Hollingshead era
noto come magnate dell'industria chimica, quando alla fine degli anni Venti
ebbe una folgorante intuizione. Tese un lenzuolo tra due alberi nel suo
giardino e vi puntò contro l'obiettivo di un proiettore, appoggiato sul tetto
della sua auto. Fu una prima forma rudimentale di "cinema
all'aperto", in cui l'audio veniva molto sacrificato, potendo contare su
una radio nascosta dietro il lenzuolo.
Ottenuto il brevetto il 16 maggio del 1933, meno di un mese dopo
inaugurò il primo drive-in nella città di Camden, accogliendo
il pubblico all'ingresso con lo slogan «Non importa quanto siano
rumorosi i vostri bambini, l’intera famiglia è la benvenuta» e
offrendo in tutto 500 posti auto. Al prezzo di 25 centesimi a persona, gli
spettatori poterono assistere, sprofondati sul sedile della propria auto, al
film Two White Arms del regista Fred Niblo, proiettato su uno
schermo di 12 m x 15 m.
La moda dei drive-in cominciò a diffondersi, fino alla massima espansione tra
la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta: da 820 nel 1948 si passò
ai 4.063 del 1958, soglia massima raggiunta. Nel 1950 arrivò la beffa per
Hollingshead, che si vide invalidare il brevetto dalla corte distrettuale del
Delaware.
In Italia il fenomeno del drive-in iniziò da Roma, con la prima struttura
aperta a Casal Palocco, nell'agosto del 1957.
https://www.mondi.it/almanacco/voce/9074
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