Fervono convinti
propositi di mettere tutta l’Italia in sicurezza, o almeno tutta la dorsale
appenninica. I soldi si potrebbero trovare, ma se poi i terremoti finissero o
rallentassero, non sarebbero buttati via? E’ sempre stato questo il dubbio
delle nostre classi dirigenti. C’è chi sostiene la prevenzione a sorte, cioè
estraendo ogni quattro anni da un’urna i nom delle zone o delle città da
proteggere. C’è chi convinto che un buon sensitivo (meglio un gruppo) potrebbe
fornire consulenze decisive e far risparmiare un sacco. Intanto ai è pensato,
agli orologi, perché senza orologi non c’è futuro, e tantomeno il presente. E
poi è la prima cosa che fotografano tutti. Con la consolazione che per fortuna
il ponte di Messina non sarà in zona sismica, come confermano numerose e
ramificate organizzazioni locali.
Massimo
Bucchi – Sottovuoto – Il Venerdì di Repubblica – 2 settembre 2016
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