Nato a Parigi, fu costretto a fronteggiare notevoli difficoltà economiche, per
le quali cambiò spesso nazione e lavorò come attacchino di manifesti e
sterratore nella costruzione del canale di Panama, ma non trascurò mai la sua
passione: la pittura.
Nella capitale francese, Gauguin conobbe Théo
van Gogh, che gestiva una piccola galleria d'arte, e Vincent van Gogh.
Tra loro si instaurò una profonda amicizia, che più tardi naufragò per un
violento litigio, con l'artista olandese che arrivò addirittura a tagliarsi un
orecchio in preda a una crisi psicotica.
L'amarezza per il mancato riconoscimento
pubblico della sua arte lo spinse a continui viaggi in giro per il mondo, in
cerca di fortuna. In questa fase si allontanò dai principi della pittura
impressionista per avvicinarsi al Sintetismo, eliminando i
particolari e rinunciando ai colori complementari nei dipinti all'aperto.
Arrivò anche a Papeete, il capoluogo di Tahiti,
poi in vari villaggi, fino a stabilirsi in una capanna davanti all'Oceano per
sfuggire alla civiltà e ritrovare il contatto con la semplicità e l'essere
primitivo. Qui si documentò sulle credenze indigene e sulle loro manifestazioni
artistiche e creò anche sculture in legno e in ceramica rappresentando dei e
idoli maori.
Dopo un fallito tentativo di suicidio con
l'ingestione di arsenico nel 1898, morì di sifilide a Hiva Oa, l’8 maggio del
1903
https://www.mondi.it/almanacco/voce/16021
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