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giovedì 30 giugno 2016

Lo Sapevate Che: Se il Rottamatore diventa Sistema...



Il Vuoto In Politica non è ammesso. Il Movimento 5 Stelle ha occupato il deserto di valori lasciato alle proprie spalle dalle forze che hanno dominato la scena nazionale nell’ultimo ventennio. Se il minimalismo delle idee praticato da Valeria Raggi e Chiara Appendino nel corso della loro campagna elettorale è apparso come punto di debolezza agli occhi di due politici di lungo corso quali erano Roberto Giachetti e Piero Fassino, è perché hanno sottovalutato il richiamo alla partecipazione dei cittadini continuamente sollecitato dalle due vincitrici dei ballottaggi di Roma e Torino. “Libertà è partecipazione”, cantava Giorgio Gaber nei lontani anni Settanta. Nella Società Parcellizzata, dominata dai mercati globali e dalla Finanza internazionale – i nuovi poteri esoterici distanti anni luce dai bisogni della gente comune – persino poter partecipare alla campagna per la segnalazione delle buche stradali da riparare con urgenza, appare come un atto di inattesa democrazia. Così gli esclusi dai processi decisionali, la maggioranza di chi vive nelle grandi città, si sono presi la rivincita. Con il voto, rivendicando un diritto di rappresentanza estinto con la scomparsa dei partiti di massa così come li abbiamo conosciuti nel recente passato.(..) Recuperare: La Memoria Storica, tuttavia, è esercizio sterile di fronte al nuovismo incalzante. Lo stesso Pd ha smarrito le radici di una cultura segnata da errori passati, senza aver avuto la capacità di elaborarne una adeguata alla società post-industriale. Il riformismo , nella declinazione renziana, si è trasformato nell’inseguimento di una riforma quale che sia, a prescindere dalla qualità dei contenuti e dagli effetti prodotti. La riforma della Costituzione, tappa fondamentale del primo biennio di governo Renzi, è il concentrato di questa contraddizione tra pensiero debole e azione muscolare. Oggi più che mai appare come un azzardo arrogante l’aver voluto trasformare il referendum consultivo di ottobre in un plebiscito sulla persona del premier. Un prendere o lasciare giocato sulla sottintesa minaccia: dopo di me, il diluvio. Ebbene, un diluvio di voti per i 5 Stelle è tracimato dalle urne di Roma, Torino e dagli altri 17 Comuni conquistati dai grillini nello scontro diretto con il Pd. (..). L’Altro Grave Errore è strutturale. In due anni e più di permanenza a Palazzo Chigi Renzi non è riuscito a rimettere in moto l’economia reale del Paese. Il populismo riformista,(..), si è impantanato nei vincoli di bilancio, nelle compatibilità europee, nelle continue mediazioni dentro e fuori del Parlamento. Così l’uomo del nuovo ha smarrito il blocco sociale di riferimento: gli esclusi, il ceto medio proletarizzato, gli abitanti delle periferie metropolitane, i giovani con l’ansia del presente. Si è trasformato rapidamente in leader di sistema mentre la rabbia antisistema montava intorno a lui. Con il voto di giugno ha sperimentato quanto sia facile creare un corto circuito tra la velocità con cui si rivendica il cambiamento e i tempi lunghi necessari per districare la complessità di una società contemporanea. Un insegnamento per chiunque crede che entrando nella mitica “ stanza dei bottoni” si possa illuminare l’avvenire   con i raggi del sole.
Luigi Vivinanza – Editoriale www.lespresso.it vicinanzal – L’Espresso – 30 giugno 2016

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