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sabato 20 luglio 2013

Lo Sapevate Che: Il Sindaco Che Si Suicidò...

Il Sindaco Anti-Ponte E Il Cementificatore
Che Si Suicidò Vent’Anni Fa

ESTATE 2013. Il professor Renato Accorinti, a piedi nudi e indossando a maglietta “No ponte” del suo movimento, entra nel palazzo del governo di Messina, città di cui è stato eletto sindaco, a dispetto di qualsiasi previsione.
Estate 1993. Vent’anni fa, all’apice di Tangentopoli. Nel pieno dell’emozione per il suicidio dell’ex  presidente dell’Eni Gabriele Cagliari nella sala docce del carcere di San Vittore, Milano è scossa da un’altra tragedia: Raul Gardini, il fascinoso industriale che tiene svegli gli italiani con le strambate del Moro di Venezia in Coppa America, la mattina del 23 luglio si alza, fa la doccia, legge i giornali, si stende sul letto in vestaglia e spara un colpo di pistola.
Du e eventi che senza dubbio rimarranno scolpiti negli annali della nostra storia. A prima vista è difficile trovare i legami del secondo con il primo, ma in realtà un tratto d’unione c’è. E’ il cemento.
Erede del più grande patrimonio italiano, costruito dal suocero Serafino Ferruzzi, Raul Gardini, dal suo quartier generale di Ravenna, spaziava tra la chimica, la coltivazione della soia, lo zucchero e il cemento. In quest’ultimo settore aveva preso un’iniziativa singolare. Metà delle azioni della sua Calcestruzzi Spa erano state vendute a due rappresentanti della mafia corleonese, nelle persone dei signori Bonura e Buscemi, che per conto di Salvatore Riina partivano da Palermo e andavano a Ravenna per firmare i verbali dei consigli di amministrazione. Tutto era pubblico e la Calcestruzzi era quotata in borsa. Ma nessuno ne parlava. L’alleanza con Cosa Nostra aveva portato Gardini in una posizione privilegiata nell’ottenimento degli appalti siciliani, la più grande torta di denaro pubblico dell’epoca. A quel tempo, l’Italia consumava il triplo del cemento degli altri paesi europei e la Sicilia era scandalosa e felice con i suoi viadotti, autostrade, ponti ed edifici pubblici cominciati e non finiti.
Negli anni seguenti il mostruoso intreccio tra mafia e cementari – benedetto da tutta la politica del tempo – venne (un po’) alla luce: qualche sentenza, qualche pentito. Ma ci vorranno molti anni ancora per avere piena contezza del colossale business che Mafia, Politica&Cemento stavano preparando sotto la forma di Ponte sullo Stretto di Messina, il più grande business che si potesse immaginare.
Ormai – toccando ferro- siamo quasi sicuri che il Ponte non si farà più e salutiamo il coraggio della città di Messina che ha voluto come sindaco uno dei pochi che contro quell’intreccio si era battuto da vent’anni. Renato Accorinti passerà alla Storia come il protagonista di una delle poche vittorie sul suolo siciliano.
E Gardini? E’ totalmente dimenticato. Dopo la sua morte, il valore azionario della Calcestruzzi precipitò a zero e la società passò nelle mani del suo più acerrimo concorrente, la Italcementi. Società che oggi, per fortuna, cerca e trova il proprio fatturato e mercato più in Europa che tra Sicilia e Cariddi.
Gardini si suicidò per il timore della galera a Milano, o per il timore dei Padrini che aveva portato a Ravenna? Questo è probabilmente un pezzo di storia che non si saprà mai.

Enrico Deaglio – Venerdì di Repubblica – 12-7-13

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