende conto, o per lo meno ha il sospetto, che la natura di cui parlava il vecchio saggio deve pur sempre contribuire alla guarigione. In altre parole: nonostante l’Onnipotente (o quasi) delle medicine, il paziente deve fare la sua parte. Più precisamente: profano quale sono, sospetto che alla lunga guariscano soltanto coloro che vogliono guarire, Ed ecco che “le amabili chiacchiere”, di cui parlava quel signore nella definizione da me riferita, acquistano grande importanza.
Avevo scritto tanto tempo fa che oggidì, quando il paziente descrive il suo malanno, per prima cosa lo sottopongono a decine di esami eseguiti da miracolosi strumenti moderni: e un professore di università mi aveva risposto che non proprio tutti agiscono a quel modo. Lui insegnava agli studenti di lasciar parlare il paziente per qualche tempo, prima di sottoporlo agli esami, e di guardarlo con attenzione, di osservargli le mani. Gli strumenti entravano in scena in un secondo tempo, per confermare o smentire le impressioni ricevute durante il colloquio. Le amabili chiacchiere di cui dicevo all’inizio, insomma, non sono inutili: sono sempre importanti.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 17-8-12
Sfiziose Ricette Col Pollo
Per 4 persone
400 gr di pollo tagliato a julienne, 100 gr di porro, tagliato a julienne, 2 cucchiai di miele di castagno, 1 cucchiaino di peperoncino, farina, olio, sale. Per accompagnare verdure di stagione crude e yogurt cremoso naturale intero.
Preparare una pastella con la farina, 100 ml di acqua circa, 1 cucchiaio di olio, il miele, il peperoncino, un pizzico di sale. Lasciare riposare la pastella in frigorifero per un’ora. Poi unire la julienne di pollo e porri. In una grande padella, portare ad ebollizione abbondante olio e tuffare un po’ del composto di julienne raccogliendolo con un cucchiaio e formando delle frittelle, ben distanziate. Farle dorare dalle due parti e farle asciugare su carta assorbente da cucina. Servire le frittelle accompagnate da altre julienne di verdure crude a piacimento, accompagnandole con yogurt cremoso naturale intero.
Cous Cous Al Pollo
Per 6 persone
400 gr di cous cous , 2 cucchiai d’olio, una melanzana, 2 cipolle, una zucchina, 4 pomodori maturi o anche una scatola di pelati, 2 carote, sale, una presa di coriandolo in polvere, una presa di zafferano, un pollo del peso di 1 kg , un peperoncino rosso piccante, 200 gr di ceci, già cotti, (anche in scatola), 30 gr di burro.
Bagnate il cous cous con ½ lt di acqua calda, poco salata e mescolate bene, quindi, strofinate i granelli fra le mani, per separarli bene e lasciateli gonfiare per 10 minuti. Portate a bollore ½ lt di acqua e ricoprite un setaccio adatto, con una garza o un canovaccio; mettete sopra il cous cous e fatelo cuocere a vapore per 15 minuti. Nel frattempo, tagliate la melanzana e la zucchina a fette sottili, tritate grossolanamente le cipolle, tagliate i pomodori a piccoli pezzi e le carote a fettine sottili. In un tegame, con l’olio, soffriggete velocemente le melanzane, da entrambi i lati e tenetele al caldo. Nello stesso tegame, unite cipolle, zucchina e carote. Coprite e lasciate cuocere per 20 minuti., lentamente. Rimettete nel tegame la melanzana, e insaporite con sale, coriandolo, zafferano e peperoncino. Lavate, pulite il pollo, privatelo delle ossa, tagliatelo a pezzi grossi. Aggiungeteli poi nel tegame, e unite pure i ceci, sgocciolati. Coprite e lasciate cuocere fin che sia cotto il pollo. Unite il burro a fiocchetti al cous cous, mescolate bene e ponetelo nel piatto di portata. Sopra, sistemate pollo e verdure e servite.
martedì 28 agosto 2012
Lo Sapevate Che: La Versailles Di Berlino
E’ la terza o quarta volta in poco meno di un secolo che l’Europa è costretta a riproporsi il medesimo e minaccioso interrogativo: che fare con la Germania? Le prime due volte furono commessi errori politici letali che aprirono la porta a tragedie immani.
Anche oggi appare particolarmente elevato il pericolo che il vecchio continente imbocchi un sentiero gravido di rischi fatali con conseguenze magari meno cruente ma non per questo anche meno drammatiche.
La prima volta che l’Europa affrontò (insieme agli Stati Uniti) il tema Germania fu nel 1919 a Versailles. I vincitori del primo grande conflitto mondiale non seppero essere clementi e ancor meno lungimiranti nei confronti degli sconfitti. All’ex-impero prussiano furomo imposte, a titolo di riparazioni di guerra, sanzioni economiche di una pesantezza insostenibile.
Qualcuno tentò di far ragionare i leader del resto d’Europa sulle conseguenze esplosive di questa loro scelta. Primo fra tutti quel lucido cervello di John Maynard Keynes che marcò il suo dissenso radicale rassegnando le dimissioni dalla delegazione inglese a quei negoziati di pace. La sua tesi, poi esposta in un celebre libro, era che la Germania, schiacciata sotto il carico di una punizione così esosa, sarebbe diventata ingovernabile riaprendo quel problema tedesco che il trattato di Versailles voleva chiudere.
Mai profezia fu più azzeccata. Le conseguenze economiche delle miopi scelte euro-americane travolsero rapidamente l’esperimento democratico della Repubblica di Weimar e scatenarono fra i tedeschi un’onda prepotente di revanscismo nazionalistico che portò Adolf Hitler al potere. Di fronte alle sue aggressive rivendicazioni di uno “spazio vitale” sempre maggiore per il nuovo Reich tedesco, l’Europa si ritrovò dinanzi al duro interrogativo sul che fare con la Germania. E di nuovo soprattutto i governi di Londra e Parigi diedero la risposta sbagliata. Anziché bloccare al primi suoi passi la marea montante del nazismo, si acconciarono a blandirne le pretese con lo sciagurato Patto di Monaco del 1938.
Il cui effetto fu quello di spalancare la strada alla catastrofe della seconda guerra mondiale.
Al termine delle rovine umane e materiali di quel conflitto qualcuno negli Usa pensò ancora di riproporre lo schema Versailles in versione più ardita.
Per fortuna, al posto del Piano Morgenthau (che voleva una Germania dedita soltanto all’agricoltura e alla pastorizia) dagli Stati Uniti arrivò il Piano Marshall. Progetto che consentì a tutta l’Europa (Germania occidentale compresa) di avviare quella rapida rinascita economica che dischiuse al vecchio continente una lunga era di crescente prosperità nel silenzio delle armi, Al punto da consentire agli Stati Europei di mettere in cantiere un pur complesso progetto di unione economica e politica che dopo la sospirata riunificazione delle due Germanie – ha raggiunto un primo obbiettivo tangibile con il varo di una moneta unica cui oggi aderiscono ben diciassette Paesi.
Morto e sepolto dunque il funesto spirito di Versailles? Al contrario, purtroppo. Le tensioni che si sono aperte sui mercati finanziari attorno all’euro stanno riproponendo in termini sempre più visibili il ritorno a un ‘Europa dei vinti e dei vincitori nella quale la lezione degli errori del passato sembra non aver lasciato traccia. Ma con una novità sconvolgente che rovescia le posizioni tradizionali: stavolta il coltello delle sanzioni è passato dalle mani europee a quelle tedesche. E’ Berlino che detta agli altri Paesi una sorta di “Iex germanica” fondata sugli straordinari favori che la moneta unica ha regalato all’economia tedesca. Oggi quest’ultima può permettersi una politica commerciale aggressiva in forza di due fattori. Da un lato, gode di un cambio marcatamente sottovalutato a causa delle debolezze degli altri soci dell’euro. Dall’altro lato, si avvantaggia di un costo del denaro reso irrisorio dagli attacchi dei mercenari della speculazione contro i Paesi più fragili dell’eurozona. Una visione alta delle proprie responsabilità in Europa dovrebbe condurre il governo tedesco a compensare questi privilegi con una significativa
della domanda interna. Ma, come a Monaco nel 1938, nessuno finora ha trovato il coraggio di avanzare con forza questa richiesta e perciò così non accade: Berlino vuole che siano gli altri paesi in difficoltà a caricarsi il peso integrale dell’aggiustamento degli squilibri.
In una sorta di Versailles alla rovescia è la Germania stavolta ad imporre “ripartizioni” di un’onerosità inaudita che hanno già messo in ginocchio la Grecia, rischiano di farlo domani con la Spagna-gli dei non vogliano-dopodomani con l’Italia. Con conseguenze che – senza bisogno di scomodare di nuovo Keynes . fanno razionalmente temere allarmanti instabilità socio-economiche e poi politiche nei Paesi soggetti a questa terapia unilaterale: sul modello, appunto, di quanto accadde alla stessa Germania negli anni Venti e Trenta del Novecento.
Da un vertice europeo all’altro, con l’intermezzo di una Corte costituzionale tedesca assurta a giudice supremo dell’Europa, si sta scivolando in una situazione nella quale la politica dettata da Berlino – ribaltando Von Clausewitz – assomiglia ogni giorno di più alla continuazione di una guerra con altri mezzi. Scriveva Marx che, quando si ripetono, le tragedie della storia diventano farse. Sarà vero per gli storici, ma per chi la vive una tragedia resta sempre una tragedia. Se non vogliono replicare l’imbecille recita dei Deladier e dei Chamberlain a Monaco,sta ai leader del resto d’Europa impedire che la Germania, una volta di più, faccia del male a se stessa e agli altri.
Massimo Riva - La Repubblica – 18-8-12
Oggi Pesce, Meraviglioso Pesce...
Per 4 persone
4 branzini da 300 gr caduno, puliti, 2 kg di sale grosso, 1 limone, un mazzetto di erba cipollina, un mazzetto di timo, poco aneto, olio, sale, pepe.
Lavare i pesci e asciugarli. In una terrina mescolare il sale con 1,5 dl di acqua e un po’ di tutte le erbe. Foderare due teglie basse con un foglio di carta da forno e distribuire sul fondo di ognuno uno strato sottile di sale. Spennellare i branzini con un filo d’olio, farcirli con fettine di limone e un trito di erbe miste mescolate (lasciandone ancora una parte per servire il pesce in tavola), ad una generosa macinata di pepe. Coprire di sale ogni pesce e con l’aiuto delle mani, compattare il sale in modo uniforme in modo che ne vengano interamente ricoperti. Fare cuocere in forno preriscaldato a 200° per 20 minuti. Al momento di portare in tavola, rompere la crosta di sale col manico del coltello e servire subito i branzini con l’olio e le erbe tritate a parte, a piacere.
Per 4 persone
500 gr di acciughe fresche, 4 piccole burrate, 4 limoni non trattati, un ciuffo di prezzemolo, un ciuffo di basilico, 1 peperoncino piccante, 1 spicchio d’aglio, olio, sale.
Lavare e pulire le acciughe. Asciugarle, ridurle a filetti e metterle in un piatto. Pulire l’aglio, affettarlo e unirlo alle acciughe con il succo dei 2 limoni. Lasciare marinare per ½ ora. Nel mentre pulire e tritare il prezzemolo fine. Lavare i 2 limoni rimasti e affettarli finemente. Eliminare dalle acciughe l’aglio e scolarle. Tagliare le burrate a fettine e lasciarle scolare da un colino. Posarle in un piatto da portata, aggiungervi le acciughe ben disposte, spolverizzarle con il prezzemolo e il peperoncino piccante senza semi e tritato fine. Aggiungere le fettine di limone, mescolare delicatamente il tutto, condendo con sale e olio. Unire qualche fogliolina di basilico e servire.
lunedì 27 agosto 2012
Lo Sapevate Che: Andare A Scuola.....
Andare A Scuola E’ Un Piacere,
Grazie al Design
Colorati ecologici, Ultra Moderni. Nel Mondo molti Istituti puntano sulla creatività degli edifici, per dare agli studenti un’educazione (anche estetica) più completa.
Cattedre e lavagne. Banchi e armadietti. Aule squadrate e spesso prefabbricate. A questo si pensa generalmente quando si pronuncia la parola “scuola”. Ora però alcuni edifici scolastici hanno scelto di rifarsi il look, diventando più moderni, eco e con un design decisamente d’avanguardia. Perché, questa l’idea di fondo, l’educazione (almeno quella estetica) passa anche attraverso i colori delle pareti e la forma degli arredi. Università, college fino ad arrivare alle scuole materne (come la Pajol di Parigi dello studio Palatre e Leclere) sparse nel mondo si confondono ormai con musei d’arte e edifici firmati dalle archistar.
Ultimo a essere stato inaugurato è El Collegio Verde, una scuola-scultura green appena nata nel sud-est della Spagna, tra Murcia e Almeria. Pensata dagli Huma Arquitectos (José e Alberto Amoros Martinez ed Edoardo Barcelo Garcia) l’istituto costruito in una cornice desertica è composto da una serie di volumi incastrati e sovrapposti l’uno sull’altro, ricoperti interamente di erba finta. A strizzare l’occhio al mondo eco è anche il nuovo Green Roof Building progettato per la Schoool of Art, Design and Media alla Nanyang Technology University di Singapore.
Il suo tetto a rampa è coperto di un tappeto erboso che stabilizza naturalmente la temperatura e la circolazione dell’aria all’interno dell’edificio. Spigoli, forme quadrate e strutture che sfidano la gravità disegnano invece la nuova sede del Ray and Maria Stata Center, del Mit di Boston. Nata dall’idea di Frank O. Gehry questa asimmetria architettonica vuole rispecchiare ciò che accade all’interno dell’edificio: qui la ricerca e lo studio delle diverse scienze si accavallano senza il rispetto dei confini delle discipline. Più morbida (letteralmente) la scelta della scuola superiore Orestad a Copenaghen.
Addio alle scomode sedie, a prenderne il posto enormi cuscini distribuiti negli spazi di un open space su quattro livelli.
Lo scopo? Aumentare l’interazione tra studenti e insegnanti per ottenere maggior libertà e condivisione durante le lezioni. Ma l’elenco degli istituti design è lungo: dal “cubismo” della Modern High School di Los Angeles al pop del Victorian College of the Arts School of Drama di Melbourne. Ma c’è spazio nell’elenco anche per il “futurismo green” dell’Arts & Humanities Center presso il Dade College di Miami.
Un grattacielo “svuotato” al centro al cui interno troveranno spazio aule, alloggi per studenti, un’arena con 500 posti a sedere, e l’Arts Quando uno spazio esterno pubblico di 3.800 metri quadrati . E in più un piscina olimpionica, una palestra e 14 mila metri quadrati di area commerciale. Ma per i negozi non è prevista la pausa ricreazione.
Cecilia Caperna – Venerdì di Repubblica – 3-8-12
Oggi Specialità Con Verdure...
Per 4 persone
2 melanzane lunghe di media grandezza, 2 scalogni, 3 carote, 1 scatola di piselli al naturale in scatola, 2 cucchiai di polpa di pomodoro, 1 cucchiaio di curry, 150 gr di crema di latte, prezzemolo, 1 cucchiaio di zenzero fresco grattugiato, olio, sale.
Lavare le melanzane, tagliarle a metà per il lungo e incidere la polpa con dei tagli. Farle cuocere a vapore con la parte tagliata rivolta verso il basso per 15 minuti. Toglierle, appoggiarle su un piano di lavoro e lasciarle intiepidire. Prelevare la polpa interna di ciascuna melanzana, facendo attenzione a non rovinare il fondo e le pareti del “guscio”. Pulire le carote e gli scalogni. Tagliare a rondelle fini le carote e a fettine sottili gli scalogni. Tritare anche parte della polpa tolta alle melanzane. In una padella con 3 cucchiai d’olio caldo, unire lo zenzero e il curry, tostare per qualche secondo, sempre mescolando. Unire le verdure preparate, i piselli scolati dal liquido la polpa delle melanzane e la polpa di pomodoro. Salare e far cuocere a fiamma bassa per 5 minuti, sempre mescolando. Versare la crema di latte, alzare la fiamma e dopo 2 minuti spegnere. Riempire le mezze melanzane con le verdure. Appoggiarle in una pirofila, versandovi il fondo di cottura. Al momento di servirle, preriscaldare il forno a 180° e infornarle per 5 minuti circa. Toglierle dal forno e distribuirvi in superficie il prezzemolo rotto grossolanamente con le mani.
Per 4 persone
8 pomodori piccoli tondi, 120 gr di pane raffermo tagliato a fettine sottili, 2 spicchi d’aglio, 50 gr di capperi sotto sale, 50 gr di uvetta sultanina, 30 gr di mandorle, prezzemolo, origano, olio, sale e pepe.
Pulite e lavate i pomodori. Togliete la calotta superiore e tenetela da parte. Eliminate i semi e salate l’interno. Mettete i pomodori capovolti sopra un colino in modo che perdano l’acqua di vegetazione. Sfregate con lo spicchio d’aglio le fettine di pane. Tagliatele a dadini e friggetele per qualche secondo in una padella con 4 cucchiai d’olio. Scolateli e metteteli su carta da cucina per perdere il grasso in eccesso. Unite i dadini di pane, i capperi ben sciacquati sotto l’acqua, strizzati e asciugati, le mandorle tritate grossolanamente, un pizzico di origano e l’uvetta messa prima a bagno per 10 minuti in acqua tiepida e poi sciacquata. Salate, pepate e amalgamate bene. Riempite i pomodori con questo composto. Copriteli con la loro calotta e metteteli in una pirofila da forno, leggermente unta d’olio. Cuoceteli in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti. Serviteli tiepidi.
domenica 26 agosto 2012
Lo Sapevate Che: Siamo Un Popolo di Ritoccati...
Siamo Un Popolo Di Ritoccati
(Almeno Sul Profilo Facebook)
Davvero sfacciati e troppo disinvolti i nostri profili su Facebook. E più ancora le fotografie che ci rappresentano: non quelli che siamo ma quelli che vorremmo essere. I nostri alter ego digitali sono
Incredibilmente migliori di noi: più asciutti, più tonici, più giovanili, una bella copia virtuale che cancella per incanto ogni nostro difetto. Sono i miracoli del Photoshop, applicato magari a immagini di una decina di anni fa. Il fenomeno è così diffuso che, secondo un’indagine Intel condotta da Reshift Research su scala non solo europea, un italiano su due ammette di aver “ taroccato” almeno una volta il suo profilo online.
E il 53 per cento degli intervistati spiega che alla base di questi frequenti lifting virtuali c’è il desiderio di piacere, lo stimolo a catturare l’attenzione di amici e conoscenti., il tentativo di vincere (con l’inganno?) le proprie insicurezze, la prospettiva di fare nuove conquiste. Ma consoliamoci: non siamo i soli bugiardi, gli unici virtuosi del ritocco. E’ un atteggiamento comune agli altri Paesi europei, con eccezione dell’Olanda, dove sono tutti, o quasi, sinceri e leali, visto che la percentuale di chi confessa di aver truccato la propria foto e il proprio profilo su Facebook scende a un gramo 27 per cento, mentre lievita in Medio Oriente, impennandosi al 76 per cento in Egitto.
A furia di ringiovanirsi tanto vale mettere una foto di se stessi bambini. A quel punto va bene tutto: la foto del gatto, del proprio eroe dei fumetti, di un paesaggio, della filosofa Ipazia o di Einstein, di Calimero o di Greta Garbo, tanto per restare sul vago.
Tuttavia un lato positivo in questa ricerca alla fine si trova: sembra che la voglia di apparire in forma e l’abitudine di arricchire il proprio profilo online spingano gli italiani a sforzarsi di essere migliori anche nella vita reale. Insomma: a somigliare alla propria bellissima copia. Sarà vero?
Laura Laurenzi – Venerdì di Repubblica 10.8.12
Delizia Del Palato!
Cheese Cake Ai Frutti Di Bosco
Per 6 persone
180 gr di biscotti secchi, 120 gr di zucchero semolato, 125 gr di panna spray, 100 gr di burro, 400 gr di ricotta, 10 gr di gelatina in fogli, 60 gr di uvetta sultanina, 50 gr di gherigli di noce tritati grossolanamente, 50 gr di nocciole spellate e tritate, 1 dl di latte, 500 gr di frutti di bosco, cannella in polvere, zucchero a velo.
In una ciotolina con acqua fredda mettere a bagno la gelatina in fogli. Frullare i biscotti con il burro ammorbidito a temperatura ambiente e ridotto a cubetti. Foderare con carta da forno una pirofila rotonda di 22 cm di diametro. Stendere sul fondo la crema preparata premendo bene per formare uno strato livellato. Mettere la pirofila in frigorifero. Nel mentre lavorare la ricotta con lo zucchero semolato e unirvi le noci e le nocciole tritate, aggiungere l’uvetta prima fatta rinvenire in poca acqua tiepida e poi accuratamente strizzata e asciugata. Unire anche un cucchiaino di cannella e mescolare con cura, delicatamente tutti gli ingredienti. Fare scaldare il latte in una casseruolina e unirvi la gelatina strizzata dall’acqua, scioglierla e unirla alla crema preparata, quindi versare tutto nello stampo e livellare la superficie. Mettere nuovamente la pirofila in frigorifero per 4 ore. Poco prima di servire, immergere la pirofila per un istante in acqua bollente ed estrarre la torta posandola su un piatto da portata e decorandola tutto attorno al bordo con la panna spray e i frutti di bosco all’interno. Spolverizzare di zucchero a velo e servire subito.
Dopo il caldo la pioggia: ...Arrivano i..Funghi!...
Per 4 persone
gr 400 di funghi, uno spicchio d’aglio, un ciuffo di prezzemolo, 100 gr di pangrattato, gr 50 di burro, gr 50 di farina, ¾ di lt di latte, noce moscata, olio, sale e pepe.
Pulite i funghi con un canovaccio. Staccate i gambi dalla cappella .In una padella con 2 cucchiai d’olio e un cucchiaio di prezzemolo tritato, aggiungete i funghi e i gambi a fette, insaporite con sale e pepe, lasciate cuocere per 10 minuti a fiamma bassa rigirandoli. Preparate una besciamella, con farina, latte, burro, sale e pepe, una grattugiata di noce moscata. Versatela in una scodella e quando sarà tiepida, unitevi i funghi, amalgamateli bene, preparate delle polpette piatte che passerete nel pangrattato. Friggetele in abbondante olio, lasciando poi asciugare il grasso superfluo su carta da cucina.
Per 6 persone
Lavare, pelare e ridurre a pezzi le patate. Metterle in un tegame, aggiungervi il latte, un pizzico di sale e coprirle a filo con acqua. Portarle a ebollizione e farle cuocere per 15 minuti. Scolarle e passarle al passaverdura. Mettere il passato in una terrina, aggiungervi 20 gr di burro, sale e pepe, i tuorli di uovo e le uova intere. Amalgamare bene gli ingredienti. Con ¾ del composto foderate una teglia da forno, prima imburrata e infarinata. Mettere il composto rimasto in una bocchetta dentellata e formare il bordo della crostata. Pulire, nel mentre, i funghi con un canovaccio. Affettare in un tegame con olio lo scalogno, aggiungere i funghi e fare cuocere a fuoco vivace per 5 minuti. Insaporirli con sale e pepe e cospargerli con prezzemolo tritato. Distribuiteli nell’interno della teglia preparata. Infornate a forno preriscaldato a 180° per 20 minuti. Servire caldo.
sabato 25 agosto 2012
Lo Sapevate Che: L'Amore Per Il Flipper Non Va in Tilt
Sembrava morto con l’avvento dei videogames, invece, anche grazie a internet, da Parigi a New York è riesplosa la passione per il “ Biliardino Elettromagnetico”. Il campione mondiale ? E’ un romano.
“Lavori troppo di polso e usi male l’avambraccio”, rimprovera Carlo Verdone nella scena cult di Troppo forte, quella dello “sfigato” che assiste all’incredibile performance del comico (nei panni del borgataro romano Oscar Pettinari) virtuoso del biliardino elettromagnetico ( altrimenti detto “gioco di abilità a moneta”). Mentre assesta al cassone una serie di colpi con il pube, Verdone-Pettinari pontifica sulla sua tecnica: “Il rapporto col flipper è come un rapporto sessuale, come ‘n amplesso.
Non è il polso che deve dare la spinta, ma è il ventre”. Il film è del 1986, il flipper è già sul viale del tramonto, sparito da quasi tutti i bar, i videogiochi stanno prendendo il sopravvento, l’età d’oro del tilt è ormai un ricordo, solo in pochi continuano a essergli devoti.
Il passatempo principe degli anni Sessanta e Settanta pare destinato all’oblio, agli scantinati della memoria.
Dato per morto e sepolto eccolo invece tornare improvvisamente di moda. In America, in Francia, in Italia. A Parigi fa tendenza: i vecchi flipper Gottlieb, Williams, Bally, sono contesi dai collezionisti, i siti che li offrono sono decine, quelli che catalogano i modelli sono sempre più popolari (il più gettonato è Geoflipper.fr, con la mappa, città per città, per trovare le vecchie macchine). Da noi? A Roma furoreggia Daniele Acciari, campione mondiale 2010 e 2012 di flipper sportivo, da luglio numero uno nella lista d’eccellenza World Pinball Player Rankings della federazione internazionale lipa, con 711,25 punti (davanti alla star Usa Keih Elwin, 698,28). I tornei si moltiplicano, i club pure, e internet si rivela un sussidio prezioso, fondamentale. Sorprendente (come i prezzi: certi flipper veleggiano oltre i tremila euro). L’Ifpa italiana è la chioccia agonistica di qualcosa che va oltre la semplice passione per un passatempo nostalgico: “Finalmente, anche in Italia cominciano a esistere gruppi di collezionisti, appassionati, semplici simpatizzanti del flipper che si organizzano, fanno tornei, feste, per chiacchierare, scambiarsi idee, consigli, commenti sui giochi della propria collezione”. Come a Milano, dove da una decina d’anni opera l’Associazione culturale La Saletta “per la sopravvivenza del giuoco del flipper”. Riccardo Pizzi è l’animatore, possiede oltre 90 pezzi originali, tra i quali spicca uno stupendo Sky May del 1954 prodotto dalla Williams con una sola paletta. Una volta al mese i soci si ritrovano in un locale del quartiere Isola per dare sfogo alla loro passione. I tornei di flipper si moltiplicano e la rete fa da tam tam (vedi torneidiflipper.it ). D’altra parte, il flipper è roba seria: la biblioteca virtuale di Tilt! È inserita nell’indice del portale archivistico dell’Unesco.
Leonardo Coen – Venerdì di Repubblica 10-8-12
Piatti Gustosi E Veloci!
Per 4 persone
250 gr di salmone affumicato a fette, 150 gr di gorgonzola cremoso, 100 gr di mascarpone, 1 bicchierino di Vodka, 1 dl di panna, il succo di ½ limone. Pane nero.
Tagliate a pezzettini il gorgonzola cremoso e lavoratelo a lungo con un cucchiaio di legno, sino a renderlo morbido. Aggiungetevi il mascarpone e un bicchierino di Vodka, amalgamando delicatamente all’impasto. Alla panna, unite il succo di mezzo limone, salate e pepate leggermente e unite alla crema di formaggio, mescolando bene. In uno stampo rettangolare non troppo grande e profondo. Foderatelo con le fettine di salmone affumicato, versatevi il composto di formaggio e ricopritelo con altre fette di salmone. Mettete in frigorifero per tre ore. Servitelo accompagnato da fette di pane nero.
Per 6 persone
200 gr di feta ( formaggio greco ), 200 gr di yogurt intero, 2 zucchine, 1 cipolla rossa, 1 melanzana, 2 peperoni gialli e 2 peperoni rossi, 1 cucchiaino di semi di finocchio, 20 gr di gelatina in fogli, 2 cucchiai di panna, basilico, sale.
Lavate e mettete i peperoni sulla placca del forno in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti. Toglieteli dal forno e metteteli per 10 minuti chiusi in un sacchetto. Poi pelateli, eliminate picciolo, semi e coste bianche interne, riduceteli a falde. Pulite le melanzane e le zucchine , affettatele. Sbucciate la cipolla e tagliatela a fette dello spessore di ½ cm. Cuocete le verdure sulla griglia ben calda. Salatele a fine cottura. Ammorbidite la gelatina a fine cottura in acqua fredda. Scaldate la panna in un piccolo padellino e uniteci la gelatina scolata e strizzata. Mescolate e cuocete a fiamma bassa per pochi secondi, spegnete. Frullate la feta con lo yogurt, i semi di finocchio e una presa di sale. Unite la panna filtrata e frullate ancora per qualche secondo. In una pirofila di circa 20 cm di diametro, mettete sul fondo 8 piccole falde di peperone, alternando i due colori. Coprite con uno strato alto un centimetro di composto di formaggio. Alternate gli strati di verdure grigliate e gelatina, fino ad esaurire gli ingredienti. Mettete in frigorifero per 4 ore. Sformate la torta sul piatto di portata e decorate con foglie di basilico e semi di finocchio.
venerdì 24 agosto 2012
Lo Sapevate Che: E Se I Medici......
E Se I Medici, Ogni Tanto, Andassero A Lezione
Dai Veterinari?
Nel 1999 una strana encefalite virale colpì New York. La veterinaria Tracey Mc Namara, notando che morivano anche gli uccelli dello zoo, lo segnalò al Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta, ma si sentì rispondere che lì gli animali non interessavano.
Fu un errore. Se la McNamara fosse stata ascoltata si sarebbe arrivati molto prima alla diagnosi e alle terapie corrette: il patogeno misterioso era infatti il virus del Nilo occidentale, che si riconosce proprio perché colpisce sia uccelli che uomini. L’episodio, per la cardiologa Barbara Natterson-Horowitz, è emblematico della difficoltà di comunicazione tra medici e veterinari, e tutto il suo saggio Zoobiquity (Knops, pp.320. dollari 27), scritto con la giornalista Kathryn Bowers, è rivolto a provare quanto invece questa comunicazione sarebbe utile. “Ho pensato di scriverlo” racconta la Horowitz “quando venni a sapere che fissare gli animali selvatici negli occhi provoca la cardiopatia da cattura, una condizione che non conoscevo. Incuriosita, ho cercato un corrispondente nell’uomo, e l’ho trovato nel “cuore spezzato” che ci colpisce quando subiamo un lutto, un abbandono o altre forti emozioni”.
Esplorando il mondo della veterinaria, di somiglianze la Horowitz ne ha segnalate parecchie. I giaguari hanno tumori al seno per lo stesso difetto genetico che li provoca in molte donne, i Koala rischiano di essere spazzati via da una epidemia di clamidia, i rinoceronti soffrono di leucemia, i gorilla di aneurisma dell’aorta, i lemuri di disfunzione erettile da stress, il virus dell’herpes provoca guai, cancro incluso, tanto alle tartarughe marine quanto agli uomini. Le osservazioni dei veterinari potrebbero quindi essere utili anche per curare i sapiens.
Inoltre, quando si mette a punto una terapia, si potrebbe sperimentarla su animali già ammalati. Nel 1999 il veterinario Philip Bergman e l’oncologo Jedd wolchok ebbero per esempio, l’idea di provare una cura innovativa su nove cani ammalati di melanoma. Nel 2009 quel trattamento è diventato un vaccino antimelanoma per cani, ma ora si lavora alla versione umana.
Oppure si potrebbero studiare gli animali domestici per capire l’origine delle malattie che abbiamo in comune, come farà uno studio epidemiologico che dal 2012 seguirà per tutta la vita 3000 golden retriever. Meno facile è accettare che gli animali condividano con noi anche vari disturbi psichici. Eppure molte specie in cattività soffrono di sindromi ossessive-compulsive. I canguri che saccheggiano i campi di papavero da oppio in Tasmania mostrano che la dipendenza da droghe non è solo cosa nostra. Le scimpanzé, se perdono i cuccioli, cadono in depressione. E le giovani scrofe, stressate dalla vita negli allevamenti, diventano anoressiche. Forse tutto questo può dire qualcosa anche a noi.
Alex Saragosa – Venerdì di Repubblica – 10 -8- 12
Delizia Del Palato!
Charlotte Di Pere
Per 6 persone
350 gr di biscotti savoiardi, 800 gr di pere a pasta morbida, 60 gr di burro, 2 cucchiai di Cognac, 3 tuorli d’uovo, succo di limone, la buccia di ½ limone, 100 gr di zucchero, 3 dl di latte, 50 gr di farina, una bustina di vanillina, zucchero a velo.
Lavare e pelare le pere. Tagliarle a metà e togliere il torsolo interno. Ridurle a piccoli tocchetti e farle rosolare in una padella con 30 gr di burro. Farle raffreddare e frullare metà di esse. In una casseruola mettere il latte e una buccia di limone e portare ad ebollizione. In una scodella lavorare i tuorli d’uovo con lo zucchero, aggiungere la bustina di vanillina mescolata alla farina e poi, versare nel composto, a filo, il latte prima portato a bollore. Versare il composto ottenuto in una casseruola, metterla sul fuoco a fiamma dolce e sempre mescolando portare a ebollizione, facendo cuocere la crema per 6 minuti, sempre mescolando. Togliere dal fuoco e unire alla crema il residuo burro, le pere frullate e i 2 cucchiai di Cognac, mescolare delicatamente. Foderare uno stampo da charlotte con i biscotti savoiardi, Versarvi uno strato di 2,5 cm di mousse di pere, distribuirvi sopra un poco di cubetti di pere al burro e ricoprire con biscotti savoiardi; continuare con strati di mousse, cubetti di pere e savoiardi sino al riempimento dello stampo, terminando con i savoiardi. Premere leggermente con il palmo delle mani la superficie del dolce, coprirlo con pellicola e tenerlo in frigorifero per 2 ore. Al momento di servire, sformare il dolce su un piatto da portata e cospargerlo con lo zucchero a velo.
Venerdì: Speciale Pesce!
Branzino All'Uva
Per 2 persone
2 filetti di branzino, 1 scalogno, 100 gr di uva bianca, 1 dl di vino bianco, 1 dl di panna, farina, erba cipollina, burro, sale, pepe.
Sbucciate lo scalogno e affettatelo sottilmente. Lavate e asciugate gli acini di uva. Togliete i semi interni. Tagliuzzate l’erba cipollina. Infarinate leggermente i filetti di pesce e cuoceteli a fuoco lento, col burro, in una padella, per qualche minuto. Girate i filetti, unite gli scalogni e l’uva, lasciate ancora cuocere per 5 minuti. Salate e pepate, unite il vino e lasciate evaporare. Lasciate cuocere ancora 5 minuti, aggiustate di sale. Versate la panna, mescolate molto delicatamente e spegnete il fuoco. Serviteli subito.
Pescatrice In Salsa Indonesiana
Per 4 persone
600 gr di filetti di pescatrice ( o cernia, o persico ), 50 gr di cocco fresco, 3 cucchiai di latte di cocco denso, 1 cipolla, 2 cipollotti freschi, 1 peperone verde, 1 carota, una costa di sedano, 3 chiodi di garofano, 1 lime, prezzemolo, peperoncino piccante fresco, olio.
Far bollire 1,5 lt di acqua a cui si deve aggiungere la cipolla, la carota e il sedano, tutti puliti, i chiodi di garofano e poco sale. Abbassare la fiamma e lasciare cuocere per 30 minuti. Unire i filetti di pesce e far bollire per 5 minuti, poi scolarli con l’aiuto di un mestolo forato e adagiarli su un piatto. Pulire il peperone e i cipollotti, tritarli assieme a un pezzo di peperone piccante e aggiungere un ciuffetto di prezzemolo, raccogliere il trito in una ciotola. Unire una cucchiaiata di polpa di cocco grattugiata, il latte di cocco, il succo di lime e salare. Mescolare bene, aggiungere il pesce lessato che prima avrete sminuzzato, coprire con una pellicola da cucina e tenere in frigorifero per almeno 2 ore prima di servire.
giovedì 23 agosto 2012
Lo Sapevate Che: C'è Un Nemico....
C’E’ Un Nemico Per La Pelle
Ma La Prevenzione E’ In Viaggio
I danni dell’esposizione al sole senza precauzioni:
qualsiasi esperto di bellezza mette in guardia
contro rughe, macchie, eritemi…Ma non credo che tutti siano altrettanto consapevoli del fatto che il melanoma – un tumore maligno spesso legato a ustioni solari in giovane età – è quello che si è maggiormente diffuso negli ultimi anni (subito dopo il cancro al polmone nelle donne). Secondo l’Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica, in Italia si registrano ogni anno circa settemila nuovi casi di melanoma e 1500 decessi .Una mortalità elevata. Un tumore che può formarsi nella cute, nelle mucose e nell’occhio, ma nella maggior parte dei casi nasce da un neo preesistente: è più a rischio chi di nei ne ha molti o di grandi dimensioni o irregolari; chi ha gli occhi e carnagione chiara e capelli biondi; chi ha già in famiglia casi di melanoma. Un tempo la patologia colpiva – da anziani –contadini e pescatori che lavoravano al sole; oggi anche giovani da 25 anni in su.
Unica arma davvero efficace: la prevenzione. Che vuol dire adottare stili di vita corretti fin dall’infanzia: non esporsi al sole nelle ore più calde e senza protezione, imparare a guardarsi da soli i nei, notando eventuali cambiamenti ( se diventano di forma irregolare, se cambiano colore, se aumentano di grandezza o sanguinano). Ma vuol dire anche farsi controllare dal dermatologo una volta l’anno. E’ per questo che la Fondazione Ant, da più di trent’anni impegnata nell’assistenza gratuita, a domicilio, dei malati oncologici, ora porta avanti il Progetto Melanoma: non solo offre visite dermatologiche in ambulatori di 44 provincie e 219 comuni italiani ( per l’elenco, www.ant.it e 800-929203), ma da metà settembre a gennaio 2013 anche nei centri commerciali del gruppo Igd, dove è però indispensabile prenotarsi in anticipo, nei gazebo di Ant. Siccome tutto ciò è gratis, Ant ha bisogno di sostegno: si può aiutare in vari modi, spiegati nel sito della Fondazione.
Antonella Barina – Venerdì di Repubblica 10-8-12
Tempo Di Spiedini: Con Pesce e Con Pollo...
Per 4 persone
Tentacoli di 4 calamari (il residuo del pesce servirà per un’altra preparazione), 400 gr di petto di pollo, 150 gr di pancetta tagliata a pezzi grossi, 6 peperoncini verdi dolci, 1 piccola cipolla bianca, 300 cc di salsa di soia, 300 cc di mirin (vino dolce da cucina), 150 gr di zucchero semolato, sale, pepe. Per la preparazione stuzzicadenti e spiedini.
Tritare finemente la cipolla e 200 gr di petto di pollo. Aggiungere al composto sale e pepe, mescolare e formare 8 polpettine rotonde. Cuocerle per 10 minuti in acqua bollente, scolarle e appoggiarle su un piatto. Tagliare in piccoli pezzi il residuo del pollo. Tagliare a quadretti spessi la pancetta e i peperoncini. Dividere a metà i tentacoli dei quattro calamari. Su ogni stecchino, infilare polpette, pollo, pancetta, tentacoli di calamaro e peperoni, dividendoli in parti uguali su ciascuno stecchino. Fare scaldare una griglia, disporvi gli spiedini e lasciare abbrustolire sino a cottura preferita. Servire con salsa per la griglia: in un pentolino mettere la salsa di soia, il mirin e lo zucchero. Cuocere a fuoco lento mescolando siano ad ottenere una salsa densa.
Per 4 persone
½ kg di petto di pollo, 2 cipollotti, 2 spicchi d’aglio, 1 cucchiaio di zucchero, sale, pepe. Per la salsa: 1 cucchiaio di chili in polvere, 3 cucchiai di salsa di soia, il succo di un lime, poco zucchero.
Tagliare la carne a striscioline e metterle in una terrina mescolandole con lo zucchero, lasciandole insaporire per 10 minuti. Pulire cipollotti e aglio e tritarli finemente , regolare di sale e pepe e amalgamare alle striscioline di pollo. Preparare la salsa: in una ciotola stemperare la polvere di chili con il succo di limone. Unire la salsa di soia, un pizzico di zucchero, mescolare e lasciare riposare in luogo fresco. Infilzare in ogni spiedino 1 o 2 striscioline di petto di pollo in modo da formare delle onde. Riscaldare bene una griglia, ungerla leggermente di olio, cuocervi gli spiedini 2 minuti per lato. Servirli caldi accompagnandoli con la salsina preparata.
mercoledì 22 agosto 2012
Lo Sapevate Che: In Ricordo Di Gigino
In Ricordo Di Gigino,
Eroe Della Lotta
Contro La Discarica
“Non sarà una sigaretta ad uccidermi!” diceva Gigino
Un anno e mezzo fa, mentre l’aria intorno a lui,
per colmo dei colmi, si faceva improvvisamente migliore proprio grazie a quell’occasionale vizio.
Perché, se la sorte ha fatto sì che la casa che ti sei comprato nel 1999 per godere ogni giorno del patrimonio Unesco del Vesuvio sia diventata l’ultimo casello prima di accedere alla discarica della Cava Sari, ormai sei abituato a respirare ben altro.
Gigino, che tutti chiamavano Maestro o Compagno, nei giorni in cui Terzigno e Boscoreale finirono nei talk show per i camion bruciati, era il leader più pacifico e rispettato che rivolta di popolo potesse avere. Alla Cava Sari, funesta responsabile della contaminazione di uomini, animali, piante e raccolti della zona, il governo stava infatti affiancando la Cava Vitiello, “la più grande discarica d’Europa”.
Per Gigino, come per molti altri uomini e donne del territorio, divenne necessario passare giorni e notti al freddo del presidio permanente di una rotonda, sotto lo sguardo e il manganello vigile e poco solidale di forze dell’ordine straordinariamente presenti.
In quei giorni Gigino mi fece da guida. Lui, che nella Cava Sari praticamente ci abitava, mi portò al centro esatto della vergogna. Armato solo di inevitabile cinismo e sarcastica passione, mi raccontava e mostrava la fine colposa di un territorio unico per storia e fertilità, e di quando prima di me ci aveva portato giornalisti di Al Jazeera che, al cospetto di tanta mondezza reale e morale, gli avevano detto:” E il Terzo mondo saremmo noi?”.
Quella frase gli era rimasta in testa, Al Jazeera per lui era modello e deriva al tempo stesso, anche perché il fatto di esser costretto a comprare i broccoletti “di Al Jazeera”, invece di quelli buoni ma contaminati della sua terra, non gli andava giù.
Sarebbe bello, visto che nessuno in Italia lo farà mai, che Al Jazeera trovasse il modo di ricordare Gigino, eroe italiano. Lui ne avrebbe riso di gusto.
Diego Bianchi – Venerdì di Repubblica 10-8-12
Squisiti Piatti Unici...
Spaghetti Alla Carbonara Con Uova e Zucchine
Per 4 persone
350 gr di spaghetti, 6 zucchine piccole, 1 spicchio d’aglio, 1 cipolla, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 1 tuorlo d’uovo, 3 cucchiai di parmigiano grattugiato, 30 gr di burro, 4 cucchiai di olio evo.
Lavare le zucchine e tagliarle a rondelle. Fare soffriggere aglio e cipolla tagliati finemente, quindi unire le zucchine e fare cuocere per 15 minuti. Aggiungere il prezzemolo e salare. Fare cuocere gli spaghetti al dente in abbondante acqua in ebollizione. Preparare nel mentre una zuppiera da portata dove sbatterete il tuorlo con il parmigiano, unire il burro e gli spaghetti scolati, le zucchine calde preparate. Mescolare velocemente e servire subito.
Pappardello, Pollo, Funghi, Spek
Per 4 persone
250 gr di pappardelle fresche, 1 cipolla, 2 spicchi d’aglio, 120 gr di spek, 200 gr di petto di pollo, ½ bicchiere di vino rosso, 500 gr di pomodori, 2 cucchiai di erbe miste (basilico, mentuccia, prezzemolo, rosmarino), 2 etti circa di funghi porcini ( 2 funghi), una presa di timo, 60 gr di parmigiano grattugiato, olio evo, sale, pepe.
Tritate una cipolla con due spicchi d’aglio e fateli appassire in un tegame con 4 cucchiai d’olio, poi unitevi 120 gr. di spek e 200 gr di petto di pollo, tagliati a filetti sottili; mescolate e fate insaporire a fuoco medio per 4-5 minuti. Spruzzate con mezzo bicchiere di vino rosso, fatelo evaporare, unite 500 gr di pomodori pelati sgocciolati e tritati grossolanamente, salate e pepate. Cuocete per 40 minuti, unendo, se occorre, un po’ d’acqua calda. Poi aggiungete 2 cucchiai di erbe miste tritate e continuate a cuocere ancora per 15 minuti. Nel frattempo tagliate a fettine due funghi porcini e fateli rosolare in una padella con 3 cucchiai d’olio e una presa di timo. Lessate al dente 250 gr di pappardelle all’uovo, scolatele, trasferitele in una ciotola, conditele con il sugo di pomodoro, poi unite i funghi e 4 cucchiai di parmigiano.
martedì 21 agosto 2012
Lo Sapevate Che: I Nomi Del Meteo....
I Nomi Del Meteo
Fantasmi Di Paura
Se Caronte ha incendiato l’Italia con i suoi spiriti bollenti, è arrivata
Circe a raffreddarli. Da un po’ di tempo le ondate di caldo e le perturbazioni hanno nomi sempre più classici. Scipione, Minosse, Virgilio e siamo solo all’inizio. Anche perché la mitologia è un pozzo senza fondo. Ha cominciato un noto sito meteo italiano a battezzare così cicloni e anticicloni. Niente a che vedere con gli americani Katrina, Igor, Paloma, Wilma . Appellativi ordinary people, da Paese a corto di storia. E’ solo una moda mediatica? Sì, ma una moda che lascia affiorare un’inquietudine diffusa di fronte ai cambiamenti climatici. La stessa che una volta portava gli uomini a personificare venti, tempeste maremoti in divinità. Come Eolo, Tifone, Borea, Cariddi
In realtà queste paure sono molto più antiche del buco dell’ozono. Al punto che Platone, ben 2500 anni fa, se la prendeva con i suoi concittadini che, di fronte ad un caldo eccessivo e prolungato, pensavano che il carro del sole avesse sbagliato strada e stesse per investire la terra trasformandola in un deserto senza vita. Dimenticando tutte le siccità e le ondate di caldo che già in passato avevano colpito l’Ellade. Proprio come facciamo noi ogni anno, quando pensiamo di vivere l’estate più torrida di sempre. La differenza è che nei nomi degli antichi si nascondeva una teologia ambientale. Nei nostri un senso di colpa ecologico. Il fantasma delle nostre paure.
Marino Niola – Venerdì di Repubblica – 10 – 8 - 12
Delizia Del Palato!
Crostata Con Crema Al Limone
Per 6 persone
200 gr di farina più quella della spianatoia, 100 gr di burro freddo + quello per lo stampo, 100 gr di zucchero semolato, 2 tuorli, 1 cucchiaino di scorza di limone grattugiato ( o un pizzico di vanillina), sale.
Per la farcitura: 3 limoni dolci, 2 uova, 200 gr di zucchero semolato, 80 gr di burro, 60 gr di Pan di Spagna o biscotti secchi, zucchero a velo.
Formare una fontana con la farina e mettere al centro il burro ridotto a pezzettini, lo zucchero, un pizzico di sale, le uova e la scorza del limone (se si usa la vanillina mischiarla con la farina). Impastare con la punta delle dita incorporando man mano la farina fino ad ottenere delle grosse briciole. Lavorare velocemente l’impasto senza troppa forza (altrimenti diventa elastico e durante la cottura indurisce). Formare un panetto piatto, avvolgerlo nella pellicola e metterlo in frigorifero per 2 ore. Stendere la frolla appoggiandola sulla spianatoia infarinata e tirarla con mattarello dal centro verso l’esterno staccandola spesso dal piano e rigirandola fino ad ottenere una sfoglia di non più di ½ centimetro. Imburrare lo stampo. Avvolgere la pasta sul mattarello e svolgerla sullo stampo. Farla aderire al fondo e ai bordi, passare sopra il mattarello per eliminare la parte che deborda e punzecchiare il fondo con i rebbi di una forchetta. Ora si prepara la farcitura con la crema di limone: tagliare 1 limone a fettine sottili e degli altri grattugiare la scorza e spremerne il succo. Fondere il burro, aggiungere lo zucchero, il succo e la scorza dei limoni e le uova. Mescolare e fare addensare per 10 minuti. Coprire la frolla nello stampo con uno strato di Pan di Spagna (o di biscotti), versare sopra la crema e spargere le fettine di limone. Ricoprire con una grata fitta ricavata dagli avanzi di frolla con la rotella dentata. Mettere in forno preriscaldato a 180° per 35 minuti. Sfornare, lasciarla riposare, sformarla e spolverizzarla con lo zucchero a velo.
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