venerdì 13 maggio 2016

Lo Sapevate Che: Ricordare Prince in ufficio cercandolo (invano) su YouTube...



“Ma Prince? Ti ho pensato” Se qualcuno ti risponde così a un messaggio d’auguri, significa che quella leggera ma fastidiosa e costante sensazione di vuoto, che da qualche giorno ti accompagna, un senso profondo ce l’ha. E se da una parte analizzi ogni fisiologica evoluzione delle passioni di tua figlia ormai tredicenne sulle tracce lasciate dalla discutibile musica che questi tempi le stanno regalando (e che lei si sta scegliendo), dall’altra quasi ti vergogni, con i 47 anni all’orizzonte, di provare tutte le debolezze del fan gabbato dal destino. Prince è morto, e venirlo a sapere in ufficio, con un computer come unico stereo a portata di mano, è la combo più frustrante in cui possa imbattersi un suo fan. Perché di Prince, online, a causa delle paturnie di Prince, non si trova niente o quasi, e i suoi fan lo sanno. Quando ero solito caricare video su Youtube, una volta midi come colonna sonora il suo Batman. Gli algoritmi della Silicon Valley, istruiti dall’egoismo del Principe, resero muta la traccia del mio video nel giro di poche ore. Quello che non avrei perdonato a nessuno, a Prince lo concessi. Ma, per paradosso, fu proprio grazie a Prince che mi appassionai nel redarne online un inno alla pirateria. “La cosa inquietante è che una volta, leggendo “nuovo Prince”, io Kanye West me lo sarei pure andato a comprare. Adesso, per fortuna, trovo i file online, ascolto e cestino. Se mi piace, compro. Trattasi di legittima difesa”, scrivevo infervorato nel 2005 a a margine di una recensione ingannatrice. Nel 2016, il giorno dopo la sua morte, ho fatto la cosa che più di tutte mi rilassa e al tempo stesso mi snerva: cercare tra i dischi accatastati per casa, individuare un criterio ormai perso per sempre, toccare oggetti desueti. Di Prince ho trovato 21 pepite: 5 Lp e 16 cd. Di un cd ho solo la custodia (il cd deve essersi perso in uno di quegli oggetti immorali che sono le custodie di cd da viaggio. Forse solo di Miles Davis ho più dischi in casa, ma non ne sono certo. Miles Davis che, parlando di Prince, lo riteneva depositario del lascito di James Brown, Marvin Gaye, Jimi Hendrix e Charlie Chaplin (e lo diceva serio, misurando le parole come misurava le note). Miles Davis del quale, nonostante fosse  più anziano e sia morto prima di Prince, sono riuscito a vedere un indimenticabile concerto tanti anni fa, al Palaeur. Prince in concerto invece no, non l’ho mai visto. Era una delle cose appuntate nell’agenda della vita che ognuno di noi ha: “Vedere un concerto di Prince, prima o poi”. Non avere fretta di solito paga; ogni tanto dolorosamente, frega.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro – Il Venerdì di Repubblica – 6 maggio 2016 -

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