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giovedì 13 novembre 2014

Lo Sapevate Che: La classe dirigente al tempo di Renzi...

E’ ormai usuale il lamento sulla “qualità” della nostra classe politica, delle nostre élite dirigenti, sugli ineffabili spettacoli che di volta in volta ci elargiscono i nostri dibattiti parlamentari. Certo, non si vedono in circolazione né i Moro, i Fanfani, i Marcora, né gli Ingrao, gli Amendola, i Berlinguer e neppure i De Martino o i Craxi. Ma scherziamo? Nostalgia di prima Repubblica?! Ogni epoca conosce modi propri di formazione dell’élite, che è affatto ozioso giudicare secondo criteri astrattamente culturali. Una classe politica può formarsi in un contesto di “conflitto globale”; in anni decisivi  si è costretti a prender parte anche sotto il profilo mitico-ideologico. I caratteri di tale conflitto si riflettono all’interno di ciascuna delle parti in lotta nella dura competizione tra “correnti”. E’ in essa che si forma una élite dirigente necessariamente plurale, dove ciascun membro dispone di un proprio “inalienabile” patrimonio organizzativo e di consensi. La Situazione è radicalmente mutata, almeno nell’Occidente, con la fine della terza guerra mondiale tra i due Titani vincitori della seconda. Gli schieramenti politici si vanno necessariamente confondendo; le leadership assumono un carattere occasionale e pragmatico; l’importanza della struttura organizzativa si “liquida”; decisiva diventa l’immagine e il carisma “a breve” di chi si dimostra davvero capace di catturare il voto. Piaccia o no, è indubbio che una figura come quella di Renzi incarna tale “destino”. Ne consegue che la presenza, intorno a lui, di personalità politiche in qualche modo “autonome” non rappresenterebbe che una frenante memoria del passato. La corte può esser formata anche dalle donne e dagli uomini più nobili e onesti, ma corte deve restare. Forse che non anelavano a questo esito anche i post-comunisti? Non era questo il sogno di Berlusconi? Eccoli accontentati. Ma, come spesso mi tocca di ricordare, la storia è il regno delle eterogenesi dei fini. La dissoluzione dell’organizzazione politica, che va di pari passo con la concentrazione del potere nelle mani del Capo, a sua volta costretto a inseguire il consenso a breve, ha come inevitabile conseguenza, nei fatti, il rafforzamento delle strutture e dei poteri burocratici. Solo un Politico plurale, competente, autorevole a tutti i suoi livelli è in grado di “interfacciarsi” con la permanenza e stabilità, che restano per forza caratteristiche dell’assetto burocratico. E se si pretende di trasformarlo a propria immagine non solo si scateneranno reazioni ben difficili da governare, ma si contribuirà al definitivo sfascio dell’amministrazione, “politicizzandone” ulteriormente le funzioni. Servizio sanitario pubblico, sistema delle società partecipate, ecc., insegnano pure qualcosa, non è vero? La Deriva plebiscitario-populistica ha sempre bisogno di qualche nemico. E oggi la cosiddetta burocrazia sembra la figura più titolata a svolgere il ruolo. Da certi discorsi l’ideale parrebbe uno spoil sistem integrale – e cioè l’ideale dei peggiori rappresentanti dell’antica partitocrazia. Riformismo in senso etimologico davvero! Ritorno integrale al tanto vituperato modello di un tempo! Ben diversa dovrebbe essere la strada: formare una burocrazia autonoma quanto responsabile, capace, cioè, di rispondere alle domande della comunità cui appartiene e mai immune dagli effetti del proprio operare. E, dall’altra parte, selezionare un ceto politico che della complessità della macchina statuale conosca i linguaggi e sia in grado di trasformarli proprio perché li parla. Il che significa norme e leggi per limitare le normali tendenze auto-referenziali degli uni e degli altri, per combatterne rendite e conservatorismi, norme e leggi, non “grida”, per semplificare, accelerare, deconcentrare, promuovere tutti i residui “spiriti” sopravvissuti al tremendo, ultimo ventennio in questo Paese. Ma certo è più facile proclamare inimicizie, che creare alleanze intorno a tali obiettivi.

Massimo Cacciari – Parole nel vuoto – L’Espresso – 13 novembre 2014 -

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