Il “New York Times” di fronte alle questioni più
imperative apre la Room for Devate dove chiede il parere di esperti su
argomento di attualità. La scorsa settimana mi è stato chiesto di rispondere a
questa domanda: E’ possibile minare l’Is attaccando il suo segmento economico?
Sembra una domanda lineare, eppure la risposta non lo è affatto. Prima di tutto
bisognerebbe individuare il segmento economico da colpire, quello che realmente
potrebbe portare a un indebolimento dell’organizzazione. Poi bisognerebbe
comprendere l’inutilità degli attacchi aerei contro Daesh in Siria se, come accade, i canali
attraverso cui raggiunge il resto del mondo sono pressoché liberi, non
presidiati e spesso anche non riconosciuti come tali. (..). La Francia ha
tristemente pagato – come è accaduto agli Stati Uniti – un prezzo altissimo per
non aver contrastato la presenza di un economia nazionale parallela,
floridissima, che si basa essenzialmente sul traffico di droga e sul
riciclaggio di denaro. Combattere e sconfiggere Daesh significa combattere un
nemico che è vicinissimo e si annida nelle nostre economie nazionali, non
andare a combattere altrove l’ennesima guerra che avrà come conseguenza il
rafforzamento di gruppi estremisti. Come indebolire Daesh economicamente è
stato chiesto anche al giornalista siriano Hassan Hassan, che, da una
prospettiva diversa dalla mia, ha aggiunto un dato complementare. In Siria vige
una economia di guerra e con i bombardamenti nella zona Est del paese, quella
sotto il dominio di Daesh, non si distruggono solo i convogli di petrolio dello
Stato Islamico, ma anche il lavoro di molte famiglie che con il contrabbando di
petrolio guadagnano non solo da vivere, ma mantengono la loro libertà di
resistere all’Is.(..). Non Esiste Gruppo militare che non si sia finanziato
attraverso il traffico di droga (e il Captagon è altro petrolio per Daesh). Non
esiste gruppo militare che non sia in contatto con organizzazioni criminali.
Non esiste gruppo militare che non condivida con le organizzazioni criminali
rotte testate e rese sicure per il narcotraffico e attraverso cui possono
passare armi, soldati e denaro. Lo dicono decine di inchieste in tutto il mono
e lo dice da anni l’ex Presidente di Unocd Antonio Maria Costa: “Guardate i
talebani in Afghanistan, i gruppi terroristici in Kosovo, le Farc in Columbia,
l’Ira in Irlanda o Sendero Luminoso in Perù…tutti questi gruppi sono stati
finanziati da organizzazioni dedite al commercio di droga. Anche le bombe
dell’11 marzo 2004 a Madrid sono state finanziate dal narcotraffico in Spagna”.
Fino a quando non capiremo che le strade che il terrorismo percorre per colpire
al cuore democrazie non sono presidiate e che coincidono con quelle utilizzate
dalle organizzazioni criminali, il cui contrasto non è mai considerato una
priorità, fino a che non capiremo che le organizzazioni criminali in cambio di
droga e soldi offrono armi e logistica ai gruppi terroristici, saremo esposti.
Mortalmente esposti. Combattere Daesh significa cambiare le nostre regole
interne, semplice a dirsi, impossibile da mettere in pratica.
Roberto Saviano – L’antitaliano www.lespresso.it – L’Espresso – 1 Dicembre
2015 -
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