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mercoledì 5 agosto 2015

Lo Sapevate Che: Le cento cose più irritanti nella nostra vita...



Uno si crede esperto delle cose del mondo, e poi ci casca come un pivello. Bastano una telefonata alla Tatecom, la Tremenda Azienda di Telefonia e Telecomunicazione, per sapere se esista un’offerta per risparmiare o una ricerca in rete per controllare se gli interessi sui mutui siano scesi. E le dighe della privacy crollano. Si viene travolti da uno tsunami di chiamate a ogni ora. da slavine di email, da implacabili e zelanti robot umani dei call center, disperatamente alla ricerca del cliente. Sono, quelle chiamate, quelle mail, quelle inutili brochure che opprimono le cassette della posta e affaticano i portalettere, alcune delle 100 Cose Più irritanti della Vita Moderna (..). Qualche esempio. Quelli che tentano di salire sui vagoni della metrò o dei bus prima che siano scesi i passeggeri. Quelli che occupano la corsia di sorpasso sulle autostrade viaggiando in parallelo e a velocità identica ai mezzi nelle altre corsie. Quelli che lasciano il carrello della spesa nel posto auto al parcheggio, costringendoti a fermarti, scendere, spostare il carrello, bloccando a sua volta chi sta dietro. Quelli che occupano un posto sui mezzi di trasporto con il proprio zaino,trolley o bagaglio. Quelli che ignorano i loro bambini che fanno scenate o giocano o gridano al cinema o al ristorante. Quelli che gettano rifiuti, cicche, sacchetti carte dal finestrino dell’automobile. Quelli che pretendono di avere una conversazione con te mentre finalmente riesci a guardare il tuo show preferito in tv. Quelli che non raccolgono la cacca del caro Fifì dal marciapiedi, sulla quale inevitabilmente metteremo il piede. Quelli del chewing gum per strada (vedi sopra, alla voce del caro Fifì:conseguenze identiche) Quelli che formano un crocchio indifferente sul marciapiede per conversare fra di loro, costringendo gli altri a scenderne e ad aggirarli, a rischio di essere travolti dai veicoli. Quelli che ti vogliono implacabilmente vendere un fiore mentre sei a tavola. Quelli che allo sportello o in negozio rispondono al telefonino imbarcandosi in lunghe conversazioni private mentre in teoria starebbero servendo il cliente. Quelli che alla cassa rapida riservata a un numero limitato di acquisti fanno i furbi, e portano un carrello colmo di cibi e merci sufficienti a soddisfare le esigenze della popolazione di un Comune di media grandezza. Quelli che sconciano il bagno pubblico come se fossero l’ultimo essere umano nella storia a doverlo usare. Quelli che ti danno appuntamento, e si presentano con mezz’ora in ritardo, usando il suo tempo come fosse loro. Quelli che considerano il fare disciplinatamente la fila come una violazione del proprio diritto a fare i furbi. Quelli che inviano posta, elettronica o di carta, come se possedere il tuo indirizzo desse loro l’inalienabile diritto di affliggerti coi loro problemi ed offerte. Quelli che esaltano le proprie meravigliose vacanze in una località paradisiaca dove tu, povero babbeo, non andrai mai. Quelli che parcheggiano male, occupando due spazi. Quello che nel tavolo accanto forchetta succulenti manicaretti dall’aspetto delizioso mentre tu ti ritrovi un’insipida frittella fredda nel piatto. E quelli che scrivono irritanti rubriche su quelli che irritano gli altri.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica – 25 luglio 2015 -

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