Papa
Francesco ha detto: “Accogliere è un principio morale vecchio come la
bibbia. Ma non si può accogliere alle belleétoile, ma in modo ragionevole, con
prudenza. Ho capito questa cosa con l’attentato in Belgio. L’hanno fatto i
figli di immigrati che erano stati ghettizzati. Un popolo che può ricevere ma
non può integrare è meglio che non riceva”. Ma davvero l’Italia non è in grado di integrare e quindi di
accogliere? Naturalmente può farlo, anche nella maniera migliore – Riace, nel
profondo Sud, ne è prova concreta – ma non se chi governa continua a rifiutare
politiche immigratorie serie, sacrificando il futuro del Paese sull'altare
della propaganda politica. IL “no way” salviniano innesca, anzi persevera, una
politica dell’immigrazione criminogena. Il “governo del cambiamento” avrebbe il
dovere di cambiare e non di perseverare negli errori di chi c’è stato prima.
Legalizzare la droga significa togliere parte del mercato alle organizzazioni
criminali, legalizzare l’aborto ha significato combattere la piaga degli aborti
clandestini. Legalizzare l’ingresso di migranti in Italia significa sottrarre
esseri umani a un commercio inumano e monitorare i flussi, limitarli, con un
effetto virtuoso sul nostro senso civico ma, soprattutto, sulla nostra
economia. È un vero peccato che chi
segue Salvini e il M5S si informi per lo più sui profili Facebook dei politici
di riferimento: è un peccato che ignori i numeri dell’immigrazione e non abbia
consapevolezza di quanto il “noway” salviniano penalizzi di più proprio chi
crede di esserne tutelato. Studiando seriamente il fenomeno migratorio si
arriva alla conclusone che non esiste alcuna emergenza, ma siamo al cospetto di
un flusso costante destinato a crescere per cause economiche e climatiche. I governi possono rispondere in vario
modo. Il primo è approfittare del fenomeno migratorio per dini elettorali, ed è
quello che sta facendo il nostro esecutivo, che non risolverà niente, acuirà
l’odio sociale e soprattutto non tutelerà le fasce economiche più deboli non
regolamentando i flussi. Ricordo la gestione del sistema rifiuti in Campania,
emergenza durata decenni e alimentata dalla politica che per risolverla
riceveva fondi straordinari: lo stato di emergenza alla politica, conviene, a
noi no; se capiamo questo siamo già a buon punto. La seconda via è quella dei
buoni contro i cattivi, una strada che non porta da nessuna parte, che ancora
una volta non risolve il problema e che anzi risulta addirittura più odiosa
della prima. Esempio di questa seconda opzione è il Pd, che oggi critica il
“governo del cambiamento” ma non prende le distanze dalla linea Minniti che,
con l’apertura dei lager libici, ha di fatto avallato soprusi e sofferenze
lontano dai nostri occhi. A oggi non risulta che il Pd abbia preso le distanze
dalle non soluzioni di Minniti, che hanno spalancato le porte al “no way”
salviniano. La terza via è quella difficile. Che non dà un ritorno immediato in
termini di voti, ma è tempo di smetterla di sentirci in campagna elettorale con
buffoni che ritengono di potersi “prendere il Paese” a suon di ricatti. La
terza via è infatti una risposta politica vera: bisogna cambiare le leggi, non
aggirarle, forzarle o infrangerle, Bisogna creare due canali di ingresso
regolar, uno per i “rifugiati” e uno per i migranti economici in modo che, in
accordo con i paesi d’origine, tra questi ultimi arrivino quelli format per il
contesto produttivo in cui approdano. Non so se è chiaro che la situazione
attuale non consente di selezionare gli arrivi, così accade che chi arriva è
disposto a tutto pur di restare, e in questo modo il mercato del lavoro viene
dopato da persone che accettano condizioni di schiavitù. Ora, sui dettagli si
può discutere, ma la soluzione deve essere strutturale, non questa sequela di
cialtronate cui stiamo assistendo da anni e di casi di questo governo è solo
l’ultimo attore in termini di tempo. E
infine una considerazione forse banale: questo governo ha gestito il caso
Diciotti come un’emergenza assoluta che ha paralizzato il Paese e – solo
incidentalmente, per carità! – ha fatto dimentica Genova e il voto favorevole
di Salvini al salva-Benetton. Ma 177 persone sono davvero un’emergenza per un
Paese come l’Italia, ottava potenza economica del mondo) E se davvero questo
governo le considera tali, che possibilità ha di governare un paese di 60 milioni
di abitanti?
Roberto
Saviano – L’Antitaliano – L’Espresso – 2 settembre 2018 -
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