Notizie dal fronte degli anticorpi.
Milano ne ha un sacco, e sono “morali”, per cui ha reagito a quella spaventosa
malattia chiamata corruzione. Roma invece, risponde molto meno. Le patenti
immunitarie di Raffaele Cantone, presidente della neonata - ma già molto potente – Autorità nazionale
anticorruzione (che ricorda un po’
l’Alto Commissariato per la lotta alla mafia di trent’anni fa) hanno fatto
sollevare più di un sopracciglio e ricordato vecchie metafore; la definizione
della corruzione come un corpo estraneo (un batterio, un virus, una mazzetta
cash) contro il quale la società civile – sana – reagisce formando anticarpi
(..). Batteri, vaccini e anticorpi furono poi tirati in ballo da Indro
Montanelli a proposito dell’ascesa di Silvio Berlusconi. Il famoso giornalista
spiegò che il “berlusconismo” era una febbre populista, che l’Italia doveva in
qualche modo attraversare, formando gli anticorpi per poi espellerlo.(..). Il
populismo berlusconiano (peraltro nato proprio come reazione a una corruzione
diffusa, la famosa Tangentopoli), ebbe modo di durare per vent’anni, prima di
essere fermato. Dall’Europa, più che dal popolo italiano. (..). considerava
Berlusconi un tipo simpatico e si identificava più in lui che nella “supremazia
morale” sbandierata dagli epigoni del
partito comunista di Berlinguer. E non si sono dimostrati una terapia efficace
i vari l’Anticorps c’est moi che si
sono presentati sulla scena. Il primo fu l’eroico magistrato Antonio Di Pietro,
che si dimostrò personaggio inconcludente e ben poco limpido, prima ancora di
venir travolto dalla corruzione nel suo partito; il secondo fu il “barbaro”
Umberto Bossi dalla rude moralità padana (..). Il terzo “anticorpo” italiano prese
le sembianze del comico Grillo, che oggi un quarto della popolazione invoca
proprio come colui che farà terminare la corruzione. Vien da pensare che forse,
semplicemente, tutta questa storia del corpo estraneo e dell’organismo sano che
si difende, non sia la metafora più giusta. Chissà. Però e vero che l’Expò è
stata un successo: un’expo di anticorpi. E di Raffaele Cantone, per cui è
prevedibile un grande futuro.
Enrico Deaglio – Annali – Il Venerdì di Repubblica – 6
novembre 2015 -
Nessun commento:
Posta un commento