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martedì 10 aprile 2018

Lo Sapevate Che: Messaggi per il futuro...


Continuerà a suonare, il postino due, tre, tante volte. Perché Poste Italiane (con i sui 138mila dipendenti è il primo datore di lavoro d’Italia) ha lanciato il piano industriale Delivet 2022 che, oltre a puntare sul digitale, prevede di investire sempre più risorse sulla rete distributiva del paese, essendo la divisione corrispondenza e pacchi fondamentale per la crescita del business. “In passato la consegna dei pacchi era qualcosa di eccezionale, oggi con l’ecommerce, è un asser di crescita dell’azienda. Persino Amazon compie l’ultimo pezzetto di strada, fino alla porta dei clienti, grazie a noi”, racconta Bianca Maria Farina, da un anno presidente di Poste e un passato nella gestione amministrativa e finanziaria dell’azienda. Il capo di Poste racconta che il postino cambierà il proprio modo di lavorare: sempre più connesso, viaggerà verso i piccoli borghi italiani dotato di un laprop e avrà tanti altri compiti. Compreso un ruolo sociale, segnalando anziani in difficoltà. Situazioni d disagio…Potrebbe aprirsi l’opportunità di svolgere ulteriori servizi, come la consegna della spesa e altro ancora. Insomma, questo è solo l’inizio del riscatto per i postini, destinanti a un ruolo di primo piano nel presidio territoriale: “Già oggi Poste è una rete capillare di 12.800 uffici, dove è forte la presenza femminile (al 58%, ma in alcune regioni si tocca il 70%, ndr) a contatto con i clienti. La presenza massiva di uffici su tutto il territorio resterà una caratteristica di questa a zenda, che sull’altro dronte ha anche in mente di evolversi nei contenuti, adattandosi alle nuove esigenze. Poste si sta digitalizzando, ha creato applicazioni smartphone per evitare le code. Esistono inoltre sistemi digitali per accedere alle polizze vita, ma anche le carte prepagate sono all’avanguardia, essendo incorporabili con il conto corrente. Abbiamo livelli di digitalizzazione altissimi, tant’è che la clientela è per lo più giovane”, dice Farina, sfatando il mito delle Poste, luogo vissuto solo da anziani pensionati. Del resto, agli uffici postali si rivolgono circa 35 milioni di italiani l’anno, per 1,5 milioni di transazioni al giorno. Anche il personale tra un decennio sarà giovane. Perché, come spiega il presidente, “stiamo per entrare in una fase di turnover. Oggi abbiam un’alta percentuale di dipendenti con più di 50 anni, prossima alla pensione. L’ingresso di nuovi giovani ci permetterà di essere più innovativi, inserendo professionalità inedite. Per questo cerchiamo talenti”. Con attenzione particolare alle donne: 1,3% negli ultimi 5 anni, ricoprono metà dei quadri, il 44% dei Cda (la media delle società quotate in borsa è il 31,6%) e il 21% dei ruoli executive. “Un tempo le donne diventavano mamme sui 25 anni, ora dopo i 35 anni: questo rende per loro più difficile la gestione della carriera che, inevitabilmente, viene interrotta per la famiglia. Su questo dobbiamo continuare a lavorare: la maternità deve essere un valore, non un demerito”. Poste è stata la prima azienda ad aderire al programma Maam U, Maternity As a Master, un percorso formativo, su base volontaria, che dal 2015 ha permesso a 400 mamme di allenare le soft skill acquisite e mantenere il contatto con l’azienda attraverso il dialogo con i colleghi e i capi. Il piano è associato all’app Engage: “Per restare in contatto con il proprio posto di lavoro anche durante il congedo, evitando il fenomeno dell’abbandono, molto diffuso in Italia”. L’idea è permettere di vivere i mesi a casa come un momento utile ai fini lavorativi, perché arricchisce le competenze e la propria identità. L’iniziativa è stata estesa anche ai papà, che in Poste sfruttano il congedo parentale nel 30% dei casi.
Gloria Riva – Lavoro – Donna di La Repubblica – 31 marzo 2018 -

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